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Perché conviene evadere le tasse

Dietro i proclami di lotta all'evasione c'è un nuovo condono edilizio con tanto di istigazione a delinquere perché la sanatoria parte dal 2011. E solo in campo fiscale ci sono state più sanatorie che nell'edilizia

di Vladimiro Giacché

È convinzione diffusa che la manovra economica in arrivo rappresenti un’inversione di rotta del governo nella lotta all’evasione fiscale. Questa convinzione è alimentata dalle inedite dichiarazioni del ministro Giulio Tremonti, che giorni fa è giunto a parlare di “evasione fiscale colossale” che impedisce al Paese di avere uno “sviluppo forte” e sottrae “risorse per la ricerca, l’università eccetera”. E anche dalle improvvise amnesie di Silvio Berlusconi, che ha addirittura interrotto una trasmissione televisiva per negare di aver mai giustificato gli evasori fiscali. Cosa che invece aveva fatto, in un memorabile discorso pronunciato l’11 novembre 2004 alla festa della Guardia di Finanza. Ecco le sue parole di allora: “Se lo Stato ti chiede più di un terzo di quanto guadagni, c’è una sopraffazione nei tuoi confronti, e allora ti ingegni per trovare sistemi elusivi e addirittura evasivi ma in sintonia con il tuo intimo sentimento di moralità”.

Pur ammirando la qualità letteraria di questa lode dell’evasore, saremmo felici se la solidarietà di Berlusconi e del suo governo oggi si rivolgesse a soggetti diversi: ad esempio i disoccupati, o i lavoratori a reddito fisso che pagano le tasse sino all’ultimo euro senza potersele autoridurre a piacimento. Purtroppo, però, non è così. Almeno a giudicare da quanto leggiamo nella manovra faticosamente partorita dal governo. In effetti, dei 25 miliardi della correzione di bilancio entro il 2012, ben 8,5 gravano su Regioni ed Enti Locali, nella forma di minori trasferimenti, con l’inevitabile conseguenza di un forte aumento dei tributi locali. Altri 2,8 miliardi pesano sulle pensioni (posticipo e differimento del pagamento del tfr), 2 miliardi verranno dal taglio a spese dei ministeri, 1,3 miliardi da sacrifici imposti al personale di scuola e sanità (blocco delle carriere e congelamento degli scatti di anzianità), 580 milioni da tagli alla spesa farmaceutica.

Per i lavoratori della scuola e dell’università, il congelamento degli aumenti attuale si somma a quello già deciso nel 2008. Non solo: i tagli annunciati per i finanziamenti agli istituti di cultura (il 50 per cento di somme già ridicole) faranno seguito alla riduzione del fondo di finanziamento ordinario dell’Università, già stabilito dalla legge 133/2008 in poco meno di 1 miliardo e mezzo di euro di qui al 2013. Il risultato è inevitabile: un colpo formidabile alle prospettive di sviluppo del capitale umano del Paese.

In totale, i tagli alle spese fanno quasi 15 miliardi. Non è poco, soprattutto considerando che – come ha ricordato Mario Draghi – “le restrizioni di bilancio incidono sulle prospettive di ripresa a breve dell’economia italiana”. E il resto della manovra da dove viene? Quasi un miliardo dall’introduzione di nuovi pedaggi autostradali e rinegoziazione delle concessioni. E, se si volesse credere ai titoli, ben 8 miliardi dal “Contrasto all’evasione fiscale e contributiva” (titolo II della manovra). Peccato che parte provenga da un bel condono edilizio, camuffato sotto il titolo di “aggiornamento del catasto”: ossia dalla sanatoria relativa a 1,3 milioni di case fantasma (non dichiarate in quanto completamente abusive) e anche a variazioni “di consistenza ovvero di destinazione” di immobili già esistenti non dichiarate al catasto. Questa norma è scandalosa per almeno tre motivi: 1) perché il gettito che produrrà risulterà largamente inferiore agli oneri che lo Stato e gli Enti Locali dovranno poi sobbarcarsi per dotare dei servizi essenziali queste case, una volta regolarizzate; 2) perché alla sanatoria si può aderire “entro il 31 dicembre 2010” (si tratta quindi di una vera e propria istigazione a delinquere); 3) perché non si tratta del primo condono, ma del quinto in 25 anni (i precedenti furono nel 1985, nel 1989, nel 1994 e nel 2003-2004). In questo modo, il messaggio che la normativa fa passare è inequivocabile: violare la legge in materia edilizia conviene. Distruggere il paesaggio, ossia il nostro capitale naturale e storico, è cosa buona e giusta. C’è un solo ambito in cui si sono fatti più condoni che in campo edilizio: quello fiscale. In questo caso, tra condoni tombali, scudi e concordati, dal 1982 in poi si contano non meno di nove provvedimenti di sanatoria (1982, 1989, 1992, 1994, 1995, 1997, 2002-3, 2009). L’ultimo, il cosiddetto scudo fiscale, è di pochi mesi fa, e ha consentito ad evasori che avevano esportato illegalmente all’estero 95 miliardi di euro di regolarizzarli versando un obolo del 5 per cento. Se si fosse chiesto il 15%, gli importi relativi sarebbero stati sufficienti a coprire da soli metà della manovra. Ma le cifre dell’orrore economico, a ben vedere, sono ancora maggiori: sono i 247 miliardi di euro di reddito evasi all’anno secondo l’Istat (che fanno 120 miliardi di gettito mancato); soltanto sull’Iva il mancato gettito annuale è di 30 miliardi di euro.

Cosa c’è nella manovra per impedire che questo scandalo continui? Ben poco. Il provvedimento più concreto è la proibizione del contante al di sopra dei 5.000 euro: ma la soglia è così elevata da renderlo di ben scarsa utilità. Per il resto, è assai dubbio che le misure di razionalizzazione dell’attività di accertamento elencate possano produrre il gettito previsto. Del resto, una riprova di questo si trova nelle stesse cifre di recupero previste per l’anno corrente: appena 415 milioni di euro. Tra l’altro sulla fiscalità il decreto contiene (al titolo III) anche sorprese negative: come la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno e la possibilità per imprese europee di aprire stabilimenti in Italia applicando la normativa fiscale di un altro Paese dell’Ue (non necessariamente quello d’origine).

Una sorta di legge Bolkenstein fiscale, o di scimmiottamento dell’Irlanda fuori tempo massimo (ossia quando nella stessa Irlanda ci si interroga sui danni di una crescita degli investimenti basata sugli sconti fiscali alle imprese straniere). Insomma, dietro gli annunci nulla, o quasi. I ladri fiscali potranno dormire sonni tranquilli. Continuando ad obbedire, anziché alle leggi, al loro così particolare “intimo sentimento di moralità”.

Da il Fatto Quotidiano del 5 giugno

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