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ASTRONOMIA POLITICA - IL BUCO MARRONE

di Penta


Il “buco nero” è senz'altro il più conosciuto degli strani fenomeni astronomici. Come dice Wikipedia: “si definisce buco nero un corpo celeste estremamente denso, dotato di un'attrazione gravitazionale talmente elevata da non permettere l'allontanamento di alcunché dalla propria superficie.”
Molto meno conosciuti, anzi direi sconosciuto ai più, è il concetto, per il momento solo teorico, dei “buchi bianchi”, l'esatto contrario dei buchi neri, vale a dire oggetti che emettono materia ed in cui la materia non può entrare.
Man mano che il colore del nome si schiarisce, dal nero al bianco, aumenta la materia emessa e diminuisce quella che vi entra.
Vorrei parlare quindi del “buco marrone”, molto simile al buco nero, ma un po' più chiaro e quindi con caratteristiche un poco attenuate, perché il concetto riveste particolare importanza nella politica italiana degli ultimi decenni.
Pur attirando, grazie alla sua massa, ogni sorta di schifezze al suo interno, [i Gasparri, i Larussa, gli Scilipoti,...] non riesce tuttavia ad attirare al suo interno tutto quanto lo circonda pur evidentemente avendo l'effetto di modificarlo.
Non solo, ma qualcosa riesce anche ad essere emesso: un tanfo insopportabile.
Si è discusso molto sull'origine dei buchi neri, e sembra che derivino dal collasso di stelle con particolari caratteristiche di massa oppure, per i buchi neri primordiali, dalla estrema densità della materia presente durante l'espansione iniziale dell'universo. Come già detto, invece, i buchi bianchi sono oggi solo delle ipotesi le cui caratteristiche derivano dalla soluzione di sistemi matematici.
Conosciuta invece è la genesi del buco marrone, il cui nucleo iniziale venne creato negli anni '80 da un incensurato, che, dopo aver assassinato il Partito Socialista, lo ha sostituito con un clone, che era in realtà un nuovo partito, il “Partito degli affari” che tanto successo avrebbe avuto nel panorama politico.
Liquidato Craxi il clone venne ereditato da Silvio Berlusconi, che lo ingrandì attirando al suo interno quella che un tempo era la destra e fagocitandola, ed acquistando così la massa necessaria a trasformarsi in un vero buco marrone.
Distrutta la destra attirò nella sua orbita gravitazionale la Lega, senza riuscire ad inglobarla [un buco marrone non ha la forza gravitazionale di un buco nero] ma trasformandola da partito anti-corruzione nell'industria di favole Bossi&Figlio, dedita anch'essa, come la Berlusconi&figli, agli affari di famiglia.
Ma anche la sinistra venne attratta dal buco marrone e, grazie a Rutelli, venne inaugurata la stagione della teoria dell'unpo'menismo. Questa straordinaria pensata [Rutelli probabilmente la elaborò grazie al gioco infantile “Indovina il numero dei fagioli nel contenitore: se uno dice 2.000 chi pensa che sia troppo dice 1999 per togliere spazio all'avversario] inaugurò la stagione dell'astensionismo. Infatti, visto che la gente che aveva a disposizione Berlusconi e Un po' meno Berlusconi o votava Berlusconi o non votava. Nacque allora il Partito Omeopatico della Sinistra, così detto perché la percentuale di cose di sinistra dette o fatte equivaleva in percentuale ai principi attivi di una soluzione omeopatica.
Avendo assorbito una decina di altre piccole realtà il buco marrone è arrivato ad una situazione di crisi a causa della criticità delle relazioni al suo interno che potrebbero portarlo ad una esplosione che sparerebbe nello spazio politico in cui il Partito degli Affari verrebbe ridotto e separato dalla destra e dalla lega non più bossiana.
A questo fenomeno non sarebbero estranee le vorticose rotazioni nella tomba di vecchi personaggi della destra, Almirante, Guareschi e molti altri a vedere quale schifezza viene oggi chiamata destra.
Perché ora, anche se viene chiamato centro-destra, il buco marrone non ha niente a che fare né col centro né con la destra, è solo il potenziamento del Partito degli Affari, affari con tutti, con i mercanti di voti del Vaticano, con i mercanti di petrolio e di tecnologie stranieri della Francia e della Libia e, soprattutto, viene da pensare, con quella che è la maggiore azienda del paese: la mafia dato il pieno di voti che fa regolarmente nelle sue due sedi principali, la Lombardia e la Sicilia.
Ci sarà l'esplosione? Forse a partire da Milano?

