rincara il petrolio? Magari!
di Paolo de Gregorio
Qualche cifretta che  tutti dovrebbero conoscere per esprimere un giudizio serio sulla realtà:  il mondo consuma 90 milioni di barili di petrolio al giorno (ogni barile contiene 159 litri), il consumo è in aumento e nell’ultimo anno è cresciuto di 1,5 milioni di barili (al giorno).
Per  avere una idea di proporzioni dei consumi, è utile sapere che gli USA  (con soli 350 milioni di abitanti) consumano il 20% del petrolio  mondiale, la CINA (con un miliardo e mezzo di abitanti) il 10%, l’Italia (con 60 milioni di abitanti) l’1,5%.
La Libia produce solo 1,2 milioni di barili al giorno, e non è nemmeno in grado di coprire l’aumento medio annuo dei consumi mondiali.
La  prima considerazione da fare è quella ecologica, e la risposta da tempo  è stata data dagli scienziati: è sostenibile da parte dell’ecosistema  assorbire le scorie di 90 milioni di barili di petrolio al giorno  bruciati in atmosfera? Naturalmente NO, ma noi siamo furbi e non diamo  retta alla scienza e ci rifugiamo nel fatalismo, nella speranza o nella  provvidenza.
La  seconda considerazione riguarda la colossale presa per il culo che  abbiamo subito in tutti questi anni dal Trattato di Kyoto in poi, dove  il problema di diminuire i consumi e le emissioni ha trovato l’economia  reale totalmente sorda e impermeabile alla ragione, e anziché diminuire  si è andati ogni anno in avanti con i consumi e per giunta è anche  aumentato il ricorso al carbone.
E anche qui nessuno s’è preso sulle spalle la croce di dire che l’economia è una dittatura a cui non si riesce a mettere regole.
Certo  ciò che stride di più è l’enorme consumo di risorse petrolifere degli  USA, soprattutto per eserciti, flotte, aviazione militare e per un parco  macchine assurdo per grandezze e consumi.
Perché  spero che le rivoluzioni arabe arrivino all’Arabia Saudita e ai paesi  del Golfo Persico? Perché spero che il petrolio aumenti al punto da far  diventare economica la opzione delle energie rinnovabili, e di  conseguenza che nessuno usi più il petrolio ed esso rimanga sottoterra.  Se ciò accadrà la salute degli uomini e del pianeta ci guadagnerà molto,
Certo  perderemo per sempre le spiagge piene di catrame, lo spettacolo delle  petroliere in fiamme e dei pozzi in alto mare che sversano per mesi,  diminuiranno drasticamente i tumori nei bambini che respirano le polveri  sottili del traffico delle città, non vedremo più Emilio Fede esultare  per le guerre Usa del petrolio, ma ce ne faremo una ragione.
Cosa  può dare più ottimismo e speranza ad un popolo che fare la rivoluzione  energetica fino a quando non arriverà alla completa autosufficienza e  quindi alla indipendenza anche politica?
E’ un obbiettivo che bisogna porsi, soprattutto dopo la squallida vicenda con la Libia,  dove il nostro premier si è umiliato a baciare la mano di Gheddafi per  continuare ad avere il 20% del petrolio che consumiamo e continuare a  vendergli armi.
Autosufficienza  energetica ed alimentare per ogni paese, devono essere il fondamento di  ogni strategia di sviluppo e di governo, accanto ad una politica  demografica che individui una proporzione tra risorse del territorio e  numero di abitanti.
Chi continuerà a testa bassa a chiedere crescita di produzione e consumi presto si troverà nei guai.


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