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Se chiedi spiegazioni, Berlusconi ti chiede i soldi

“È un cerchio che si sta chiudendo”: queste le prime battute di Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale stampa italiana, sulla causa intentata a Repubblica. “Sarebbe un errore gravissimo restringere la vicenda ad uno scontro fra Berlusconi ed il gruppo Espresso. Troppi sono i segnali che indicano un attacco frontale al ruolo stesso del giornalismo - continua Natale - e al diritto dei cittadini di conoscere vicende di rilevanza pubblica: le manovre contro RaiTre; le colleghe dell’Unità messe all’indice in conferenza-stampa; il Tg3 sotto processo per aver dato risalto alle proteste di lavoratori; le bordate contro testate cattoliche come Famiglia Cristiana e Avvenire; gli spot del film Videocracy proibiti sulle reti Rai e Mediaset; le critiche al Sole 24 Ore per le sue inchieste; gli avvisi di sfratto, qualche mese fa, per i direttori di Corriere della Sera e Stampa; gli inviti agli imprenditori a togliere pubblicità ai giornali ‘disfattisti’”.

Ci va pesante il Berlusconi, con intimidazioni, richieste di risarcimenti milionarii (è recente anche la notizia della richiesta di danni all’Unità) alla stampa “non esattamente” allineata all’obbligo di astensione dalla critica e all’occultamento di notizie. Le porcherie dell’esecutivo non devono avere eco mediatica, questo è il messaggio.

E ci metto sopra anche l’intimidazione a Google perchè accetti il ricatto di “Personalizzare” a misura italiana il motore di ricerca.

Non solo Berlusconi è detentore praticamente di tutti i media italiani, ma la sua ricchezza (pari al PIL di un piccolo paese prospero) gli permette di lanciarsi in cause milionarie sottoponendo gli organi di stampa a rischi che non si possono permettere, per l’esagerata disparità economica tra loro e l’”attore” di siffatte querele.
Anche le parole di fuoco rivolte alla commissione europea i cui membri lo hanno piu’ volte criticato (Berlusconi ha minacciato il blocco delle attività europee, mettendo a rischio la poltrona di Barroso) hanno lo stesso fine: imbavagliare, ingessare, silenziare, sottomettere qualunque voce pubblica che si levi, critica, verso l’operato suo e dei suoi uomini.

Ha minacciato querele anche nei confronti dei giornali europei, è pronto a querelare il mondo intero, purchè la sua attività di scarso livello politico non emerga alle orecchie dei suoi elettori.

I principi della costituzione sono scritti, chiari e distinti e l’operato di Berlusconi in questo senso in teoria non dovrebbe proprio neppure far sorgere il minimo dubbio sul fatto che le sue istanze dovrebbero essere respinte. Ma la sua posizione, che un po’ di tempo fa stigmatizzava la classe dei giudici con epiteti varii (toghe rosse, giustizia ad orologeria ecc…) sembra essere cambiata. Oggi, da uomo di potere e sfoderante quello che lo caratterizza in modo esplicito e definitorio (la pecunia), sembra così sicuro della magistratura, da affidare alle sue decisioni la prossima evoluzione italiana verso un assetto di censura totalitaria e di media completamente asserviti solo alle campagne pro-popolo delle libertà.

E, da quello che ho capito di Berlusconi, i suoi quattrini gli permettono di muoversi solo in un ambito fatto di certezze. Questo “rivolgersi ai magistrati” da parte sua, non è un buon segno.

http://www.cloroalclero.com/?p=2092#more-2092

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