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La videotassa di destra – 2

Dalla Commissione servizi e prodotti della Agcom, mega sanzione di 258.000 euro al Tg1 e 100.000 euro al Tg2 per il comizietto precotto a reti unificate del premier dello scorso 20 maggio, quello in cui i direttori hanno ritenuto non solo di ravvisare l’essenza della “notiziabilità”, ma soprattutto l’assenza di violazioni alle leggi elettorali. Del resto, si sa, il presidente del Consiglio è soggetto istituzionale, soprattutto quando parla in beata solitudine avendo accanto a sé il logo del proprio partito. Parliamo delle sanzioni a testate Rai perché la Rai è finanziata anche con soldi pubblici. Quanto ci vorrà prima che qualcuno si accorga che anche gli assolo di Giuliano Ferrara sono inaccettabili, in un sedicente servizio pubblico, oltre a produrre un danno economico collaterale perché la trasmissione non ha raccolta pubblicitaria diretta? E che dire di una Rai che acquista pellicole, pagandole 1,5 milioni di euro e non le trasmette? Non è tempo che la Corte dei conti indaghi ipotesi di danno erariale?


dal sito http://phastidio.net/

è uno schifo! Che senso ha appioppare il multone alla Rai e farlo così pagare al contribuente?
La multa dovrebbe essere data a chi ha acconsentito alla messa in onda dell'illegittimo comizio.
E' ora che i vari Minzolini & Co. comincino a pagarle!

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Grecia: default all'85% Ma lo sapevamo fin dall'inizio

