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Lo spreco dell'indignazione.

Qualcuno mi chiede di scrivere qualcosa sui fatti di Milano. Cosa volete che scriva? Un poverino, con problemi di salute mentale, ha tirato un oggetto in faccia ad un politico. Sono cose che càpitano, viviamo tra milioni di persone, poteva tirarlo in faccia all'autista dell'ATM se gli fosse girato così.

Considero l'indignazione uno dei sentimenti più nobili dell'animo umano. Ma a differenza di altri sentimenti nobili, praticati spesso con troppa parsimonia, dell'indignazione si fa uno spreco assolutamente eccessivo. Oggi chiunque freme. Indignazione per "l'atto di violenza" (che ripeto, se compiuto da un malato diventa solo un triste sintomo): si sono rotte più amicizie su Facebook stanotte per le accese discussioni su tale violenza che nel giro di mesi. Indignazione vibrante per barzellette, vignette, battute ironiche "che orribile cattivo gusto!": che diamine, si tratta di un dente rotto, non ci è mica scappato il morto. Indignazione diretta alle reazioni di questo o quel politico, colpevole di non aver espresso a sua volta sufficiente e convincente indignazione, e giù lettere, messaggi, commenti, gente che si associa e si dissocia.

E' strano come ci si sia abituati ad provare indignazione per le cose più sciocche. Mi è capitato di leggere vibrantissime proteste, al limite della violenza verbale, contro chi copia gli abiti firmati; gente che si accalora e medita rivolte perché si ritiene in diritto di vedere una partita di calcio gratis; altri che sentono calpestata la propria dignità per assurdità quali il vicino che innaffia i fiori o vedono soprusi sanguinosi in un divieto di sosta.

Perché si fa un simile assurdo spreco di indignazione? Nessuno è più in grado di fare una scala di priorità, di dare un peso alle cose, e soprattutto di dare un valore al proprio sentimento di ribellione? Dobbiamo sprecarlo per un programma televisivo o le gesta di un malato di mente?

E se abbiamo gli ormoni dell'indignazione a mille, non riusciamo a trovare proprio nient'altro verso cui indirizzarli? Di soprusi e ingiustizie che meritano l'esercizio di sentimenti nobili ce ne sono a iosa, eppure riescono sempre a passare inosservati...

di Debora Billi

http://crisis.blogosfere.it/2009/12/lo-spreco-dellindignazione.html

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