Chiappe d’oro
di Sergio Mancinelli
Me lo sono sempre chiesto, e ancor di più in questi ultimi giorni  quando, nel cortile di Palazzo Grazioli, ho visto scendere da una Audi “blu”, valore 80.000 euro, il capogruppo al Senato.
Ora passi per chi è presidente del Consiglio, per i ministri, al  massimo per i presidenti di Regione, ma perché si deve assistere in  silenzio a questa continua dilapidazione di soldi pubblici, solo per  soddisfare il bisogno di ostentazione che hanno politici, anche di seconda fila, e amministratori pubblici?
Cos’hanno le terga degli “eletti dal popolo” di così prezioso da  viaggiare su auto così costose? E soprattutto perché glielo permettiamo  ancora?
Alla rabbia e all’indignazione nel vedere un tal senso  di alterigia, impunità e sfrontatezza, fa troppo spesso seguito solo un  rassegnato silenzio, e su questo i politici fanno leva.
L’idea  di servizio, come dovrebbe essere l’incarico parlamentare o  amministrativo a livello locale, è ormai cosa lontana dalla mentalità di  politici e grand commis, ma non è detto debba rimanere tale.
Su  quante siano le auto blu, o grigio scuro, di moda da un paio d’anni, si  discute ormai come sull’Araba fenice, il numero esatto è impossibile  averlo:
574.215 (fonte Associazione Contribuenti)
318.000 (fonte Espresso)
98.000( fonte Ministeriale).
Nel 2001 chiamato dal Governo per scoprire gli effettivi costi di questo buco nero, l’economista Cappugi calcolò che ogni “auto blu” ci costava 70.000 euro l’anno  per acquisto, assicurazione, bollo, benzina, autista e manutenzione.  Totale oltre 10 miliardi e mezzo. Sono passati dieci anni, fate il conto  adesso!
Ma il punto è un altro: perché viceministri,  sottosegretari, presidenti di commissioni parlamentari, assessori  regionali, assessori provinciali, amministratori di municipalizzate,  membri della Consulta (anche gli ex), consiglieri di Stato, giudici dei  Tar, e della Corte dei Conti (tutti), direttori e vicedirettori dei  ministeri, tutti gli amministratori e dirigenti della Rai, devono  viaggiare su ammiraglie per di più dotate di accessori che con l’uso di  servizio hanno poco a che vedere?
Ultimo esempio quello della  regione Friuli che ha rinnovato il parco auto, acquistando 12 lancia  Thesis dotate di impianto hi-fi con 10 altoparlanti e sedili in pelle. E  con quel bendidio  di impianto cosa ascolteranno?
Un interessante e particolareggiato articolo di Mauro Suttora descrive nei dettagli le cifre di questo spreco.
Possibile che non possano andare a lavorare, ad espletare il loro  mandato con mezzi più economici, ma non per questo meno dignitosi?
Un sottosegretario italiano perderebbe forse il suo quarto di nobiltà  se si presentasse alla Camera a piedi o guidando lui una macchina di  cilindrata più contenuta? Un assessore regionale troverebbe disdicevole  presentarsi al lavoro con il mezzo proprio?
David Cameron,  in Inghilterra, ha dato un taglio netto a questo privilegio, ministri e  sottosegretari vanno al lavoro in metro e con i mezzi pubblici, l’auto  riservata può essere a disposizione solo in casi eccezionali e previa  autorizzazione.
Tanti motivi contemporaneamente utili: risparmio, trasparenza, funzionalità e soprattutto: stile.
Lo stile di lavoro di una classe politica al servizio della comunità, con precise funzioni, incarichi e responsabilità.
Ecco, responsabilità, senso di responsabilità, ma quello non viaggia in  “auto blu” e dalle nostre parti è sempre più difficile trovarlo.
dal sito http://www.ilfattoquotidiano.it


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