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Ma tanto si va a votare.

di Rita Pani

Il fatto è che l’insurrezione popolare è già iniziata, ma in troppi continueranno a fare finta di nulla, convinti di vivere in uno stato democratico, e sperando che “la partita” conclusasi oggi, con uno scarto di gol risicato, ci porterà presto alle urne. Anzi, quelli di noi più votati alla parvenza di democrazia, non la chiameranno mai insurrezione popolare, ma guerriglia teppista. Gli studenti d’altronde sono già stati dichiarati perditempo che dovrebbero stare rinchiusi a studiare, e i lavoratori fancazzisti che non hanno voglia di lavorare. Il resto, ci dicono, sono comunisti o teppisti dei centri sociali abituati a compiere atti delinquenziali e spaccare vetrine.
Lo capisco, fa comodo pensare che davvero sia così: a quale italiota verrebbe mai l’idea di unirsi a tale feccia per riconquistare la democrazia? “Non è il modo – obiettano – abbiamo le urne.” Presto o tardi uno dei nostri figli, resterà steso sull’asfalto, e solo allora, forse, verranno alla mente le prime domande, alle quali spero, ci si sforzerà di dare risposta.
C’è qualcuno per strada che ci sta dicendo in modo forse più convincente di quanto possa fare io con le parole, che restano qua lasciando il tempo che trovano, che la democrazia è morta. E non ce ne sarebbe stato bisogno, se giorno dopo giorno, non fosse passata a troppi la voglia di guardarsi intorno e comprendere cosa stava accadendo.
Oggi sapendo che nulla sarebbe accaduto, in tanti sono rimasti appesi, in attesa che nulla accadesse. E così davvero potrebbe sembrare, se non fosse che tutti sappiamo che oggi è stato compiuto l’ultimo sfregio a quel che restava del cadavere della nostra democrazia. Uno stupro perpetrato da un necrofilo, abituato a pagare i servi e le puttane, quelle stesse che voi, obbligati dal vostro alto senso democratico, tornerete ad eleggere al prossimo giro di giostra. Perché è bene ricordare a chi anela alle urne, che pegno da pagare perché il tizio malavitoso potesse guadagnare tempo per aver soddisfazione e vendetta dalla magistratura che continua ad indagare, è anche – oltre a una buona sostanza i danaro – la sicura rielezione nello stesso parlamento democratico che hanno ormai di fatto annientato.
Capisco pure che sia difficile ammettere di essere stati complici di tutto questo, avendo finto di credere che la nostra vita in fondo pur se non perfetta fosse ancora accettabile. Comprendo che il fuoco che arde in un camino, riuscire a pagare la retta di una scuola privata per tenere al sicuro nostro figlio dal crollo del tetto della scuola pubblica, riuscire a farsi un’assicurazione sanitaria che non ti garantirà comunque l’operazione alla cataratta, ma ti dà diritto alla camera singola in una clinica se hai l’alluce valgo, siano cose che tutto sommato possano riuscire ad allontanare la gente “dagli intrighi di palazzo (sic!)”, ma forse sarebbe davvero giunto il momento di comprendere che se l’insurrezione popolare è iniziata, anche queste piccole certezze svaniranno. E sarà troppo tardi, perché saranno anche loro ad Antigua.
Allora so che ritornerete, e sarete finalmente pronti a pretenderla la democrazia.
Rita Pani (APOLIDE)

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