Pages

Troppi modi per sentirsi offese.

di Rita Pani


Il nord Sardegna è invaso dall’olio combustibile. Sulle coste è moria di alghe, pesci e uccelli. Il mare è nero lo stato italiano dice che non c’è emergenza, che per fortuna tutto si è risolto.
Io mi sento offesa come sarda.
Sullo stile di un summit mafioso, elementi mafiosi e criminali del governo di riuniscono con i loro avvocati deputati, per riscrivere le leggi del codice penale e salvarsi – loro e la mafia – dalla galera.
Io mi sento offesa come persona onesta.
Marchionne si impossessa della FIAT, annulla i diritti sindacali degli operai in attesa che arrivi il 2013 e sia libero di smantellare l’industria italiana, senza alcun intervento dello stato a tutela dei lavoratori italiani.
Io mi sento offesa come lavoratrice.
Per evitare altri processi, il governo tenta di far passare il decreto sulle intercettazioni telefoniche, che di fatto legherebbe le mani alla magistratura e agli ultimi baluardi della stampa libera, ufficiale e no.
Io mi sento offesa come persona libera.
Muoiono al rogo quattro bambini, ed esponenti politici italiani si rifiutano di commemorarli o si lasciano andare a dichiarazioni degne del più orrido nazifascismo.
Io mi sento offesa come persona civile.
Che ci piaccia o no, ricorrono i 150 anni dell’Unità d’Italia. Lo stato italiano in mano ai secessionisti leghisti proibisce di fatto la celebrazione della ricorrenza.
Io mi sento offesa come cittadina italiana.
L’Italia raggiunge tassi di povertà come nell’immediato dopo guerra, la fame torna tra le famiglie italiane, e come nel dopo guerra la povertà uccide uomini, donne e bambini in Italia, mentre il governo ci ricorda che siamo cittadini ricchi.
Io mi sento offesa come persona che sopravvive a fatica.
Il patrimonio artistico e culturale italiano si disintegra quotidianamente grazie all’incuria di un ministro incapace. Roma studia progetti di cartone da esporre a Circo Massimo, cede il Colosseo a un fabbricante di scarpe e in Sardegna si ricoprono di terra le necropoli appena scoperte per mancanza di soldi.
Io mi sento offesa come persona civile.
La cultura finanziata in Italia è solo quella che passa per le mani del governo – nel senso stretto della proprietà – e per mettere le mani sui soldi dello stato, ci sono donne e uomini pronti a prostituirsi – non solo fisicamente – che come avvoltoi girano intorno ai milioni di euro del piano fiction della RAI. I tagli all’editoria (che non sia di proprietà del governo) rendono difficile la sopravvivenza delle case editrici libere. I nuovi talenti italiani, sono al 99% prodotti berlusconiani, oppure non esistono schiacciati dai servi berlusconiani.
Io mi sento offesa come scrittrice
La scuola italiana sottomessa al volere di una ministra idiota, e talmente brutta che è difficile immaginarla inginocchiata sotto una scrivania a far carriera. Una scuola mortificata dai tagli economici e culturali, dove insegnanti coraggiosi si industriano per resistere e dare il massimo che possono per l’educazione dei nostri figli.
Io mi sento offesa come madre.
Basta per favore. Non sono e non vorrò mai essere “solo una donna”. Voglio valere di più di un’etichetta, voglio essere in grado di non scordare mai che il motivo per cui siamo ridotti così come siamo, più ridicoli di una barzelletta raccontata male, è che l’ignavia italica ha regalato a quel criminale debosciato la certezza di poter fare e disporre delle nostre vite, restando sempre e comunque impunito.
Che si riempiano le piazze mi sta bene, ma che si riempiano davvero, non per chiedere cortesemente al dittatore di farsi da parte, ma per esigere che se ne vada esule o a morir’ammazzato dove preferisce; che sia Antigua o in Siberia, per me pari è.
Rita Pani (APOLIDE NERVOSA)

btemplates

0 commenti:

Posta un commento