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Tre passi indietro: riconosco i meriti del governo

Certe volte arriva il momento di fare un passo indietro, e riconoscere i meriti di questo governo. Umilmente lo faccio, anzi, per estrema onestà intellettuale, ne faccio almeno tre.

Il primo è per inchinarmi al progetto nucleare dell’Italia. Commoventi le dichiarazioni di sajola: “se potessi, la centrale nucleare la farei nel mio giardino.” [Porca miseria! Non c’è spazio. Quando si dice, la sfiga.] Siccome ovviamente non è possibile, il ministro ha segretamente trovato chi accontentare, sacrificandosi in prima persona: i soliti fortunati che già da anno convivono con le scorie radioattive mai smaltite, e che bivaccheranno a contatto con le popolazioni dell’alto Lazio fino a totale e naturale esaurimento (sei o sette mila anni), il Veneto e la Sardegna; più precisamente la piana di Oristano. Essendo queste due ultime zone italiche, salde roccaforti del governo di malavitosi, si immaginano già i festeggiamenti delle popolazioni incredule per tanta grazia ricevuta. Ah, quanta genialità: il Polesine col suo rischio alluvioni, e l’oristanese, che dall’alto di un aeroplano appare come un oasi verde nel deserto. Ajo! Oristanesi, dedicate a scajola la prossima Sartiglia. Correte in massa ad Arborea ed osservate il miracolo delle risaie, i campi verdi che ancora si mantengono a dispetto della desertificazione della Marmilla tutta.

Passo indietro con saltello, per lo stato che prenderà in prestito i soldi dei vostri TFR. I soldi di tutti quei fortunati lavoratori che ancora potevano vantarne il possesso, affidati con astuzia all’INPS per non rischiare di vederli evaporare dopo averli sistemati in mano ai privati, come racconta la storia recente. Il governo batte cassa non per investire nel futuro, nella ristrutturazione di un paese non solo economicamente allo sbando, ma solo per coprire la finanziaria inutile del 2010. Finanziare le missioni di guerra democratica, elargire le tangenti alla mafia progettando la più grande bufala degli ultimi 150 anni, chiamata “Ponte sullo stretto”, dare un po’ di soldi alle scuole private, e via discorrendo. Come non riconoscere il merito di questo governo, che così bene ha saputo prendervi per il culo? Tanto di cappello! Volevate meno tasse? Mi pare equo avere anche meno soldi. I vostri.

E per finire, ultimo passo indietro, con saltello inchino e piroetta: “Abruzzo, da gennaio si dovranno ripagare le tasse.” Proprio tutte, persino l’ICI sulle seconde case crollate che ancora mostrano le macerie accatastate. E chi se ne frega se all’Aquila non ci sono più i servizi pubblici perché non c’è più la città? E a chi importa che più di ventimila residenti non siano più censibili all’Aquila, dato che sono stati deportate sulle coste? A chi importa sapere che solo il 40% dell’attività produttiva privata abbia ripreso a funzionare dopo otto mesi, e che quindi non si produca reddito? Bisogna pagare, perché il miracolo televisivo delle case immerse nel verde, hanno risolto il problema e l’emergenza, e quindi tutto è tornato a posto. Anzi, a guardare le fiction di propaganda, si potrebbe addirittura sospettare che nulla di troppo grave sia accaduto.

Avevano promesso sorrisi, sogni e meraviglie. Prima o poi vi sveglierete in lacrime, e comprenderete che invece di un sogno vi hanno regalato un incubo.

Rita Pani (APOLIDE)
Fonte: http://r-esistenza-settimanale.blogspot.com/

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