Pages

Contadini che sognano all'incontrario.

di Debora Billi


Leggo con estremo stupore, ma anche un po' di compiacimento, l'articolo uscito oggi su Repubblica: "Meglio la terra dei soldi", ovvero contadini veneti (veneti!) che rifiutano la conversione ad "edificabili" dei terreni di loro proprietà.
Cosa inaudite, sembra il sogno all'incontrario di Paolo Rossi. Da che mi ricordo, il passaggio da agricolo ad edificabile è sempre stato il sogno di ogni proprietario terriero: finalmente si poteva smettere di perder tempo con le patate e arricchirsi in fretta tirando su palazzine (a Roma) o capannoni (al Nord). O più semplicemente, vendendo tutto a qualche costruttore in cambio di tanti bei bigliettoni.
Qualcuno aveva già osservato che i terreni agricoli si stanno apprezzando in tutto il mondo. E con le rivolte per il pane nei Paesi di fronte, forse investire in produzione alimentare anziché in inutile cemento comincia a manifestarsi come scelta vincente. D'altronde, gli stessi contadini si sono accorti che centinaia di capannoni restano vuoti, che migliaia di appartamenti rimangono invenduti. Quel business è morto, finito, mentre la terra è in grado di continuare a produrre.
Resta il mistero di come sia possibile che Comuni, Province e Regioni si ostinino a voler cementare tutto, disposte persino a trascinare in tribunale chi si oppone, anche se ormai non c'è più alcuna domanda per tali opere. Solo una questione di tasse e balzelli? Chissà. Intanto, ci auguriamo che simili prese di posizione in controtendenza diventino una moda dilagante.

(PS Non ditelo a nessuno, ma rifiutare i capannoni in favore delle patate si chiama... decrescita.)

dal sito http://petrolio.blogosfere.it

btemplates

0 commenti:

Posta un commento