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Al Presidente macchinista piace vincere facile

Con il Presidente macchinista alla guida della “Frecciarossa” da Torino a Milano si è ripetuto, per l’ennesima volta, il teatrino dell’inaugurazione di una grande opera. Nessun risparmio di superlativi per lo straordinario “successo” raggiunto. Ma possiamo davvero esprimerci in questi termini? La conclusione della realizzazione di un’infrastruttura e la sua apertura al traffico possono essere paragonate al completamento di un impianto industriale ed all’inizio della produzione. Di per sé, portare a termine un intervento non può in alcun modo essere considerato un successo.

Se da quello stabilimento non uscissero prodotti richiesti dal mercato in misura sufficiente da ripagare l’investimento effettuato, la sua costruzione non potrebbe essere considerata un fatto positivo ma un cattivo uso di risorse scarse.
E, a giudicare dal numero di utenti registrato nei primi due anni di esercizio, seppure limitato alla tratta Torino – Novara, ed alla offerta di servizi prevista inizialmente sulla linea, vi sono tutte le premesse per attendersi che il traffico passeggeri sulla Torino – Milano sarà di gran lunga inferiore a quello necessario a giustificare la realizzazione dell’opera che, come noto, è costata da due a tre volte di più rispetto ad analoghe linee in altri Paesi europei (vi immaginate il giudizio che si darebbe di un imprenditore privato che spendesse tre volte tanto rispetto ad un suo competitore straniero per realizzare lo stesso impianto?)
Non solo. Anche qualora i traffici sulla nuova linea fossero superiori alle più rosee previsioni ed il bilancio benefici / costi divenisse positivo, rimarrebbe il fatto che la maggior parte degli italiani, ma anche dei piemontesi e dei lombardi, non utilizzerà mai quell’infrastruttura che pure è stata costretta a finanziare con le tasse (o, meglio, che finanzieranno i nostri figli e magari nipoti che dovranno ripagare il debito contratto dallo Stato). Per tutti costoro il bilancio si chiuderà inevitabilmente in negativo. I pochi “vincitori” saranno gli utenti, soprattutto quelli abituali, che si serviranno degli eccellenti servizi ferroviari. Un caso, tra i molti, di privatizzazione degli “utili” e pubblicizzazione delle “perdite”.

Francesco Ramella
http://www.chicago-blog.it/2009/12/06/al-presidente-macchinista-piace-vincere-facile/

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