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Cinepanettone d’essai: la fotografia dei nostri tempi

Che vergogna, a quale livello siamo arrivati.....
Italiani, facciamocene una ragione, siamo un popolo di ignoranti!

Leggendo la definizione su Wikipedia si capisce che «per cinema d’essai (dal francese, letteralmente “cinema di prova” o “di sperimentazione”, noto anche come cinema d’autore), si intende una sala cinematografica che proietti pellicole destinate ad un pubblico non di massa e indica in generale quella cinematografia rivolta a chi desidera vedere prodotti cinematografici insoliti o di minore valenza commerciale ma non per questo meno validi sotto il profilo artistico». Una definizione quindi molto semplice. Capire come sia possibile che il cine-panettone di quest’anno, “Natale a Beverly Hills“, rientri in questa categoria è invece un po’ più difficile.
Sappiamo che è stato giudicato così (insieme ad un altro film ” WinX Club 2″) dalla Commissione Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e che essa ha seguito presumibilmente le direttive dell’ultima legge in materia, il Decreto Urbani del 2004. Secondo Mario Lorini, presidente della Fice (Federazione Italiana Cinema d’Essai) questa legge, «introducendo il criterio del “reference system” per ovviare alla presunta pioggia di finanziamenti statali ad opere non ispirate a logiche di mercato, ha consentito di privilegiare film commercialmente più ambiziosi e strutturati, ai danni di autori ed opere più sperimentali e dalla minore resa al botteghino».
Questa norma oltre a insignire la pellicola della speciale “qualifica di film d’essai“, la renderà beneficiaria di agevolazioni fiscali creando così una situazione che per la Fice è ancor più inaccettabile, spingendola a chiedere la revisione urgente delle norme: «Non sappiamo se e quando sarà emanata la tanto auspicata nuova legge per il cinema, ma il primo provvedimento da adottare subito è senz’altro la revisione della disciplina del cinema d’essai: attribuire la qualifica di ‘interesse culturale’ all’ultimo film di Neri Parenti, “Natale a Beverly Hills“, rappresenta infatti un vero sabotaggio dell’attuale sistema», ha dichiarato sempre Lorini aggiungendo che «negli ultimi due anni siamo rimasti spesso sorpresi dalla scelta di attribuire questa qualifica a opere del tutto prive dei requisiti. Ciò a fronte dei consistenti benefici derivanti, anche indirettamente grazie all’attribuzione automatica della qualifica d’essai, ai film definiti di interesse culturale. Questa tendenza oltre ad imbarazzare fortemente coloro che lavorano da decenni alla diffusione della cultura cinematografica e della diversità dell’offerta, si risolve in un sabotaggio dei vigenti sistemi di sostegno al cinema d’essai, sempre più omologato al cinema commerciale». Critiche confermate anche da parte di Citto Maselli dell’Anac (Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici) che ha ritenuto il giudizio del ministero «un precedente di una gravità estrema».
Parlando sempre di precedenti c’è un nome che lega questo premio alla storia ed è quello di De Sica. Il padre di Christian, Vittorio realizzò un film tra i tanti diretti e interpretati che nella categoria “d’essai” entrò invece a pieni meriti. Si tratta di “Ladri di biciclette“, un opera ritenuta tra le massime espressioni del neorealismo cinematografico italiano e che vinse nel 1950 sia il premio Oscar che il Golden Globe come miglior film straniero. Passati più di 60 anni anche il cinema mostra all’Italia il suo livello di decadimento culturale e noi solo per consolarci ora potremmo anche raccontare che il premio odierno è semplicemente un caso burocratico, un cosiddetto errore di sistema . Fosse solo così, ci troveremmo veramente in queste condizioni?

Simone Pomi
http://www.dirittodicritica.com/2009/12/23/cinepanettone-dessai-la-fotografia-dei-nostri-tempi/

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