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Dall’assalto al G8 a “noi, piccoli imprenditori” – la giravolta di Luca Casarini, “il no global con partita iva”

Ma è vero o è una bufala? Fatemi sapere, per favore, perchè questo dubbio mi toglierà il sonno!

Fonte: http://www.fainotizia.it/2009/11/20/dall%E2%80%99assalto-al-g8-%E2%80%9Cnoi-piccoli-imprenditori%E2%80%9D-%E2%80%93-la-giravolta-di-luca-casarini-%E2%80%9Cil-no-glob

Ricordate Luca Casarini, il no global? Adesso fa l'imprenditore. È una delle tante partite Iva del Nord-Est, quelle che votano Berlusconi o Lega in percentuali bulgare.

Quando parla dell'Irap, il nuovo Casarini parla come la Marcegaglia: «Un'imposta che colpisce la produzione è un'imposta assurda». Quando parla delle banche, parla come Tremonti: «L'accesso al credito, specie in periodi di crisi come questo, dovrebbe essere agevolato». Quando parla del centralismo dello Stato, parla come Bossi a Pian del Re: «C'è una forte richiesta di autonomia dalla parte della nostra gente, dobbiamo riprendere in mano i nostri destini».

Guai a dirgli, però, che ha voltato gabbana. Ribelle era e ribelle rimane. La sua ditta, una società di consulenza su marketing e comunicazioni, l'ha voluta chiamare «Nexus 7». «Nexus 6 - spiega - era il replicante di Blade Runner che si ribella. Io sono il numero 7, mi ribello ancora di più».

La sede della ditta è a Marghera, a casa sua. Dipendenti zero. L'ha aperta in settembre. E due mesi sono sufficienti per capire i problemi di un mondo che non è propriamente quello da cui viene lui. Tasse, balzelli, burocrazia, clienti che non pagano e banchieri con il braccino corto hanno preso il posto di cortei, slogan, scontri con la polizia, denunce, condanne per resistenza a pubblici ufficiali.

Casarini, si rende conto che diranno tutti che è passato dall'altra parte?
«Ma non è vero. Io resto dalla parte degli sfruttati. E i nuovi sfruttati sono i piccoli imprenditori, gli artigiani. È il Paese che produce e quindi dovrebbe essere aiutato e invece si scontra con tutto un sistema di difficoltà».

Faccia qualche esempio.
«L'Irap è una vergogna. Specie in periodi di crisi. Viene tassata la produzione, non il reddito: ma le pare? E poi le banche. Per fare un mutuo, che è l'unico sistema possibile per comprare una casa, in Italia c'è un tasso medio del 5 per cento; in Europa è del 2,5. Per chi ha un'attività, poi... Io ho chiesto settemila euro di credito, per darmeli ci hanno messo un mese e mi hanno chiesto beni di famiglia in garanzia».

Sono i rischi d'impresa. Se ne rende conto solo adesso?
«No, ho sempre pensato che i piccoli imprenditori erano vessati. Non ho mai avuto un atteggiamento ideologico contro di loro. Per questo ho polemizzato con la sinistra, che ha sempre avuto un'impostazione classica: difende gli operai delle grandi fabbriche, che sono stra-garantiti, e se ne infischia di quelli che lavorano con i piccoli».

Sta pensando di passare alla Lega?
«Per carità. Non crederà davvero che la Lega tuteli le piccole imprese, vero? O che il Pdl sia il mitico "partito del popolo delle partite Iva"? Quelle sono tutte balle. La prova è che al governo ci sono loro, Lega e Pdl, e per noi piccoli imprenditori non stanno facendo niente».

«Noi piccoli imprenditori»? Siamo sicuri che lei è proprio il Casarini che guidava le masse contro il G8?
«Mi faccia continuare. Si è mai chiesto perché la Lega se la prende tanto con gli immigrati? Perché è l'unico argomento che può permettersi. Se parla di tasse, balbetta. La Lega, qui in Veneto, è lo Stato. È la Lega che ci impone le tasse. Dicono tanto di Roma, ma a Roma ci stanno loro».

Che cosa vuol dire aprire un'impresa proprio in tempo di crisi?
«Vuol dire scoprire l'iniquità del sistema fiscale. Le faccio un esempio. Oggi la gente paga tutta in ritardo. Chi lavora per gli enti pubblici, poi, riceve i soldi dopo 90 o 120 giorni, a volte dopo sei mesi. Ma l'Iva la deve pagare subito. Subito, ha capito? Io la recupero dopo mesi e mesi. E gli interessi, dico: gli interessi chi me li paga?».

Lei è un uomo di lotta. Ha pensato a qualche manifestazione?
«Beh, potrei cominciare a fare obiezione fiscale non pagando l'Irap, ad esempio».

Cioè evadere il fisco? Proprio lei? Sono discorsi da cumenda brianzolo che vota centrodestra.
«Un momento. Distinguiamo. C'è evasione ed evasione. Un conto sono i grandi evasori, che non pagano le tasse e poi si comprano l'Alitalia con i soldi dello Stato, cioè nostri. Un conto sono i piccoli, che devono pur difendersi».

Quindi lei giustifica l'artigiano o il commerciante che fa un po' di nero?
«Ma certo. Se no come fa a vivere? Uno è costretto a evadere. Lo so che eticamente è discutibile. Ma io vorrei sapere anche dove vanno, i nostri soldi. A finanziare le guerre? Io non ci sto».

E rieccolo, il Casarini disobbediente. Sarebbe curioso se il prossimo guaio giudiziario l'avesse per evasione fiscale, e si trovasse sul banco degli imputati con la stessa accusa di frode fiscale che i pm contestano a Berlusconi.

Michele Brambilla per "La Stampa"


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