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Brancher, ministro de che?

di Carlo Cipiciani

Aspettavamo il sostituto di Claudio Scajola come ministro per lo sviluppo economico. Con la crisi, i fondi per lo sviluppo e la ripresa da gestire. Invece dal cappello a cilindro il mago Berlusconi ci ha regalato Aldo Brancher, bellunese ex sacerdote e poi manager Fininvest, suo fedelissimo e uomo di raccordo tra il Pdl e la Lega nord. Ministro per l’attuazione del federalismo.

Ministro de che? Già c’è il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto. Poi c’é il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli che si occupa di federalismo a tempo pieno: ha firmato persino la legge delega che porta il suo nome. E poi c’è il senatur in persona, Umberto celoduro Bossi, ministro delle Riforme per il Federalismo. Che poi sarebbe quello seppellito – Formigoni dixit – dalla manovra prefettizia di Tremonti. Una tripla anzi quadrupla poltrona. Di cui si capisce immediatamente l’utilità. Un capolavoro.
Si chiedono sacrifici ai cittadini. Si parla di sprechi. Si dice di voler tagliare i costi della politica. Ed ecco un ministro nuovo di zecca: se ne sentiva davvero la mancanza. Un ministro dal brillante passato: arrestato ai tempi di Tangentopoli e attualmente imputato nell’ambito del processo Antonveneta con l’accusa di appropriazione indebita perché avrebbe ricevuto versamenti in contanti da Giampiero Fiorani, er furbetto del quartierino. Processo mai decollato perché le udienze vengono rinviate a causa di legittimi impedimenti del neo ministro. Che adesso, c’è da scommetterci, aumenteranno.
Aridatece Scajola. Per favore.

dal sito www.giornalettismo.com

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