di Pietro Cambi


Bene.
Dopo averne tante volte parlato qui un esempio per tutti, ci siamo: la Grecia, con interessi sui bond stabilmente oltre il 20%, veleggianti verso il 30%, con una economia definitivamente devastata dalla stretta economica imposta da BCE e FMI per concedere l'ultimo prestito/overdose, è ufficialmente in coma e non sono in vista antidoti.
La sua dipartita dal consesso delle nazioni solventi è data all 85%. il rating B-  (per quel che vale) è ad un passo da quelli dei junk-bonds di famigerata memoria.
 Già un anno fa, a parte il sottoscritto che per l'occasione "inventò" il termine backlash economy, si sapeva che il disgraziato paese non ce l'avrebbe fatta.
I numeri erano li per mostrarlo.
Troppo alto il deficit, troppo alto il debito accumulato, troppo debole e troppo sotto schiaffo l'economia, troppo sfilacciato il tessuto sociale, per poter pensare, credibilmente, di riuscire ad attuare un piano di recupero lacirme e sangue, come quello imposto dai creditori. Si è deciso, scientemente, di non decidere, SAPENDO, perfettamente, che si sarebbe distrutto un altro bel pezzetto di futuro e un sacco di risorse monetarie, morali ed umane nell'impossible intento di scansare l'amaro calice.
Alla fine il momento è arrivato e, questa volta, sarà la Grecia a dettare le condizioni.
Non avendo più niente da perdere, i politici ed i cittadini del paese metteranno la BCE di fonte ad un ultimatum: o accettate una PESANTE ristrutturazione del debito o la Grecia uscirà dall'Euro.
Ma la ristrutturazione non basterebbe, in ogni caso, a salvare l'economia del paese, ormai al tracollo.
QUINDI la Grecia farà probabilmente di più: chiederà una MORATORIA dei prestiti concessi E una ridiscussione degli interessi concordati dei medesimi.
I grandi istituti bancari Inglesi, francesi e tedeschi (ed anche italiani) che hanno speculato, forti dell'appoggio della BCE su questa triste vicenda, vedranno delle voragini aprirsi nei loro conti, con un impatto simile, in peggio a quello della crisi Argentina.
In alternativa, come pare più probabile, I maggiori istituti coinvolti nella vicenda, in qualità di azionisti di maggioranza, si faranno stampare dei bei soldini nuovi fiammanti dalla BCE a copertura delle loro malefatte ( l'hanno fatto le banche Amerikkane: perchè noi no?). L'inflazione indotta sarà compensata dalla recessione e deflazione striscianti e... "poggi  e buhe fanno pari" come si dice dalle nostre parti.
Ma questo è solo l'inizio di una lunga storia. Nonostante il nostro pase sia sempre nel'occhio del ciclone, quando si parla di debiti sovrani, i paesi che hanno guai più gravi di quello greco e che si sono tenuti su, sostanzialmente, con una operazione di signoraggio mediatico, politico, militare  e finanziario, stanno seguendo, in grande, la stessa inesorabile traiettoria. Sto parlando, ovviamente di USA e Gran Bretagna.
Anche qui, una rapida ricerca su questo blog vi convincerà che ne abbiamo parlato un certo numero di volte.Ecco un link a caso, tanto per smentire l'altrimenti lucida analisi di Wolfstep, quando afferma che nessuno si fosse mai occupato del rischio default USA.
Il Giappone, tanto per restare in tema, post Fukushima ( se per quello anche ANTE) è seriamente inguaiato.
Con un crollo verticale dell'economia ed un aumento verticale del debito, unito ad una probabile deflazione, DOVRA', necessariamente, seguire un percorso analogo, di "ristruttarazione" del debito.
In pratica, dopo il temporale dei mutui subprime, sta arrivando la tempesta perfetta, dopo la quale non tanto il mondo ma la percezione sociale che abbiamo di esso, saranno molto differenti.
E la Cina? Beh... la Cina rallenterà la crescita.
Ed andrà, DI CONSEGUENZA in default funzionale,  come sistema paese e non come Stato. In pratica:inciamperà sui suoi piedi, con l'economia uccisa da interessi troppo alti in rapporto alla rallentata crescita. Ma ovviamente la Cina NON ha una economia veramente libera e quindi non saranno le banche, come da noi, a dettare le condizioni ai governi, con l'arma della tempesta economica in mano. Sarà una BRUTTA crisi di crescita, con NOTEVOLI problemi sociali ed economici ma non c'e' bisogno che vi ricordi Piazza Tiananmen per capire che hanno i loro sistemi per riportare il tutto sotto controllo.
Insomma: India e Cina ne usciranno più rapidamente di noi, più forti di noi e, una volta per tutte l'occidente perderà il suo primato economico, finanziario, sociale e politico.
Dopodichè ci sarà da fare una transizione ad una economia ed una società sostenibili e non sarà una passeggiata per nessuno.
Vi chiederete perchè non vi subisso di statistiche, numeri et altra parafernalia, more solito, su queste cose.
Molto semplicemente sono ESATTAMENTE tre anni che ne scrivo e le cose non sono sensibimente cambiate, da un punto concettuale, in questi mille giorni.
Al contrario di certi giornalisti che riescono a scrivere, con rinnovata lena, lunghe articolesse sugli ultimi elevati pensieri del politico di turno, da persona normale, a scrivere sempre sulle stesse cose MI ROMPO.
Portate pazienza, quindi se non articolo piu' estesamente.

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Le ipotesi di ElleKappa sulla "sorpresa" del Cavaliere

1) Pisapia è il nipotino di Bin Laden

2) Strauss-Kahn è innocente.
   E' stato Pisapia a stuprare la cameriera.

3) Sostituirò la Moratti con Lars von Trier

4) Trasferirò Roma a Milano

5) Trasferirò la nebbia a Roma

6) In caso di sconfitta anche al secondo turno
 trasferirò a Milano la spazzatura di Napoli

7) Abolirò il voto di ballottaggio. Basta il giuramento
 sulla testa dei miei figli che ho vinto io

8) Tutti gli elettori di Milano avranno un posto da sottosegretario

9) Le tasse dei milanesi verranno pagate dai romani

10) Se vinco mi dimetto



dal sito http://iltafano.typepad.com/

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Lo sporco lavoro del Rating

E così i sommi sacerdoti,i custodi del tempio,gli sciamani dei conti pubblici del globo terracqueo,hanno emesso il loro ultimo vaticinio.I messaggeri del sacro mercato,riuniti sotto le vestigia di Standard & Poor's,hanno messo nero su bianco ciò che i tristi e tremebondi ministri economici delle nazioni temono come il colera:l'aggiornamento dell'outlook sul debito pubblico!
E per l'Italia la sfera di cristallo non ha lasciato intravedere scenari positivi.Tanto da meritarsi un tremendo presagio di sventura,chiamato declassamento del debito ad A+.
Tornando un attimo più seri,per quanto lo si possa essere quando si leggono le previsioni delle Agenzie di Rating,siamo alle solite.Le lobbies finanziarie globali hanno deciso di condizionare le scelte dei governi sovrani,e nel frattempo fare qualche soldino di più sulle spalle di ignari cittadini.
Come saprete,quando questi signori abbassano il loro rating(giudizio)sul debito pubblico,dicono al mercato:attenzione investitori e banche,quando comprate i titoli del debito italiano(Bot);questi potrebbero avere qualche piccolo problema a pagarvi.Questo comporta che i titoli italiani diventano meno appetibili sul mercato.E siccome lo stato ha bisogno di venderli per fare cassa,deve per forza alzare il tasso di interesse degli stessi.

