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Agricoltura a rischio collasso

Filippo Ghira

L’agricoltura italiana è in profonda crisi e molte aziende sono a rischio di chiusura. I motivi sono quelli di sempre. I bassi prezzi a cui sono obbligate a vendere la propria produzione ai grandi commercianti o alle industrie di trasformazione e allo stesso tempo l’aumento esponenziale dei costi di produzione. Si tratta della più grave crisi degli ultimi venti anni che minaccia di provocare devastanti conseguenze sul tessuto sociale del nostro Paese.
Le organizzazioni del settore hanno trovato così una inaspettata unità di azione che ha scelto la Toscana per manifestarsi. Una protesta, le cui modalità sono state illustrate ieri a Firenze da Confagricoltura, Cia, Legacoop agroalimentare e Confcooperative-Fedagri. Per tutto il mese di novembre migliaia di agricoltori della regione daranno vita ad una mobilitazione di massa. In particolare verrà effettuato un presidio nel porto di Livorno, scelto appositamente perché da lì entrano in Italia la maggior parte delle derrate alimentari. Contemporaneamente verranno effettuati dei presidi davanti alla sede del Consiglio regionale dove è in programma una seduta straordinaria sulla crisi economica. Verranno allestiti anche gazebo per informare sulle motivazioni della protesta e per distribuire prodotti tipici della Toscana. A sottolineare che non si tratta solamente di una questione economica ma di una iniziativa in difesa della specificità dei prodotti e del loro legame con il territorio. Soprattutto tenendo conto che le difficoltà di oggi sono la conseguenza della globalizzazione e dal passaggio della centralità del mercato dall’aspetto della produzione a quello della commercializzazione. Se il prodotto di una regione di una Nazione viene considerato uguale a quello della regione di un’altra Nazione, la conseguenza è una guerra per sopravvivere combattuta sui prezzi a tutto detrimento della qualità e che come tale non può che danneggiare un Paese come l’Italia che della specificità dei prodotti ha sempre fatto il suo punto di forza.
Le quattro sigle che hanno indetto la mobilitazione hanno diffuso una nota per sottolineare che l’agricoltura è in pericolo ma che il Governo pensa ad altro.
Con il crollo dei prezzi dei prodotti e l’aumento dei costi di produzione, i redditi delle imprese sono calati del 20% e nel 2009 la situazione è andata in continuo peggioramento. Ad esempio in Toscana migliaia di aziende agricole hanno già chiuso e molte altre stanno chiudendo. Le quattro organizzazioni hanno quindi chiesto che il governo, che finora ha speso solo parole e pochi fatti, intervenga per il rilancio del settore e per favorire un’agricoltura di qualità, più competitiva ed innovativa, ma allo stesso tempo dicendo un forte e fermo no alle “illusioni del protezionismo” ed alla chiusura corporativa. Il Governo non ha una sua strategia e mon ha stanziato risorse per l’agricoltura tanto che la Legge finanziaria ha previsto solo tagli per il settore e il suo sviluppo. Quando invece dovrebbe aiutare un settore che dà da lavorare e da vivere a milioni di persone e sostenerne allo steso tempo il ruolo sociale.

http://www.rinascita.info/cc/RQ_Economia/EkVyyuZpkZEFkiyYBs.shtml

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