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Sfogo di un impiegato pubblico

lettera di Francesco Pittaluga sul blog di Daniele Martinelli

Ho letto il tuo blog ed è davvero interessante specie per uno come me, appartenente alla tanto vituperata categoria degli impiegati pubblici e, tra questi, a quella dei peggiori. Quelli che si preoccupano di assicurare il gettito erariale: ebbene sì, sono un gabelliere! Lo ammetto. Ho giurato fedeltà assoluta alla Repubblica, cerco di vivere onestamente con il mio stipendio (che non è certo poco vista la povertà che attualmente gira per l’Italia e considerando il fatto che dei padri di famiglia dipendenti della Fiat si vedono spodestati del loro posto di lavoro perché la stessa Fiat, che pubblicizza tanto il proprio “made in Italy”, ha in realtà trasferito la maggior parte delle proprie linee di produzione all’estrero), cerco di fare onestamente e puntigliosamente il mio lavoro stanando gli evasori e tentando (per quanto mi è possibile) di assicurare all’erario qualche risorsa in più.
A fronte di questo cosa accade? Vengo considerato (in quanto dipendente pubblico) un povero cretino nonostante due lauree, un master ed un’abilitazione professionale. Un parassita da gasare con il Baygon, la causa principale del disavanzo pubblico. Un perdigiorno. A fronte di questo, per facilitarmi il lavoro, lo Stato al quale ho giurato fedeltà non mi fornisce (“ci” se considero anche i miei colleghi) non tanto le penne – tanto secondo alcuni siamo un branco di semianalfabeti – ma nemmeno la carta per scrivere. Per non parlare di testi normativi tipo codici e pubblicazioni o banche dati giuridiche (indispensabili in sede di attività di accertamento). La banca dati che utilizzo me la sono comprata coi miei soldi, che spendo anche per gli aggiornamenti annuali.
Vogliono instaurare la meritocrazia nel pubblico impiego? E’ una follia! In questo ambiente gli unici che “meritano” sono i ruffiani e, nel nostro campo, quelli che creano meno problemi (per non crearne basta solo lavorare poco).
Quando sono in verifica fiscale ho sovente la sensazione che chi ho davanti mi dileggi. Persone che guadagnano in un giorno quanto guadagno io in sei mesi cercando di farsi passare per semi indigenti!

Ho onestamente ormai schifo di tutto questo. Ma mi chiedo: cosa dovrei (dovremmo) fare? Arrenderci? Darla vinta a chi gioca con l’onestà della gente e del sistema Paese? Certo che no! Il grosso problema è che in questo Paese chi evade l’erario non è visto come una m….. ma come un “ganzo”. Ho vissuto un anno in Norvegia e ti posso assicurare che se qualcuno sa che il proprio vicino di casa è un evasore fiscale lo segnala immediatamente alla locale autorità fiscale. Qui sappiamo che ciò è fantascienza. Ecco uno dei tanti aspetti che dovremmo cambiare di noi stessi. Se vediamo un ladro per la strada non esitiamo (di solito) a chiamare i Carabinieri. Ma mi chiedo: è meno ladro chi ruba per la strada o in casa o chi evade l’erario? Nel primo caso il ladro produce danni solo ad una o ad un numero limitato di persone; nel secondo, invece, danneggia l’intero sistema Paese. Vai a farglielo capire…

dal sito http://www.danielemartinelli.it/

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