Provo a semplificare per gli amici che non hanno dimistichezza con la materia.
Allora,lo Stato ha bisogno di finanziare le sue attività,perchè con quello che raccoglie con le tasse non riesce a coprire i servizi che deve erogare(sanità,istruzione,infrastrutture,burocrazia).Quindi si rivolge al pubblico e dice:metto in vendita dei titoli del debito;per cui se(per esempio) acquisti 1000€ di titoli,che a me servono per le mie cose,tra 7 anni ti restituisco 1100€.
Intanto mi impegno a regolare meglio i miei conti,in modo da diminuire il debito,spendendo meglio e saldando poi il mio debito con gli investitori.

Questa è la teoria.

In pratica avviene che la nostra classe dirigente è colpevolmente incapace di riequilibrare la sua spesa,per i motivi che ben conosciamo:corruzione,clientelismo,connivenza con criminalità ed incompetenza.
A questi,che sono fattori interni,si aggiungono i fattori esterni:e qui veniamo al sistema finanziario-bancario.Questi signori speculano attivamente sul debito pubblico attraverso due canali:il primo è l'aumento dei tassi di interesse che lo Stato deve pagare sui titoli del debito pubblico;il secondo è quello della cannibalizzazione del patrimonio dello Stato.
Nel primo caso il gioco lo si fa mettendo in campo le Agenzie di Rating(Standard & Poor's,Fitch,Moody's),che abbassano la valutazione della solvibilità degli Stati,e quindi della loro capacità di onorare i debiti.La qual cosa costringe i governi ad aumentare i tassi di interesse per rendere più appetibili i loro titoli.
Nel secondo caso gli affari li fanno costringendo,sotto la pressione del"mercato",a privatizzare parte del proprio patrimonio e delle aziende statali.Il risultato è la messa in mano ai privati,per prezzi abbastanza risibili,di comparti essenziali per i cittadini:ferrovie,comuinicazioni,energia,autostrade ecc.Il risultato è che i servizi fruttano un mare di guadagno per le banche,che intascano mega commissioni come advisor;e lo stesso per le società che acquisiscono un patrimonio già messo in piedi dai cittadini,a cui loro non faranno altro che far aumentare il costo e diminuire la qualità del servizio laddove non sia perfettamente conveniente.
Allo stesso tempo fanno invocare ai soloni dell'economia,riuniti in centri qualiFmi,Wto,Fed e Bce, le "famose" riforme strutturali.Che poi altro non sono che:taglio delle pensioni,abbassamento del costo del lavoro,diminuzione dei diritti sindacali.Il tutto ovviamente alla luce del mantra della "competitività".
Ci hanno fatto credere per parecchio tempo che le loro ricette fossero miracolose,ed i loro esempi virtuosi erano paesi come Irlanda,Spagna e Islanda.Guarda caso,nazioni che sono già al collasso...
Intanto i media continuano a dare risalto ed autorevolezza a chi compie questo sporco lavoro di killeraggio economico-sociale.E' una storia che dà sui nervi,ma che non potrà durare all'infinito.
Negli Stati Uniti già si sono viste azioni di protesta,per niente pubblicizzate qui,dove invece la protesta spagnola inizia a far rumore.Qualcosa si muove e,soprattutto,il movimento è trasversale e senza vessilli ideologici dominanti.
Stay tuned.

