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Banca Etica e Etica Sgr, no ai capitali rientrati con lo scudo fiscale

Banca Popolare Etica, la prima banca italiana che opera secondo i principi della finanza etica, e Etica Sgr, società di risparmio gestito del gruppo, non accetteranno la raccolta di capitali che dovessero rientrare in Italia grazie allo “scudo fiscale”. Un secco no al provvedimento messo a punto dal governo Berlusconi, dunque, che alimenta le perplessità su un’operazione già criticata da più parti. L’istituto di credito padovano, attraverso un comunicato pubblicato questa mattina sul suo sito ufficiale, ha sottolineato anche come di conseguenza non predisporrà alcuna misura commerciale e operativa al fine di attirare tali capitali o facilitarne il rientro.

Lo “scudo fiscale” del governo italiano prevede, di fatto, un gigantesco premio per tutti gli evasori che hanno nascosto in conti correnti esteri i propri capitali. E un salvacondotto per una vasta serie di reati, compreso il falso in bilancio. Nell’ambito del provvedimento è previsto perfino il sollevamento dall’obbligo, per gli intermediari, di segnalare le operazioni sospette a fini anti-riciclaggio.

«I principi della finanza etica che ispirano per intero la nostra attività – ha spiegato Mario Crosta, direttore generale di Banca Etica – prevedono la piena tracciabilità del percorso del denaro e la provenienza lecita di quello che raccogliamo. Accettare capitali accumulati anche grazie al mancato rispetto delle leggi e che, al già grave reato di evasione fiscale, potrebbero sommare il falso in bilancio, sarebbe una violazione del nostro dna e un tradimento dei clienti che ci scelgono quotidianamente in nome di un uso responsabile del denaro».

Mentre dunque la maggior parte degli istituti di credito stanno mettendo in campo “task force” di esperti e strumenti finanziari ad hoc per intercettare il ghiotto boccone dei capitali occultati e ora in via di rientro, Banca Etica opera una scelta opposta. «L’intermediazione di denaro proveniente da attività illecite umilierebbe l'impegno per la legalità che noi, insieme ad altri istituti bancari, associazioni e cittadini scegliamo quotidianamente - ha aggiunto Fabio Salviato, presidente dell’istituto -. La normativa proposta, tra l’altro, potrebbe esonerare gli intermediari finanziari anche dall’obbligo di segnalare eventuali operazioni in odore di riciclaggio. Non è certo in questo modo che il settore bancario recupera la fiducia dei cittadini. Il bisogno del governo di fare cassa non giustifica un condono iniquo verso i risparmiatori che hanno sempre rispettato le regole, e profondamente diseducativo. In Italia l’evasione fiscale è una piaga da combattere con il rigore e non con le sanatorie a basso costo».


http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=1584

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