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... la guerra è ormai totale. Un default parziale è l’unica possibilità che ha l’Italia per emergere dall’acqua ...

di Leon Zingales - economiaincrisi.blogspot.com


Malgrado le affermazioni peregrine dei sostenitori dell’ipotesi di mercato efficiente (accademici tronfi incapaci di pensare), la speculazione non è un’entità astratta.
Esistono invece vili profittatori, parassiti pronti a succhiare il sangue delle prede più deboli, uomini grigi che stanno rubando il tempo delle economie ed il futuro delle generazioni. Simili loschi personaggi, dopo aver determinato la crisi sistemica, stanno imponendo tagli all’economia reale. Stanno succhiando energia dall’economia reale per far continuare a sopravvivere la dis-economia virtuale.
E’ l’ora delle decisioni irrevocabili: misure drastiche devono essere prese, radicali scelte devono essere compiute.
Allorché l’Italia entrò nella moneta unica e le monete nazionali vennero soppiantate, qualsiasi timida reazione all’esaltazione collettiva (guidata da potenti mani) venne messa al pubblico ludibrio. Anni particolari percorsi da eventi singolari precedettero quella decisione (vennero compiuti atti in confronto ai quali lo Yacht di Briatore e la casa di Scaiola rappresentano piccole monellerie di simpatici fanciulletti). In quel periodo affermare che l’Euro, cosi’ come era stato costruito, rappresentasse una camicia di forza, un’innaturale creatura rigida era considerato un attentato alla verità. Vigili controllori (poi adeguatamente ricompensati con onori, prestigio e potere) vennero piazzati affinché tutto procedesse come una parata festosa.
Tutti i nodi di quelle sciagurate decisioni sono ormai arrivati al pettine.
Di fronte alla tremenda guerra in atto non vi è altra strada che dichiarare default. Si preservino soltanto i titoli di Stato in mano ai piccoli risparmiatori italiani e si dichiari il default sugli altri (immantinente il debito verrebbe dimezzato). In fondo l’Italia è praticamente in pareggio di bilancio escludendo la voce del pagamento dell’interesse sul debito.
Mi rendo conto che una delle non secondarie conseguenze sarebbe la definitiva rottura dell’Euro: vi giuro che non piangerò lacrime di coccodrillo e non farò orazioni funebri di circostanza.
L’ideale, a quel punto, sarebbe nazionalizzare la Banca d’Italia acquistando il pieno controllo pubblico dell’emissione della moneta sovrana. La Storia insegna che fu proprio tale controllo uno dei principali motivi che permise all’Italia fascista di reggere l’onda d’urto della Grande Depressione che si diffuse a partire dal 1929.
Per mettere in atto simili decisioni servirebbe un governo di solidarietà nazionale costituito da patrioti; purtroppo i servi degli uomini grigi sono sempre molto numerosi.
Mi rendo conto che le precedenti affermazioni saranno considerate provocazioni di un buontempone. Fatelo pure, non mi opporrò certamente: d’altro canto, anche le mie critiche all’Euro inizialmente ricevettero un simile trattamento. Questa volta non passeranno anni per avere conferma della bontà di quanto detto: sarà sufficiente qualche mese, allorché altri sacrifici (sempre maggiori e sempre più inutili) verranno richiesti.
Purtroppo la guerra è ormai totale. Un default parziale è l’unica possibilità che ha l’Italia per emergere dall’acqua prima che i nostri polmoni brucino per assenza di ossigeno.
 

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