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Referendum nucleare: meglio sardi che mai

di Debora Billi


E' la notizia più accuratamente nascosta dai giornali di stamattina (insieme al dilagante trionfo dei 5 stelle), e la cosa non stupisce.
I sardi sono andati zitti zitti a votare per il lororeferendum sul nucleare, hanno raggiunto il quorum, ehanno detto no per oltre il 97%. Neanche Ceausescu aveva mai aspirato a tanto.
Il signore qui accanto per molti è simbolo di arretratezza ed incultura. Ma se guardate bene la sua faccia furbetta, vi verrà qualche dubbio: ovvero, che la sappia molto più lunga di quanto non si creda.
I sardi sono così. Qualcuno sapeva che sono stati loro a portare Internet in Italia? E allora, perché stupirsi del fatto che la sappiano usare anche meglio di noi?
Saranno anche pecorari, ma possono insegnarci molto su come non essere pecore. E sono convinta che dalla Sardegna arriveranno altre sorprese nei prossimi mesi.
(Ridicolo Cappellacci. Ha dichiarato, per dare la guazza all'elettorato, una simile scempiaggine: "far arrivare le rinnovabili al 40%, mentre un 30% dovrà venire dal metano, un 10% dal carbone pulito e solo un 20% da fonti tradizionali". E quali sarebbero queste fonti tradizionali, seesclude anche metano e carbone?)

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Venghino siori venghino

di Rita Pani


Signore e signori non sono qui per vendere, ma per regalare! Non ve lo do per mille, non per cento, non per dieci … e così che continua la campagna elettorale, come il carretto dell’imbonitore che per la modica cifra di 20.000 lire, prometteva fortuna, ricchi premi e cottilons. Peccato che manchino solo dieci giorni alla fine dell’ennesima tragedia italiana, sennò i cittadini di Milano o Napoli avrebbero potuto davvero estorcere assai più di 20 euro, un panino e una bibita a questi miserabili malfattori.

Ogni giorno che passa, la voce stridula della mamma di Batman arricchisce la sua offerta al ribasso, promettendo via, via sempre un privilegio in più, ecopass gratis, poi i parcheggi tra le strisce blu, e chissà domani cosa sarà. A Napoli è ancora più esilarante, perché si rinnovano le promesse dell’illegalità gratuita ed impunita: “Meno ruspe per tutti gli abusi edilizi, abolizione della TARSU”.

Dopo cinque giorni di silenzio meditativo e strategico, riappare il tizio proprietario delle televisioni (5 su 6 e altre ancora) a raccontarci del pericolo islamico-comunista, e si dice impressionato dalle bandiere rosse. Ah! Magari riuscissero davvero a far paura a qualcuno, e una paura motivata! Invece purtroppo è sempre la solita solfa propagandistica di un omuncolo disperato che sente il terreno franargli sotto i piedi; non gli basterebbe il tempo per preparare la successione, ossia piazzare al suo posto la figlia capace di tenere in ordine i conti correnti (anche quelli esteri da grande evasore fiscale) di suo papà.

C’è da dire che in genere, in questa Italia miserabile, argomenti di alto profilo politico come “islamici” o “zingari” fanno sempre molta presa, e a Milano forse anche un po’ di più. Allora è bene ricordare che l’unica proposta in merito alla costruzione di nuove moschee a Milano, è stata presentata in consiglio comunale dal Pdl, e poi votato anche dal PD, come si evince da questo sito, che pubblica anche i documenti ufficiali dell’Odg.  E mi procura una profonda tristezza, dover usare un argomento come questo, che in un paese normale e civile non sarebbe mai stato utilizzato come un boomerang per spiegare la menzogna e la malafede di chi travisa il significato del termine governare.

Il problema italico resta quindi sempre lo stesso, ossia una larga porzione di popolo ignorante e “ignorantizzato”, incapace di recepire tutti gli insulti alle proprie intelligenze ormai sopite. Un popolo capace di relegare all’oblio tutto quel che è accaduto appena ieri.

Rita Pani (APOLIDE)

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L'insulto peggiore.


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Al nano! Al nano!

di Lameduck


Andrà in televisione a reti unificate ma solo su quelle nano-friendly, s'intende. Quelle dall'uno al sei, per intenderci, con l'esclusione, immagino, del tre. Imperverserà, si preoccupano e belano quelli del PD che, come al solito, non riescono a leggere correttamente la realtà. Un modo elegante per dire che non capiscono un cazzo, in questo caso, di comunicazione.

