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Normalmente anormale.

Io direi anomalo; il modo in cui questo paese pullulante di itaiolti, assume digerisce ed espelle i fatti ai quali volenti o nolenti ci tocca assistere. In meno di 48 ore si è arrivati a discutere, o meglio a stabilire se sia più immorale essere invischiati in uno scandalo sessuale oppure in un altro. Risultato scontato: berlusconi “almeno” andava con le donne. Qualunque articolo, opinione da forum, tentativo di discussione sul degrado morale di un’intera classe dirigente, finirà intasata da commenti da caserma, allusioni becere sul comportamento umano, e la presa di posizione bipartisan che stabilisce l’inviolabilità della vita privata. Volendo c’è anche di peggio, come per esempio un utente di un social network che posto innanzi al problema di ricattabilità del potere politico, risponde: “alle feste in Sardegna c’era la cocaina per gli ospiti, a via Gradoli era per loro.” Questo probabilmente vuol dire che un buon padrone di casa, non fa mancare nulla ai suoi ospiti; per esempio un buon padrone di casa astemio, comprerà comunque del buon vino per la cena. Un altro, bevitore, non solo lo comprerà ma lo berrà anche. Se al posto del vino c’è cocaina, equivale lo stesso principio.

Così si sta scrivendo questa nuova “pagina politica” italiana, non più palazzi istituzionali, docce reiterate, lettoni di Putin, spacciatori, papponi, aerei di stato, ma appartamenti dei servizi segreti in via Gradoli, carabinieri al soldo di [ ? ], migliaia di euro spesi per sollazzarsi, uomini senza mutande, e auto blu. E temo che non sarà una storiella che scorderemo in fretta, ci sarà da sguazzare ancora per molto, sapendo tutto ciò che sarà utile per non sapere nulla di utile.

In questi casi, almeno a sinistra, si tende a rimpiangere Enrico Berlinguer. Io vorrei tornare ancora un po’ indietro, fino a rimpiangere Enrico De Nicola, il primo presidente della Repubblica Italiana, che per prima cosa dopo essere stato designato alla carica più importante, rifiutò lo stipendio di 12 milioni di lire al mese. Erano altri tempi, ovviamente, e si arrivava da una guerra e una disastrosa monarchia piegata dal fascismo.

Magari ora mi toccherà autoaccusarmi di demagogia spicciola, e semplicismo utopistico, ma credo che se “fare politica” diventasse finalmente un lavoro, retribuito secondo formale contratto più simile a quello di un semplice lavoratore che non a quello di un calciatore, metà dei problemi di questo paese sarebbero risolti. Ci raccontano spesso la favola che, lo stipendio d’oro di un politico, sia elargito a nostra tutela. Dicono che serva a preservare il politico stesso dalla “tentazione” di cedere alla corruzione. Questa spiegazione, sapendo quel che sappiamo, ci fa ribaltare dalle risate ma è proprio questa la motivazione addotta. Noi sappiamo invece che non solo lavorano un giorno ogni tre, che vivono di privilegi da sultani, che prendono mazzette, che riescono a trasformare spesso persino le loro intere famiglie in cosche di malaffare, eppure sono là a dettare le leggi che regolamentano le nostre vite. Si massacrano gli omosessuali per strada e non si consente una modifica di legge contro l’omofobia, ma si pagano migliaia di euro a un trans {mica solo Marrazzo eh?}, non si tutelano le coppie di fatto, perché tanto loro possono garantire il futuro alle loro compagne, rischiamo la galera per una sana canna, e loro si sfondano di cocaina, se rubi per necessità vai in galera, loro sono collusi con la mafia eppure governano. Potrei continuare ad oltranza con banali esempi di dispotica diseguaglianza, e tutto sarebbe ridondanza.

Giusto sarebbe pagare un politico poco più di duemila euro al mese, e che faticasse quanto un carpentiere che lavora a cottimo. Se questo fosse il contratto di lavoro per un “dipendente” dello stato, avremmo certezza che quello sarebbe un lavoro adatto soltanto a chi lo farebbe con amore e passione. E state certi che nessun lavoratore che deve campare la famiglia spenderebbe due o tre mila euro per una notte di cocaina e sesso. Ma chissà, in quest’Italia dove tutto è normalmente anormale, a quel punto calerebbero i prezzi di certi articoli.

Rita Pani (APOLIDE)

http://guevina.blog.espresso.repubblica.it/resistenza/

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