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Il silenzio inopportuno delle gerarchie vaticane sul “bunga bunga”

di Barbara Cloro


Update: l’istituzione cattolica si è pronunciata per bocca dell’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe: ça va sans dire che lo assolve pienamente invitando a vedere “il bene che c’è in lui”

La vicenda “bunga bunga” fa nuovamente lo scalpore necessario a riempire le prime (e le seconde e le terze) pagine dei giornali di lenzuolate di notizie, che per la maggioranza  vertono sulle intercettazioni e sulle prove che i giudici di Milano hanno messo insieme per provare che Berlusca pagava quest’esercito di ragazze che, a seni nudi e cosce aperte, allietavano le serate del premier italiano al fine di ricavarne decisivi emolumenti.


Cio’ mentre è stata sovvertita la disciplina legale del lavoro in Italia e mentre una cospicua parte del paese soffre per la mancanza delle piu’ elementari risposte alle esigenze della sopravvivenza. Non intendo pero’ soffermarmi su come questa vicenda abbia mediaticamente seppellito la questione (per esempio) del referendum di Mirafiori, che ha creato un precedente che tra poco riguarderà tutti i contratti di lavoro (ne sono prova le parole di Marcegaglia), ma sul fatto che in questa profusione di particolari piccanti sui festini di Berlusconi con ragazze giovanissime, spicchi il silenzio “oculato” delle gerarchie ecclesiastiche.
Ora: i preti si pronunciano anche sulle piu’ insignificanti scorregge che pero’ a loro avviso minano “la dottrina morale” della Chiesa. E’ da poco che il Papa ha espresso una discutibile critica all’educazione sessuale e civile che, secondo lui, costituisce una minaccia alla libertà religiosa. Poco prima aveva parlato di preservativo, facendo una dichiarazione stranamente condivisibile, poi però subito smentita dagli alti prelati vaticANI che, figurarsi se lasciano passare un pensiero civile che, soprattutto in epoca di AIDS , potrebbe migliorare la vita del loro gregge.
Oggi la pastorale familiare del VaticANO è in serie difficoltà. Avendo eletto berlusconi e i suoi uomini come “i difensori politici della famiglia in quanto baluardo filoclericale per accumulare sempre piu’ quattrini (con le scuole private e le prebende che questo governo sempre destina alle cooperative e alle s.p.a.  cattoliche, del tipo “compagnia delle opere”) risulta difficile per loro ammettere che una Nicole Minetti, eletta nelle liste di Comunione e Liberazione (Formigoni) alla Regione Lombardia, come secondo lavoro facesse la lenona, per esempio. Per cui, non volendo mettersi contro Berlusconi e il suo munifico entourage, gli alti prelati tacciono, salvo qualche blanda reprimenda sull’”avvenire” che ricorda come Bagnasco qualche mese fa avesse richiamato (genericamente) chi riveste incarichi istituzionali ad una maggiore sobrietà, elargendo poi senza problemi la sacra eucarestia al berlusca, presumo dopo un’assoluzione dai suoi peccati (ovviamente per lui, sempre “veniali”).
Ma del silenzio dei preti parla Don Gallo, un prete che sarebbe gradito anche su questo blog “cloro” per la sua attenzione agli ultimi: Don Gallo, che rimarca la pesantezza di un silenzio che è eloquente di per se. Si chiede il Don perchè il VaticANO fatica a parlare, ad esprimere un giudizio sulla squalllida vicenda che coinvolge il leader dei politici “per la vita”, per la “famiglia” e per la “tradizione”.

Insomma: un Berlusconi che infiamma i cuori del MOIGE, dei cittadini cristiani di ogni tipo che allieta se stesso pagando ragazze perchè si denudino in sua presenza e si offrano alle sue voglie, non coincide esattamente  con i “piani educativi” della “pastorale familiare” sempre pronta a stigmatizzare comportamenti sconvenienti , contrari alla dottrina della chiesa in merito, fossero anche l’uso del preservativo come precauzione necessaria a non contrarre l’AIDS in età adolescenziale, come la maggior parte dei genitori di questo paese si augura pensando ai loro figli.
Possibile che non abbiano un’opinione sulla “cristianità” di politici che ricorrono regolarmente alle prestazioni di prostitute, pure minorenni? Sarà mica che sul tema “pedofilìa” si sentano affini a questa gentaglia…
E’ che la Chiesa, si sa, prima di prendere netta posizione aspetta che qualcuno “vinca la partita”. Molti tra i vescovi che rappresentano il potere pretesco, come Gianfranco Girotti ( Reggente della Penitenzeria Apostolica )  esortano ad “attendere che la giustizia faccia il suo corso in merito alle accuse rivolte al premier prima di esprimere giudizi definitivi”, come dire: non pronunciamoci prima che berlusca sia evidentemente alle corde, altrimenti ce lo mettiamo contro e questo non fa bene alle finanze del vaticANO. Indipendentemente che in quelle serate, di cui esistono compiute e dettagliate descrizioni fatte da figlie di famiglie “cristiane”, si sia usato o no, il preservativo.

dal sito http://www.cloroalclero.com

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