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LA POLITICA: L’AFFARE DEGLI AFFARI

di Gianni Tirelli


Sostenere la tesi che esistono intrecci fra la politica e affari, non solo, è un eufemismo, ma una vera troiata. La politica che oggi governa il nostro paese è rappresentata da una marmaglia di procacciatori d’affari al soldo del potere economico, che hanno trasformato la sacralità del parlamento in un postribolo di profanazione dove si mercifica la dignità altrui, a suon di privilegi, denaro e puttane. La politica è l’affare degli affari! Al punto in cui siamo, è impensabile un qualsiasi cambiamento o radicale riconversione. La società italiana è così marcia e corrotta in ogni sua cellula che, se per assurdo, si riuscisse ad imporre regole ferree e pene certe, lo stesso sistema economico finanziario imploderebbe in breve tempo, e il nostro paese affonderebbe definitivamente. E’ questa la cruda e sconcertante realtà, risultato di un liberismo tiranno e senza regole, che attraverso un meccanismo perverso, improntato al consumo sistematico di beni effimeri, consolida il suo potere e guarda al risparmio dei cittadini, come ad una sciagura planetaria. Oggi siamo al punto culminante di questo processo morboso che non concede vie di scampo, ne pragmatiche soluzione atte, non dico ad invertire, ma almeno a contenere la sua maligna virulenza, per limitarne, in parte, i danni. Minimizzare e banalizzare l’attuale crisi, appellandosi irresponsabilmente a una difficoltà globale, con l’intento di giustificarne crimini e collusioni, é l’ennesima strategia dell’infausta e immonda cricca di berluscones, che ancora una volta riverseranno sul nostro paese, oneri sacrifici.

Se, per fare un esempio, tutti gli automobilisti di Milano rispettassero alla lettera il codice della strada, questa città, già di per se invivibile e caotica, si bloccherebbe all’istante. Può sembrare un assurdo ma è proprio grazie a chi elude e infrange le regole che, oggi, miracolosamente il traffico continua a scorrere, e la casse del comune ad ingrassarsi a dismisura. Lo stesso principio e meccanismo vale anche per l’economia del nostro paese. Se dovesse attenersi a regole ferree e pene certe (come già ho detto), imploderebbe nel breve arco di una settimana. Se i cittadini di un qualsiasi paese occidentale poi, in virtù di un risparmio ragionevole e doveroso, si astenessero dal consumare beni effimeri, contraffatti e voluttuari, orientandosi su quelli primari, durevoli e di prima necessità, il Sistema, che oggi ci governa e che ci opprime, si squaglierebbe come neve al sole. Per tutti questi motivi, “la disperazione più grande che possa impadronirsi di una società, è il dubbio che vivere onestamente sia inutile.” Sentire ancora parlare di ricerca, di crescita, di sviluppo e delle semplificazioni relative al fare impresa, come le inderogabili soluzioni alla crisi, è come rendere libera la pesca, epurando il suo regolamento da, licenze, normative e divieti, ben sapendo che, di pesci nel mare, non ce ne sono più.
Il Sistema va spento, azzerato e resettato, perché solo dalle sue ceneri, potremo scorgere l’alba di una nuova rinascita. Questa banda di bastardi, impostori e mangia pane a tradimento, che si sono spartiti il futuro dei nostri figli e trasformato l’ambiente in una discarica tossica e maleodorante, devono essere puniti in forma esemplare e plateale perché tutto ciò non si debba più ripetere. Dobbiamo andare a prenderli, casa per casa, e attraverso processi sommari giudicarli e condannarli per i loro crimini aberranti e sistematici.
Altre soluzioni, diverse dalla mia sopra esposta, sono oggettivamente impraticabili. Una ingenuità imperdonabile che rischia di prolungare questa agonia e ricompattare il Sistema, allontanando, cosi, per sempre, dal nostro orizzonte, ogni speranza di cambiamento.

dal sito http://www.oltrelacoltre.com

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