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Questo governo ha gli anni contati

di Carlo Cipiciani


Tutti ne parlano, sempre più ad alta voce. A leggere i giornali sembra di essere alla vigilia di una crisi di governo, di un redde rationem, della fine del centro destra. Ad occhio, sembra una pericolosa fuga in avanti. Attenzione: in tempi non sospetti – subito dopo le trionfali elezioni del 2008 – più volte abbiamo dubitato non solo della capacità di questa maggioranza di fare le riforme che servono all’Italia, ma anche di arrivare tranquillamente alla fine della legislatura.
Perché era già chiara la difficoltà di governare problemi complessi che non si risolvono a colpi di slogan semplificatori o di “ghe pensi mi”. Perché era evidente la presenza di troppe anime trasversali, a partire da quella “nordista” incarnata dalla coppia Tremonti-Bossi contrapposta a quella centro meridionale della coppia Letta-Fini. Perché neppure una sistematica occupazione dell’informazione che fa opinione (Tg in testa) può cancellare il cancro della questione giustizia che puntualmente torna e condiziona oltre il limite della decenza il suo capo Berlusconi.
Ma sono, appunto, cose note da tempo. E che non hanno impedito al centro destra di tenere saldamente il potere, che è diverso dal governare,  per molti anni. E adesso, proprio mentre il declino è più evidente e le crepe sotto il cerone s’intravedono sempre più, proprio ora che è palese la manifesta incapacità di risolvere i problemi del Paese e le contraddizioni della sua maggioranza, nel mezzo di una crisi economica devastante, quel furbacchione di Berlusconi – l’unico vero animale politico sulla scena, altro che dilettante! – farebbe un regalo del genere ai suoi nemici ed amici, o presunti tali? Tra rischiare di finire arrosto, anzi mettersi sul fuoco da solo, e restare sulla graticola la scelta è facile, anche se non piacevole. E le armi di Fini e Casini e dei cosiddetti “poteri forti” (chi li avvista, avvisi per favore) sono fiori nei cannoni. Il Pd poi semplicemente non esiste.
Magari mi sbaglio, ma c’è solo un’eccezione allo scenario che vede il governo continuare stancamente a sgovernare tra mille punture di spillo per almeno un paio d’anni: la blindatura giudiziaria di Berlusconi. A questo punto obiettivamente difficile. Ma se accadesse, a quel punto Silvio potrebbe anche rischiare il tutto per tutto e provare una nuova avventura elettorale, magari dopo aver regalato un fantasma di federalismo a Bossi da dare in pasto ad un elettorato del nord sempre più disilluso. Ma non prima. Gli altri? Troppo piccoli e troppo insipidi per poter fare qualcosa di diverso dal muovere aria. Che poi nel frattempo il Paese affondi nella melassa gelatinosa è una cosa che interessa solo a pochi fessi.

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