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Non ho paura delle centrali nucleari, ma degli italiani

di Metilparaben

A prescindere dalle considerazioni sulla loro effettiva utilità, l'idea che in Italia vengano installate delle centrali nucleari mi terrorizza; e non tanto, o non solo, per il rischio che un giorno o l'altro succeda una catastrofe come in Giappone: del resto ci sono impianti potenzialmente pericolosi a pochi passi dai nostri confini, e se accadesse qualcosa a quelli le conseguenze sulla nostra incolumità sarebbero ugualmente gravi.
Quella che mi precipita dritto dritto nello sgomento è un'altra considerazione: niente, ma proprio niente, mi autorizza a confidare che quelle centrali, una volta costruite, verranno gestite in base a criteri diversi da quelli con cui nel nostro paese viene gestito più meno tutto il resto.
Provate a fare mente locale: cricche, amici degli amici, infiltrazioni mafiose e camorristiche, scorie radioattive interrate nei campi in cui ruminano le mucche, appalti per la manutenzione attribuiti senza la minima trasparenza, favori, controfavori, raccomandazioni, volemose bene e compagnia cantando.
Abbiamo già avuto modo di ammirare gli splendidi esiti di questo edificante modo di procedere in più di una circostanza: alluvioni che hanno spazzato via case costruite dove non si sarebbe dovuto grazie a concessioni rilasciate a forza di mazzette, terremoti che hanno polverizzato interi palazzi tirati su con la sabbia, edifici pubblici crollati da un momento all'altro perché chi doveva controllare la loro agibilità non l'aveva fatto, o l'aveva fatto chiudendo un occhio, magari lubrificato da una quantità di liquido sufficiente a mettergli in pace la coscienza.
Potrei continuare, evidentemente, elencando puntigliosamente il vivamaria di tragedie dovute al malaffare, alla corruzione e alla degenerazione delle istituzioni che hanno punteggiato la storia recente del nostro paese: ma credo che il concetto sia chiaro, così come dovrebbe essere chiaro il fatto che quando si gioca con la fusione dell'atomo il rischio che si corre è quello di moltiplicare quelle tragedie per cento, per mille, per diecimila.
E' per questo che mi terrorizza l'idea di installare delle centrali nucleari in Italia: non tanto, o non solo, perché temo un'imprevedibile catastrofe, quanto perché ho una paura fottuta dei prevedibilissimi metodi italiani.

dal sito http://www.metilparaben.blogspot.com

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