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Storie dalla crisi

Oggi Repubblica pubblica un piccolo resoconto di storie dalla crisi. Così mi sono detta, ne conosco anch'io. Ve ne racconto tre: non sono storie drammatiche, anzi. Si tratta di tre persone che in qualche modo hanno trovato una soluzione, magari momentanea, ma che pare funzionare. Soluzioni che però la dicono lunga sullo stato in cui versa il nostro Paese, e a me sembrano davvero emblematiche della tragedia che si va lentamente a consumare: i laureati che gettano la spugna, gli imprenditori che licenziano, gli stranieri che se ne vanno.

- La plurilaureata. Un'amica con laurea quinquennale scientifica, e tanto di dottorato di ricerca (in cui ha lavorato gratis). Ha trovato lavoro subito dopo la laurea. E' molto brava e meticolosa, ma sapete come funziona nelle piccole aziende italiane: c'è spesso un padrone che crede di essere Dio. Così, dopo tre anni, ha deciso che c'era bisogno di novità e ha iniziato un drammatico mobbing ai danni della mia amica. Che non ha resistito e ha dato le dimissioni. Ha cercato un po', ma un nuovo lavoro non è facile da trovare, o le offrono cifre irrisorie. Così si è detta: ma sono sicura di voler di nuovo schiavizzarmi sotto un padrone pazzo, a subire di tutto per quattro lire? Ora ha aperto un negozietto con un'amica. Dieci anni di studi universitari finiti nel cestino, guadagni minimi, ma almeno ha finito di strisciare.

- L'artigiano. Un amico con un piccolo laboratorio artigiano, lavori di buona qualità, tre dipendenti e mai problemi. Mi ha detto: "Ho scaricato tutti i clienti grossi. Lavorando per grandi quantitativi, il margine di guadagno è risicato e ultimamente svanisce nell'attesa dei pagamenti, che arrivano dopo mesi quando arrivano." Ora si dedica solo a clienti piccoli, lavori di alta qualità, e pagamenti sull'unghia o niente. Il suo guadagno è esattamente lo stesso, ma guarirà dall'ulcera che gli causavano le attese infinite. Però lavora da solo, i dipendenti sono finiti a casa: non ce n'è più per mantenere quattro persone.

- Gli stranieri. Paolo è rumeno, sposato con Giusi, polacca, e hanno una bambina. E' un piccolo imprenditore edile, ha un'azienda finora florida con due amici italiani. Ma oggi c'è poco lavoro, e i clienti non pagano. Tasse e gabelle li mangiano vivi. Ora ha anche ricevuto lo sfratto. Sta seriamente pensando di trasferirsi in Polonia: "I nostri parenti polacchi mi aspettano a braccia aperte, c'è tanto lavoro per un esperto come me. Abbiamo anche casa a disposizione, la vita costa pochissimo ma si vive bene. Che ci stiamo a fare in Italia?" Non è l'unico straniero a pensarla così.

http://crisis.blogosfere.it/2009/09/storie-dalla-crisi.html

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