Sarà su tutti i canali? Bene! E' quello che ci vuole. Lasciatelo fare, anzi, bisogna incoraggiarlo a farlo sempre di più. A piazzarsi nel salotto degli italiani come un indesiderato ospite che ormai puzza di pesce marcio. 
Per gli italiani, oltre al vaccino di Montanelli, ci vuole la Cura Ludovico del Silvio emetico a tutto schermo. Meglio se in Full HD.
Con il corpaccione da vecchio boss tronfio stretto nel busto, con i capelli sempre più marroni dipinti con il pennarello, il fondotinta e, da stasera, anche il rimmel. Un personaggio ridicolo ed imbarazzante come una diva decaduta e ormai fuori come un comignolo, un vecchio dall'aspetto sempre più simile ad un morto già bell'e vestito e truccato che è scappato dalla camera ardente e vuole andare in televisione a fare la pazza.  

Non potrà far altro, oltre a provocare il disgusto di chi lo guarda e osserva con raccapriccio l'aspetto giallastro da Mao morto, che spurgare bugie, su bugie, su bugie.
Lo farà ancora e sempre con quell'accento da attore cane da cinepanettone che imita il milanese arricchito in un film di romani a Portofino. Una roba che ormai scatena reazioni anafilattiche da pronto soccorso.
Se c'è una cosa che fa amare Pisapia, tra parentesi, al di là di ogni suo merito politico o personale, è il fatto che parla da milanese vero, autentico, simpatico. Senza quella parlata spetasciada da ricco bauscia in vacanza che, per esempio, a noi genovesi, conoscendo i soggetti per il fatto che sono soliti svernare da noi, ha sempre fatto prudere le mani.
Il tombeur trombato farà promesse che non potrà mantenere come non ha mantenuto tutte quelle fatte finora. Potrà sparare le sue palle ancora più grosse di prima. Potrà evocare le falci e i martelli, le armate rosse, i cosacchi che si abbeverano alla Bovisa, i centri sociali, dando retta a quella mariantonietta rifatta della sua consigliera che lo sta portando (per fortuna) alla rovina. 

Lui parla come se Pisapia l'avessero votato i marziani con un complicato sistema di condizionamento mentale wi-fi degli elettori, improvvisamente costretti a votare i comunisti. 
Il problema, che lui ovviamente non può vedere, obnubilato dal potere e dall'egocentrismo, è di una semplicità disarmante. La gente non gli crede più. Sono stati i milanesi a fargli mancare quelle venticinquemila e rotte preferenze, non i marziani o i comunisti. 
La gente sa che è un bugiardo patologico, un mentitore di professione. In breve: un imbroglione. Può promettere quello che vuole: sgravi delle tasse a tempo scaduto, due ministeri a Milano, far sparire la monnezza (ancora?????), può chiedere alla Lombrichetto di applicare gli sconti del 75% sui parcheggi a tutta la clientela solo per oggi, come il Totò che deve ingraziarsi i finanzieri sotto accertamento dei "Tartassati". 

Qualcuno dia al Bagonghi del Consiglio una bella svegliata. La gente, soprattutto quella che strappa la vita con i denti con fatica e disperazione, che si rompe la schiena per mille euro al mese e due figli da mantenere, non ama essere presa per i fondelli troppo a lungo. 
Questo è un individuo che, con il suo governo di parvenu e ricchi sfondati (anche in quel senso), ha aumentato le pensioni da fame a qualche pensionato sociale e poi, magari, dopo qualche anno, è andato a richieder loro i soldi indietro. Se questi erano morti li ha chiesti ai loro eredi. Sette-ottocento euro che per chi ne guadagna mille al mese sono tanti, mentre per lui sono un paio di pompini, non dimenticatelo.

E' lo stesso soggetto che ha tolto l'ICI sulla prima casa  ma anche alla Chiesa ed al suo sterminato patrimonio immobiliare, costringendo i Comuni a rifarsi sulle piccole aziende e i proprietari di seconde case, magari comperate dopo una vita di lavoro con i soldi del TFR.
E' quello che ha preso ripetutamente in giro i napoletani, gli aquilani e tutti coloro che vivevano situazioni d'emergenza promettendo l'impossibile, sapendo di non poterlo mantenere. Potrei continuare ma mi fermo.
Sono convinta che nuove promesse potrebbero rendere gli elettori ancora più furibondi nei suoi confronti. Per cui è giusto che parli, che parli, che farnetichi dagli schermi delle sue fottutissime televisioni. Tanto ormai è come la storia di "al lupo, al lupo!". Anzi, al nano, al nano.

