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Marea nera. 80.000 barili... e cominciò a Febbraio.

di Debora Billi


Due notizie piuttosto clamorose per la giornata di oggi.
L'eterna querelle sul quantitativo di barili che fuoriesce continua, e stavolta a fare rumore è la dichiarazione dell'ormai mitico CEO della BP, Tony Hayward, che durante la sua testimonianza al Congresso ha dichiarato che entro Luglio le sue navi saranno in grado di prelevare "tra i 60 e gli 80 mila barili di greggio al giorno" dal pozzo Macondo. Una cifra impressionante alla quale non avrei creduto solo qualche settimana fa, ma che ora arriva direttamente dalla BP. E fino a poco tempo fa si davano ostinatamente per buoni i 5000 barili: non sapevano ancora fare i conti, oppure siamo stati deliberatamente ingannati?
La seconda notizia è ancora peggio, e la fonte è l'indiscutibile Bloomberg. Ve la riporto così com'è:
La BP combatteva per chiudere le crepe nel suo pozzo di Macondo fin dal mese di Febbraio, più di due mesi prima dell'esplosione che ha ucciso 11 persone e sta spargendo petrolio nel Golfo del Messico. Ci sono voluti 10 giorni per chiudere le prime crepe, secondo dei report che la BP ha fornito al Minerals Management Service e che sono stati scoperti dagli inquirenti del Congresso. Crepe nella roccia circostante hanno continuato a complicare le operazioni di trivellazione anche nelle successive settimane. (...) Quando hanno scoperto che c'era molto petrolio là sotto, tutte le decisioni prese avevano il solo obiettivo di riuscire a prelevarlo ad ogni costo. E' stato un viaggio verso l'apocalisse fin dall'inizio.
L'articolo prosegue raccontando come già all'inizio di Marzo, mentre si cercava ancora di sistemare il casing del pozzo, è cominciata la battaglia per mantenere il controllo delle fuoriuscite di gas. L'ostinazione con cui la BP ha esposto se stessa, i suoi lavoratori, i cittadini americani e l'intero ecosistema al rischio di un disastro è davvero sconcertante, e tutto per l'avidità di mettere le zampe su quel petrolio. Ecco spiegati, en passant, altri misteriosi eventi come la vendita delle azioni BP e l'acquisto del disperdente molto prima del disastro, come sospettavamo qualche giorno fa.
Intanto, sui forum americani si diffonde il panico. Chi vive sulla costa sente tremende puzze "chimiche", ed alcuni cittadini si sono attrezzati acquistando rilevatori di benzene e altre sostanze ed andando a fare test fai-da-te sulle spiagge. A tal punto è ridotta la fiducia nelle istituzioni e la credibilità di ciò che ci raccontano.

dal sito http://petrolio.blogosfere.it

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