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Fukushima. "Meno di Chernobyl"? Sì, purtroppo molto "meno".

di debora Billi


Le autorità sovietiche iniziarono ad evacuare la popolazione dell'area circostante Černobyl' 36 ore dopo l'incidente.
Nel maggio 1986, circa un mese dopo, tutti i residenti nel raggio di 30 km dall'impianto, circa 116.000 persone, erano stati trasferiti. (Wiki)
Io ricordo molto bene l'immenso quantitativo di fango che fu riversato sulle autorità sovietiche nel 1986. Li si chiamò omertosi, si disse che se ne erano fregati dei loro istessi cittadini, che avevano lasciato per quasi 24 ore la popolazione esposta alle radiazioni, che una tale lentezza e un tale riserbo erano spiegabili solo con l'infausto regime dittatoriale russo, e che mai e poi mai in un Paese democratico si sarebbe gestita in tal modo una crisi nucleare.
Adesso abbiamo la controprova. Abbiamo tutti ogni giorno sotto il naso come un Paese democratico si occupi dei propri cittadini e come gli altri Paesi democratici gli stiano tenendo bandone. Riporta oggi Reuters:
Giappone sotto pressione per estendere zona evacuazione. Cresce la pressione sul governo giapponese oggi perché venga estesa la zona evacuata intorno alla centrale.
Sia l'agenzia Onu per il nucleare che l'agenzia giapponese per la sicurezza nucleare dicono che il governo dovrebbe considerare la possibilità di estendere la fascia di 20 chilometri dopo che un'alta radioattività è stata trovata a 40 chilometri dall'impianto di Fukushima Daiichi.
Sono passati 20 giorni dal disastro, la centrale continua ad emettere radiazioni, si trova in una situazione al momento definita "incontrollabile", ed ecco che gli organismi internazionali sono ridotti a supplicare il Giappone perché porti via la gente.
Yukio Edano, segretario di gabinetto giapponese, non ha detto nulla riguardo alla possibilità che il governo estenda la zona di evacuazione. "Al momento non abbiamo ragione di pensare che le radiazioni avranno un effetto sulla salute della gente", ha detto Edano incontrando la stampa.
Forse potrebbe chiedere informazioni ai "sovietici", che a distanza di 25 anni ora paiono persino brillare per tempestività e competenza. L' Aiea sostiene che le radiazioni nel villaggio di Iitate, 40 chilometri dalla centrale, sono superiori a quelle che fanno scattare l'evacuazione: eppure si continua col tutto va bene madama la marchesa, niente panico e non fate gli allarmisti.
E gli altri "Paesi democratici", cosa fanno? Denunciano a gran voce e con fermezza questo stato di cose? Stigmatizzano senza pietà il comportamento giapponese che lascia esposti alle radiazioni i suoi istessi cittadini? Ma neanche per sogno. Si parla di Fukushima dopo le ricette di cucina, e solo per dire che non c'è problema, tanto è "meno di Chernobyl".
Così finalmente comprendiamo che la burocrazia ottusa e "il bene del Partito" sono stati prontamente sostituiti da politici incapaci, una stampa corrotta e dall'interesse dell'industria nucleare. Vorremmo trovarci nel regime sovietico durante un incidente in una centrale? O vorremmo trovarci in un Paese "democratico"?
Con due opzioni del genere, vorremmo sicuramente trovarci su Marte.

dal sito http://crisis.blogosfere.it

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