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Favelle a ritmo di linguaBunga

di Daniele Martinelli

Per Berlusconi (Fede docet) i figli sono pezz ‘ e core ma per Nicole Minetti, papi è “un pezzo di merda col culo flaccido che gli ho parato” quando prelevò dalla questura di Milano la minorenne Ruby per consegnarla a una prostituta nata nelle favelas. Realtà da cui provenivano le “zoccole brasiliane che non parlano italiano” (Minetti ndr) palpate e saettate a colpi di “favella” dal presidente del Consiglio a villa bunga bunga in cui “ne vedrai di ogni“. E meno male che il presidente linguaBunga ha ricoperto la Minetti d’oro intestandole 4 appartamenti in via Bolgettina! Aspettando “quando si cagherà addosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi” ce l’ha scaricata sul groppone in regione Lombardia nel listino blindato (con firme false) di Formigoni all’ultimo minuto.
Lingualunga è stata invece Ruby, “l’unica vestita” ma non l’unica baby-lucciola del presidente “che non paga le donne“. Ha ragione. Le strapaga: maggiorenni e minorenni come Iris, seconda ex 17enne intercettata a villa bunga bunga pregata inutilmente di tapparsi la favella come Vittorio Mangano. Una delle tante conoscenze dell’esattore Giuseppe Spinelli a due passi dal garage dov’erano stipati 12 chili di cocaina. Non è dato a sapere se sia una partita del generale capo del Ros Giampaolo Ganzer, fresco di condanna a 14 anni per traffico internazionale di droga rimasto al suo posto. Si sa che il possessore della “neve” rinvenuta al palazzone di via Orgettina di Berlusconi è stato fermato nell’auto della bella Nicole da (c)Rimini. E’ il fidanzato della “favela” Polanco, che da linguaBunga ha pure avuto il numero di cellulare del prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, quello che “in Lombardia la mafia non esiste“, per ottenere (invano) un passaporto.
La danzatrice del ventre Maria Makdoum è rimasta schifata dai cunnilingus presidenziali. Un pochino meno le prezzolate papi-girls come le gemelle De Vivo (meteorine nelle umidicce mani di Umilio Fede) inondate con la Minetti e altre da schizzi di gioielli, bonifici, fatture da 50 mila euro e verbali di indagini difensive illegali da cui è spu(n)tato nero su bianco il prezzo del silenzio di Ruby: “4 milioni e mezzo da B. entro due mesi” a conferma di quanta verità la giovane marocchina diceva alle amiche e pure al padre quando lo rassicurava essere (ri)coperta d’oro per tenere lontano dai guai il presidente del consiglio.
Intanto linguaBunga andava sicuro. Asciugava le sue virgole di bava sulla pelle delle “teenie” con bustarelle traboccanti di euro sotto i vodka di Carlo Rossella, gli “amoremio” di Lele Mora e i manomorta di Umilio Fede, che sognava di fare la cresta sui prestiti di linguaBunga a Lele chissà, forse per ripianare altri debiti di gioco al Casinò? Qualunque fosse il motivo, per dirla alla Minetti nel “casino della politica” è “metterla nel culo a quello che ha fiducia in te“. Del resto la capiamo quando dice “Se cade lui… cadiamo noi“. Cadrebbe tutto il castello di ciarpame alla corte di linguaBunga dal parlamento alle tivù, dai consigli di zona ai palchi delle miss.
Un’industria troppo intrisa di gole profonde per perdere l’erezione sotto un processo di concussione e prostituzione minorile a carico di linguaBunga. Ecco perché per evitare di “levarci dai coglioni” non si può escludere che le intimidazioni giunte alla Santanché siano fatte “in casa” come fu per quel giornalista del Giornale di Genova sbugiardato in 24 ore. Ecco perché non dovremmo meravigliarci se a giorni potrebbe accadere qualche attentato per distrarre e impaurire gli italiani disinformati. Ecco perché il ministro Maroni dovrebbe mettere sotto scorta i parenti di Ruby a Letojanni. Perché le stragi bombarole in Italia non accadono più da quando Berlusconi comanda.
Io, da cittadino normale, mi limito ad aderire alla lettera aperta pubblicata sul sito di Liberacittadinanza in cui si chiedono le dimissioni di questo premier “indegno” per una democrazia europea. Come indegna di rimanere in regione Lombardia è la solita Nicole diM(in)ettersi, che martedì prossimo è attesa dai pm al tribunale di Milano proprio nella mattinata in cui al Pirellone il consiglio lombardo discuterà una legge sulla legalità proposta da Italia dei valori. Chissà se per questa causa la consigliera accamperà un legittimo impedimento! Io, intanto, sulla scia delle sue belle frasi, propongo un’ondata di cittadini italiani armati di rotolo di carta igienica da ammucchiare all’ingresso di Montecitorio. Decidiamo il giorno e procediamo.

dal sito http://www.danielemartinelli.it

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