La televisione italiana e la cura Silvio
di Lameduck
Ma che sta succedendo agli italiani  che guardano la televisione? Se analizziamo i dati degli ultimi ascolti  televisivi c'è da stropicciarsi gli occhi diverse volte. Non ci si  crede.
Il TG1 del gerarca  Minzolini perde spettatori a rotta di collo e a sue spese guadagna  Mentana con il suo TG monocratico ma sicuramente ben fatto e che non  parla solo della stagione degli amori del muflone muschiato ma di fatti.
A guardare Saviano e Fazio,  strameritevoli senz'altro per aver fatto cultura ed informazione in  prima serata ma, diciamolo senza timore di bestemmiare, con un programma  tanticchia prolisso,  un campo minato a paraculaggine dove c'era sempre  il rischio di saltare in aria, c'erano in certi momenti quasi 19  milioni di persone a seguirli davanti allo schermo. La media di ascolto  dell'ultima puntata è stata di nove milioni di telespettatori.
L'ultimo  fatto incredibile ieri sera. Sempre sulla RAI è tornato il teatro dopo  33 anni con "Filomena Marturano". Mariangela Melato e Massimo Ranieri a  recitare Eduardo. Più di cinque milioni di telespettatori. E' vero che altri cinque milioni guardavano nel medesimo tempo "I Cesaroni" ma è pur sempre un fatto quasi incredibile.
E  noi che credevamo che i telespettatori fossero dei poveri dementi  decerebrati atti solo a farsi venire il cervello a squacquerone grazie  alle tette & culi gentilmente offerti in quantità industriali da Sua  Berlusconità. Una massa di superficiali dalla testa simile a quella  cosa che nun vo' penziere.
Sono anni che sostengo che la  gente sarebbe ben felice di guardare dell'ottima televisione, se solo  gliela si desse. Quando hai assaggiato la Sacher all'Hotel Sacher  difficilmente ritorni alla Viennetta.
Io e quelli della mia generazione siamo venuti su a sbadilate di cultura trasmessa dalla televisione. 
La  tv ci ha fatto da scuola. Abbiamo imparato le lingue e perfino a  leggere e scrivere, grazie a San Alberto Manzi, protettore degli  analfabeti e primo adorato maestro catodico di milioni di cinquantenni.
Il  venerdì sera avevamo il teatro e le fiction portavano in casa i  classici della letteratura. A cantare per noi c'era Mina, mica Nebruz,  with all respect.
Se siamo  diventati più cinefili di Tarantino è grazie ai "cicli" dedicati ad  attori e registi. Intere filmografie, da Kurosawa a Bergman, Fellini e  John Ford ed ai corsi di cinema trasmessi all'ora di pranzo. Tra  parentesi, ho notato con piacere, stasera, che La7 commemora Monicelli  trasmettendo un suo film e un documentario a seguire. Come usava una  volta. Teniamo presente che nel 2009 il decennale della morte di Stanley  Kubrick è passato totalmente sotto silenzio. 
Era  la televisione di tanto tempo fa, certo. Roba da vecchi.  Però, come ha  dimostrato la Spagna qualche anno fa, quando ha tolto la pubblicità  dalla tv pubblica e ne ha fatto uno strumento di cultura, lasciando la  fuffa e le minchiate alla tv privata, la gente si è buttata sulla tv  pubblica e gli ascolti di quest'ultima sono impennati. La cultura è  sempre attuale, non invecchia mai.
Da noi sono più di trent'anni  che lo spettatore è sottoposto, immobilizzato sul divano, alla cura  Silvio. Obbligato a farsi piacere, anche per forza, la gnocca che piace a  Sua Bassezza, quella pettoruta e dall'encefalogramma piatto. Addestrato   a sbavare come il cane di Pavlov con la televisione dei guardoni fino a  farsi quasi venire per reazione la crisi di rigetto verso il sesso sano  e praticato. 
Torturato dalla  pubblicità (cinque minuti di programma o film  e tre di spot) lo  spettatore non ha scampo perché tutta la televisione si somiglia, dato  che il virus ha infettato tutti i canali. Non poteva che essere così,  giacché se ci fossero stati dei canali intelligenti o semplicemente  normali, la gente non avrebbe mai abboccato all'amo del venditore di  fuffa ed al suo progetto politico.
La  RAI ha dovuto abbassarsi a diventare una succursale della TV  Spazzaturaset (un giorno capiremo una volta per tutte che non si può  pretendere da chi ha fondato un regno sulla monnezza di liberarne una  città) e da servizio pubblico si è trasformata in termovalorizzatore di  contenuti, cultura e divertimento normale e non pervertito in senso  voyeuristico. Desidero inviare, a questo punto, un vivo e sincero  ringraziamento di cuore alla sinistra italiana che ha contribuito a  consegnare la tv pubblica nelle grinfie del Grande Guardone senza  opporre resistenza. 
Ora  però qualcosa forse sta cambiando. Esiste notoriamente l'effetto  boomerang e, come per la Cura Ludovico, l'overdose di oscenità e  stupidità sta cominciando a far vomitare i telespettatori sul tappeto  acquistato con la televendita. I programmi che solo qualche anno fa  avrebbero fatto ascolti da percentuale di albumina perché culturali ed  "impegnati" ora sbancano l'Auditel. E' una reazione ed è vivaddio  tremendamente sana e normale. 
Avrei una curiosità  sperimentale. Chissà come sarebbe sottoporre Silvio alla sua stessa  cura. Una roba molto Abu Graib, me ne rendo conto,  legato alla sedia  con gli occhi pinzati a guardare 24 ore al giorno Italia1, deprivato del  sonno.
Quanto  credete che resisterebbe? Non lo so, essendo abituato a "Ballarò" e a  Santoro forse non molto. Sicuramente, dopo ore di "well, well, well" di  Duffy  arriverebbe ad odiare la pubblicità con tutto il cuore e perfino  la gnocca. Dell'Utri mi fé, disfecemi Belen.



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