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Saramago: l’Italia abbia più rispetto della sua civiltà

«Ciò di cui ha più bisogno il popolo italiano, di questi tempi, è il rispetto di se stesso». Lo afferma il Premio Nobel portoghese José Saramago, scomparso il 18 giugno, nel suo ultimo messaggio: ho ha registrato in video per la missione della “nave dei diritti” (“Lo sbarco”) che approderà a Genova il 25-26 giugno per contestare il clima politico, la corruzione dilagante e la censura.  L’Italia, dice lo scrittore, ha suscitato vere e proprie passioni nella gente: com’è che si è lasciata «cadere così in basso»? Non molto tempo fa, «l’Italia è stata un esempio per l’Europa, con Garibaldi, con Verdi». Letteratura, arti, filosofia. «Com’è che è caduta? Io credo, per quello che fa cadere i popoli: la corruzione».
Saramago parla dell’Italia come di «un paese che porta dentro di sé tre grandi organizzazioni mafiose che hanno corrotto tutto lo Stato», trovando
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«un campo fertile per le loro attività» fino alla piaga generalizzata della corruzione pubblica: la stagione di Mani Pulite «non rimane, non va a fondo nelle coscienze», e ora regna Berlusconi: «Un disgraziato incidente, ma nient’altro che un incidente». Sarà perché, come recita un vecchio adagio, «i paesi hanno i governi che si meritano»?
«C’è una malattia interna al popolo italiano, che lo corrompe», accusa Saramago: «Metà è con Berlusconi, e all’altra metà piacerebbe essere con Berlusconi». Ed ecco, aggiunge lo scrittore, come una persona «ha potuto aggiungere alla corruzione precedente un nuovo tipo di corruzione», riferendosi alle leggi ad personam «che non servono ad altro che a lui e ai suoi». La domanda è: alle prossime elezioni cosa succederà? «Io non sono italiano», premette Saramago, «ma sono una persona a cui tutto ciò importa», visto che – a suo parere – l’Italia «in qualche modo sta negando la sua stessa storia, la sua stessa cultura» (il video su “Megachip”, www.megachipdue.info).

dal sito www.libreidee.org

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