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Lettera aperta alla sen.Laura Allegrini (PdL)

http://www.cloroalclero.com/?p=2277#more-2277

Gent. sen Allegrini:

Le scrivo per esprimerLe la mia opinione in merito all’interrogazione parlamentare e alla denuncia che Lei ha posto in essere in merito al blog Precariopoli.

Leggo che Lei è una senatrice del PdL, che ha piu’ o meno la mia età e che di mestiere fa l’imprenditrice . Leggo che si è indignata per le vignette e l’ironia di Precariopoli e che ha voluto fare un gesto eclatante, mediaticamente “sonoro”: chiedere in Parlamento di oscurare quel blog e inoltrare presso la polizia postale una denunzia affinchè di questo “sovversivo provocatore” si occupi la magistratura. Brava.

Spero che tutto cio’ non abbia nulla a che fare da parte sua con un “ruolo di protagonista” nell’attentato alla libertà di espressione che si sta portando avanti in parlamento, con il totale dissenso di quasi tutti gli italiani. Come del resto v’è popolare ed esteso dissenso sul tema “guerra” che voi politici portate avanti in barba alla volontà di noi popolo italiano che, di destra o di sinistra che siamo, esprimiamo ovunque disaccordo.

Ora: lei scrive o fa scrivere che è un’inaccettabile ironia dileggiare i morti in una missione di guerra (non prendiamoci in giro. Anche “il giornale” arriva a criticare l’ipocrisia linguistica della “missione di pace” come “logica da perdenti”) e magari potrebbe aver ragione .

Ma il popolo italiano non è d’accordo con questa guerra. Anche De Magistris, che non fa parte della sua stessa parte politica è stato criticato dai suoi stessi simpatizzanti ed elettori per aver usato la medesima ipocrisia mediatica che usate voi, Berlusconi e La russa e Frattini e gli altri, dei “missionari per la pace”.

E il blog Precariopoli, certo non brillando per buon gusto e sobrietà di sentimenti, ha comunque un merito: far arrabbiare i guerrafondai e far parlare, tra indignati per l’una e per l’altra cosa, di questa guerra in cui siamo coinvolti. Che non è nè una guerra di civiltà, nè una guerra contro il burqa per le afghane. Ma una guerra per gli oleodotti, gestita economicamente dall’ENI che non porta ne porterà benefici al popolo italiano, non risolverà alcun problema: non la crisi economica, nè quello dei precari, nè quello dei disoccupati in continuo crescendo, nè quello dei lavoratori che muoiono, nè quello delle mafia e della camorra che in Italia spadroneggiano, avvelenando uomini, terra ed acqua, senza che questo “tunnel feudale” abbia mai una fine.

Sia onesta, sen. Allegrini. Io sono una persona semplice,ma so per certo che lei ha voluto mettersi in mostra con “atti esemplari” di punizione individuale per fare dei piaceri al suo padrone e alla classe economica (lei è un’imprenditrice) cui appartiene.

Che possibilità abbiamo, noi italiani che siamo contrari alla guerra di far sentire la nostra voce, se non quella di provocare reazioni come la Sua, in modo che, almeno, se ne parli dell’opportunità di far restare in Afghanistan i nostri militari? Nessuna. Ci voleva un Ramone e il suo sarcastico “bingo” per far si che il “giornale” parlasse della questione. E ci voleva lei, senatrice, con i suoi proclami indignati di richiesta di punizione esemplare per suscitare un minimo di reazione.

Badi: non parlo da comunista (non lo sono neppure, sono anarchica e su questo blog puo’ trovare pesanti critiche a Prodi, all’epoca di Turigliatto e Rossi che votarono in modo contrario al finanziamento di quest’ obbrobrio umano e costituzionale che è la guerra afghana, appoggiata anche dal PD che viene da me ugualmente stigmatizzato) ma parlo da figlia di un soldato italiano, un reduce d El Alamein, che si è sentita racconti di guerra per tutta l’adolescenza e che si è educativamente formata il significato di “guerra=NO BUONA“.

Signora Allegrini: non so se conosce gli effetti dell’uranio impoverito, sparso a piene mani nei territori occupati dagli eserciti occidentali in Iraq e in Afghanistan ( e in Kossovo, diciamolo) sui neonati , ma anche (direbbe il suo collega Veltroni) sui soldati italiani tornati vivi ma con la morte addosso. Come direbbe Vasco Rossi: “c’è chi dice no” a queste cose. E cominciamo ad essere in tanti ed anche bipartisan.

Lei è senatrice, sig Allegrini. E’ anche imprenditrice e ricca. Io, che ho piu o meno la sua età, condivido con lei la necessità di rendere onore ai soldati morti. Lei, che rappresenta il potere governativo di questo periodo, dimostri, in maniera un po’ meno banale dell’invocare censura e punizioni, che la sua iniziativa scaturisce da un sentimento diverso dalla mediocrità e dalla voglia di ribalta mediatica. Si batta per risarcire le famiglie dei 28 soldati morti dopo le missioni, per le intossicazioni contratte durante le guerre di Iraq e Kossovo.

E a questi soldati morti in Afghanistan dia un congruo risarcimento, magari un mezzo milione di euri a famiglia, così che possano vivere nonostante la tragedia che il potere che lei incarna in questo momento ha causato con le sue decisioni. Per esempio ho visto che Roberto Valente, uno dei “ragazzi caduti a Kabul” lascia un bambino piccolo:
Garantisca a questo bambino, colpito dall’immane tragedia di essere rimasto senza padre perchè, come dice da sempre la sua parte politica “andarsene dall’Afghanistan sarebbe un disastro” un futuro che lo compensi del triste destino di aver avuto un padre al servizio di “questo stato” italiano.

Penso che questo sì sarebbe un ottimo modo di “rendere onore” ai morti. Penso che anche la “sete di giustizia” che l’indignazione per le vignette di Precariopoli suscitano nelle anime sensibili come la Sua (e ancor di piu’ in quelle delle famiglie dei caduti) sarebbe degnamente resa. E porterebbe armonia (parzialmente) anche in quella contraddizione, quello scompenso strano, che fa sì che nella nostra costituzione vi sia un articolo fondamentale secondo cui “ripudiamo la guerra”, epperò periodicamente “i nostri ragazzi” in guerra ci crepano lo stesso. Con o senza i dileggi di precariopoli.

Con rispetto per tutti, la saluto.

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