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Dov'è la crisi?

di Debora Billi

Non sapevo decidermi se parlare o meno della puttanopoli che sta tanto impegnando la stampa nostrana. Ero incerta per il semplice motivo che non so quanto possa configurarsi come "crisi": in Italia il Parlamento o il governo non vanno certo in crisi per sciocchezze simili. Non succede nulla quando intrallazzano con la mafia, coi banchieri, con Paesi o entità straniere, quando vendono il nostro territorio, il nostro ambiente e la nostra salute a multinazionali rapinose, quando firmano leggi a esclusivo vantaggio economico di qualche potentato, figuriamoci se crolla tutto per qualche Luana la brasiliana.
Dov'è la crisi? C'è forse una crisi morale? Beh, quella c'è da un pezzo, ma non si riferisce alla moralità delle mutande. Una crisi dei valori? E chi la nega, ma forse dovremmo guardarci un po' allo specchio, prima di dare la colpa a Mediaset se i nostri figli si vendono per una ricarica telefonica o un passaggio in tv. Una crisi delle priorità? Anche qui, chi ha deciso che è più importante discutere delle faccende di letto piuttosto che, ad esempio, di quanti miliardi ci è costato un inutile vaccino che siamo stati "costretti" a comprare? Quello sì, sarebbe un bello scandalo succulento. Preparerei i popcorn, se ne parlassero in TV. Ma purtroppo non ci sono gole profonde disposte a cantare, né carabinieri che fanno irruzione videofonino in pugno.
Cosa rimane allora? Siamo qui ad attendere che la merda fiocchi come fioccherà a destra e a manca sulle teste di molti terrorizzati parlamentari e politici, per poi sperare che si tirino un colpo in testa dalla vergogna. Ma forse dovremmo aggiungere anche uno sforzo di fantasia, e cercare di immaginare con chi saranno sostituiti, questi politici di cui auspichiamo un'ignominiosa dipartita.
Perché, non dimentichiamocelo, ci siamo ritrovati persino a rimpiangere Craxi.
Non voglio sottintendere con ciò che dobbiamo turarci il naso, o giungere a conclusioni significative tipo "il peggio non è mai morto" o "non ci sono più le belle stagioni". Quello che mi preme far notare è che tutto ciò NON mette in alcun modo in discussione il sistema, non lo scalfisce neppure lontanamente. Scalfisce solo qualche personaggio scomodo, facendo contento qualche suo nemico; tiene occupata la popolazione che consuma avidamente gossip; consente persino di dare l'impressione di un certo ripulisti. Vedete? Sembra di stare parlando di Mani Pulite.
Svegliatemi allora quando comincerà il Grande Scandalo degli Inceneritori, o quello della TAV, o Mani Pulite Allo Sportello Bancario. Quando i politici andranno in TV piangendo di vergogna per il livello di compiacenza e servilismo a cui sono scesi, per come hanno talvolta svenduto gli interessi del Paese e dei cittadini senza alcuno scrupolo, per come ci hanno presi in giro con farse di democrazia tipo le primarie o le elezioni stesse.
Fino ad allora, i presunti "scandali" hanno il valore politico delle nuove tette di Amy Winehouse.

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