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Convivere con un inceneritore

by Cloro


Casa mia dista dall’inceneritore di Figino (nella foto) circa 1000 metri in linea d’aria. Se ci arrivate in macchina il contachilometri puo’ dirvi che avete fatto 4 km, tra stradine e curve, ma insomma, la distanza è quella.
La storia dell’inceneritore Milano-2 (figino- Silla) è una storia di due ciminiere molto inquinanti, che lasciano i davanzali delle finestre neri. L’unico vantaggio è che a casa mia, d’estate, pur stando in un posto molto verde, non ci sono le zanzare, contrariamente a tutta milano che d’estate langue tra fornellini e zanzaricidi varii. Qui non ce n’è bisogno.

Da quando sto qui, la battaglia per l’inceneritore è sempre stata attiva, in passato. Alla fine i comitati di quartiere si sono battuti (Figino è stato tra i comuni piu’ precocemente “incancreniti” d’Italia con percentuali anche del 20% superiori alla media nazionale) e per 5 o 6 anni obbligarono il comune ad abbassare le quantità di rifiuti bruciati e le zanzare tornarono.
Poi l’”innovazione e il progresso” avanzarono: l’attuale inceneritore è stato inaugurato nel 2003, ma ne sostituisce un altro che ci stava gia’ da molto prima (Figino fu il secondo inceneritore di Milano, il primo stava vicino all’Ortomercato) che stava a 50 metri dall’attuale e che è stato integrato dove si poteva: infatti oggi sputano veleno sia la vecchia che la nuova mega-ciminiera. Le zanzare, dal 2003, sono scomparse di nuovo.
Anyway, da casa mia l’inceneritore non dà fastidio: qualche puzzaccia le sere d’inverno, niente zanzare, che qui d’estate non è poco e, da quando c’è il nuovo inceneritore le massaie non protestano piu’ perchè in effetti è diminuta la quantità di polvere sui davanzali.
E’ alla notte, quando l’estate impesta Milano con un’umidità schiacciante e il tormento dell’aria ferma, che vi accorgete delle cose.
Il clima milanese estivo non facilita certo il sonno, quindi si tira tardi finchè lui vince. A quel punto si fanno le due e mezza-tre di notte come ridere.
E a quell’ora prende corpo un fetore insopportabile, mortifero, invasivo. Non c’è scampo da nessuna parte, potete chiudere finestre e tapparelle, ma lui è già entrato in casa. L’odore della PLASTICA BRUCIATA. Lo sentite come se bruciaste una tanica a tre metri dal vostro corpo. Siete obbligati a “mandarlo giu’” anche se vi viene da vomitare. Quando ero piccola, negli anni ‘60, mi è capitato di sentirlo parecchie volte perchè passavo spesso da un capannone che fabbricava “Moplen” quell’odore nauseante per davvero. E già allora provavo un disagio fisico davvero insopportabile. E non c’è scampo, se davanti a una vista brutta potete girare lo sguardo dall’altra parte, con l’odore non c’è storia.
Di notte potenziano la quantità combusta, capito? Contano sulla maggioranza che dorme, ma potenziano e di fatto innescano un massacro di massa. L’odore della plastica è diossina…e si sente con chiarezza, a non dormire, che ci sta facendo male, in quel momento lì che lo percepiamo.
Poi però fanno le campagne contro “le sigarette che fanno male”.

dal sito  http://www.cloroalclero.com/

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