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Scudo fiscale, meglio del previsto

A quanto pare, ormai, lo scudo è stato metabolizzato. Per quanto amaro sia stato il boccone per milioni di italiani onesti, in qualche maniera sono riusciti a farcelo mandare giù. E' opinione ormai diffusa e accettata che senza il rientro di quei capitali il livello della merda in cui siamo immersi sarebbe arrivato a un livello molto più preoccupante di quello che già è.
Però non posso fare a meno di pensare se quei cazzo di capitali non fossero mai stati trafugati oltre confine e fossero rimasti a circolare nell'economia italiana, la situazione odierna avrebbe potuto essere un attimino meno drammatica.
Purtroppo, come sempre, l'onestà e la laboriosità di molti italiani è stata messa sotto dall'egoismo e dall'avidità di pochi industriali e imprenditori....che probabilmente si preparano a festeggiare un ricco Natale a champagne e chissà cos'altro.
Ma così va l'Italia.....

Il governo italiano festeggia i risultati dello scudo fiscale, provvedimento studiato per fare ritornare in Italia i capitali illegalmente detenuti all’estero. Risultati che sono stati superiori al previsto. Tanto che il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera ha potuto parlare di “segnali molto buoni”. Non ci sono ancora i numeri precisi – si parla di oltre 100 miliardi di euro – anche se ci si aspetta un bel regalo di Natale. Ma ci sarà l’attesa proroga come molti ritardatari vorrebbero? Befera ha spiegato che ogni decisione in merito spetta al governo. La scadenza verrebbe spostata addirittura al 30 aprile e l’aliquota della multa passerebbe dall’attuale 5% sull’importo del capitale rientrato al 6%. Ma c’è chi parla anche addirittura del 6.5% o del 7%.Anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha dichiarato di sostenere l’ipotesi di un allungamento della scadenza del provvedimento. Lo scudo, ha spiegato, ha raccolto una quantità importante di risorse e questo era l’obiettivo del governo. Quindi una proroga con una percentuale più alta da pagare potrebbe essere una opportunità. L’opportunità di cui parla Marcegaglia si realizzerebbe specie se tutti quei soldi venissero investiti nelle aziende e favorissero in tal modo una ripresa. Dopo il colpo al cerchio, uno alla botte. Il capo di Confindustria ha infatti precisato di essere anche favorevole ad una lotta all’evasione. A suo avviso, si è chiusa una fase nella quale lo scudo poteva essere un male necessario per capitalizzare anche le imprese. Ora se ne apre un’altra nella quale la lotta all’evasione fiscale deve continuare e diventare ancora più forte. Dal punto di vista della Svizzera che ha assistito ad un forte deflusso di capitali verso l’Italia, è però tutto un altro paio di maniche. A giudizio del nuovo ambasciatore svizzero a Roma, Bernardino Regazzoni, che ha presentato le sue credenziali a Napolitano, è necessario sfruttare tutte le possibilità, a tutti i livelli, per rilanciare il dialogo tra i due Paesi e superare le difficoltà con una soluzione globale. La Svizzera non intende contestare lo scudo fiscale, un’amnistia che va al di là delle relazioni tra Berna e Roma e le cui cause hanno radici nella crisi finanziaria globale. Ma anche se si tratta di una scelta sovrana è pur sempre una misura che, soprattutto nel Canton Ticino, ha suscitato profonde preoccupazioni e percepita come ostile nei confronti degli interessi svizzeri. Non lo avremmo mai pensato.

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