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Io non ho paura.

Oggi è il giorno del sit- in a piazza del Popolo per la libertà in Internet. Meno male, così Gilioli non mi legge e non si arrabbia.

Faccio questo post clandestino per affermare che non temo affatto la censura in Rete. Lo dico da sempre: non ci sarà una censura cinese, non ci sarà la chiusura di centinaia di siti non appena qualcuno fiata, non ci sarà la messa all'indice di Facebook. Tutto ciò, semplicemente, non può avvenire. Perché? Perché non siamo in Cina.

Fede nella democrazia pluralista? Ma niente affatto. Semplice conoscenza della società dei consumi. Ieri sera mi sorbivo un po' di spot alla TV: buona parte di essi cerca di venderci servizi telefonici e cellulari che consentono l'accesso a Internet, con particolare enfasi sui social network. Facebook e Twitter in un click! In contatto con i tuoi amici a pochi euro al mese!

Il business è enorme. Le compagnie telefoniche investono miliardi, tra tecnologia e pubblicità. Ora provate ad immaginare cosa stanno soffiando nell'orecchio del nostro governo tali multinazionali, a cui non fa certo piacere che il cittadino non solo tema di collegarsi ai social network, ma che soprattutto tema di buttar soldi per un servizio che può venire bloccato ogni momento. Per tacere di altre multinazionali quali Google e la stessa Facebook, e di tutta la rete di servizi di informazione online offerti dalle grandi compagnie editoriali (incluso questo piccolo blog). Si tratta di mastodonti che muovono miliardi, e che contano molto sul mercato internazionale. Come si fa a pensare che un governo occidentale, liberista, possa permettersi di chiudere interi pezzi di Rete?

Last but not least: la politica. Forse Schifani, che confonde i social network coi centri sociali, può credere che Facebook sia un covo di sovversivi; ma state tranquilli che i suoi consiglieri gli riveleranno presto che Facebook Italia ha ben 10 milioni di iscritti, e che per la legge dei grandi numeri la metà di essi vota per l'attuale governo. Non avranno piacere di vedersi chiudere Facebook in faccia perché i politici hanno paura di qualche scherzo goliardico.

E allora perché tutto questo cancan? Per due motivi. Uno, i giornalisti mainstream accolgono con gioia tutto ciò che attacca la Rete e si affrettano a strombazzarlo molto più di quanto meriti; due, esiste ancora molta gente che si limita alla TV, e ad essi si può raccontare ciò che si vuole per dare l'impressione di "stare facendo qualcosa".

Finirà con la solita leggina per salvare la faccia, che lascia tutto com'è. Un comma in fondo a destra che stigmatizza l'hate speech, e che consente al giudice di dare l'aggravante, o di chiedere cortesemente al provider di rimuovere la tal paginetta. Con tutto quello che hanno da fare giudici e forze dell'ordine, toglieranno due paginette l'anno, tanto per far parlare i TG.

Debora Billi

http://crisis.blogosfere.it/

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