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Gli estremisti di centro

Come non m’importa nulla del PD non dovrebbe importarmi molto neanche dell’annuncio che Francesco Rutelli se ne va con Casini. Ma la cosa un po’ mi colpisce.

Quest’uomo è stato il candidato dell’Ulivo alla Presidenza del Consiglio nelle elezioni del 2001, e neanche questo precedente di enorme prestigio sembra agire su di lui come remora ad iscrivere il suo nome negli illustri annali del trasformismo parlamentare italiano iniziato da Agostino Depretis nel lontano 1876.

Stasera Rutelli ci rassicura che quelle frasi furono dette a Bruno Vespa diverse settimane fa, mentre domani in una dichiarazione pubblica ci dirà come stanno esattamente le cose. Bella rassicurazione. Rutelli si fa i conti settimana per settimana.

Non ricordo quando disse esattamente “finora ho mangiato pane e cicoria”, immagine gastronomica con cui voleva dire semplicemente che nel suo partito era finito in minoranza e — come dicono a Roma e per restare sul mangereccio — “non c’è più trippa per gatti”. La cicoria deve essergli talmente sgradita da fargli dimenticare di essere uno degli uomini che in questi anni hanno più predicato le virtù del bipolarismo o del bipartitismo. Solo per decidersi ora a fare sua la filosofia dell’estremismo di centro nella speranza che Casini gli serva in tavola un companatico un po’ migliore, magari la trippa.

Il mio unico dubbio è se Rutelli sia davvero peggio degli altri, o se vedendo le cose da vicino si renda conto che è ridicolo fare questioni di principio tra quella gente che finora sono stati i suoi compagni di partito. Magari se la cicoria l’avessero mangiata loro, a fare gli occhi dolci a Casini ora non ci sarebbe Rutelli. O almeno lui ne é convinto.

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