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La nostra politica estera ha un deficit strutturale di dignità

di subecumene

L’Italia, unico paese europeo oltre all’Olanda a respingere il piano Onu per un’inchiesta sull’aggressione israeliana alla Freedom Flotilla — ripetendo la prosternazione rituale agli Usa già eseguita con il rigetto del rapporto Goldstone sul massacro di Gaza — ci ricorda un importante principio politico: tanto più un governo è corrotto tanto più sottopone a sovrasfruttamento le fonti della propria legittimazione, non importa quanto ormai esigue e prossime all’esaurimento. Qualche mese fe Seymour Hersh, in visita nel nostro paese per ricevere un premio di giornalismo, rivelava particolari sulle incessanti, imbarazzanti e sgradite pressioni di Berlusconi sull’amministrazione Bush per farsi ricevere alla Casa Bianca o nella residenza estiva del presidente, in un quadretto che potesse essere trafficato nei media italiani come prova di un’amicizia personale. L’adulazione servile del potente doveva servire a ottenere quel tanto di attenzione necessaria a tenere in piedi la credibilità di cartapesta di un governo altrimenti impresentabile, tanto più su una scena internazionale dove la sua immagine era arrivata per il tramite di una stampa estera sprezzante e implacabile. Paradossalmente la tragedia della Freedom Flotilla arriva quasi come una gradita occasione di rispolverare la livrea con tanta più sollecitudine quanto più gli altri governi hanno dato prova di decenza nell’esigere l’accertamento dei fatti. Si potrà elemosinare così qualche altro passaggio televisivo a fianco di Obama come compenso per una politica estera che ci mette sempre in deficit di dignità.

dal sito http://subecumene.wordpress.com/

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