Tornando ai milanesi, caro il mio nano pittato, siamo sicuri che, nel segreto dell'urna, qualcuno non abbia potuto fare a meno di ripensare ai bonifici da centomila euro, alle automobili, gli appartamenti, le botte da migliaia di euro in contanti alle addette notturne alla pompetta? Vuoi che a qualcuno non siano venuti in mente i quartieri interi destinati al riposo delle guerriere rottincule mentre ci sono famiglie con l'intimo di sfratto? Altro che zingaropoli.
La rabbia e l'indignazione per cotanta faccia tosta ed impudicizia possono far compiere gesti sconsiderati. Per esempio votare un signore mite e dal comportamento finalmente normale. O votare addirittura i comunisti per reazione all'anticomunista bugiardo ed imbroglione.

La ricchezza è una cosa. Lo sfarzo, lo spreco, lo sbattere in faccia il privilegio e soprattutto la presa in giro, lo sberleffo a persone che sono in condizioni di inferiorità, rendono semplicemente indecente il potere. Soprattutto un potere che pretende di stare dalla parte del popolo.
Ora quel popolo che lo aveva votato pare volergli voltare le spalle. Dio lo voglia e per sempre.

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Peccato dura solo un paio di giorni


Pubblicato da Andréa - ALLA FOA!!! su www.insertosatirico.com

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E smettetela di lamentarvi!

di Wil - nonleggerlo.blogspot.com


Sì, vabbé, tasse troppo alte e stipendi troppo bassi: in Occidente - stando ai dati Ocse - sono davvero pochi i lavoratori messi peggio di quelli italiani.

Ma non bisogna generalizzare.


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Flessibili, impoveriti, infelici

di Stefano Bartolini*

Pubblichiamo alcuni risultati delle ricerche sul benessere soggettivo e le sue determinanti del gruppo di economisti che collaborano con Stefano Bartolini. I risultati indicano che le condizioni dei lavoratori italiani sono in sistematico peggioramento e che le politiche adottate finora ne sono l'aggravante.

In Italia il grado di soddisfazione che le persone provano per la propria vita è declinato dagli anni novanta (dati World Values Survey ed Eurobarometro). A questo declino ha contribuito sostanzialmente la diminuzione della soddisfazione che l’italiano medio prova per il proprio lavoro. A sua volta tale declino è stato fortemente influenzato dai mutamenti nella legislazione del lavoro, che hanno reso il mercato del lavoro italiano probabilmente il più flessibile dell’Europa continentale. Dagli anni novanta un’alluvione di co.co.pro., co.co.co., contratti di formazione, ha precarizzato una vasta massa di lavoratori rendendo il mercato del lavoro fortemente dualistico: intoccabili i dipendenti pubblici, fortemente garantiti i dipendenti delle medie-grandi imprese private, flessibilità selvaggia per tutti gli altri.

Che cosa vuole la gente dal proprio lavoro? Che cos’è che considera importante per un’esperienza lavorativa soddisfacente? Come ho documentato nel mio recente libro (Manifesto per la Felicità: Come Passare dalla Società del Ben-Avere a quella del Ben-Essere, Donzelli 2010), abbiamo risposte a queste domande. Sono infatti disponibili per molti paesi dati che riguardano il ventennio 1981-2000 sull’importanza che le persone attribuiscono a nove aspetti fondamentali del lavoro: pressione non eccessiva, sicurezza del posto, rispetto, responsabilità, possibilità di esprimere la propria capacità d’iniziativa, di realizzare qualcosa, buona paga, buoni orari, vacanze adeguate.

L’importanza che gli italiani attribuiscono a ciascuno di questi nove aspetti è cresciuta nel tempo. Si tratta di un dato sbalorditivo che dovrebbe far riflettere profondamente. Perché? Perché l’Italia è un caso unico in Occidente. Basta guardare i dati relativi a quanto la gente consideri importanti questi aspetti del lavoro in otto paesi occidentali: Stati Uniti, Italia, Germania, Gran Bretagna, Danimarca, Francia, Spagna e Svezia (i dati sono visionabili qui, scaricando l’appendice quantitativa). Le tendenze sono in generale abbastanza stabili nel ventennio suddetto, nel senso che l’importanza di questi aspetti non tende ad aumentare o diminuire sistematicamente nei vari paesi. Ma in un paese, uno solo, ognuna di queste cose diventa più importante: l’Italia.

Il paese che più somiglia all’Italia è la Gran Bretagna. I britannici danno un’importanza crescente a cinque aspetti: una buona paga, non troppa pressione, sicurezza del posto di lavoro, buoni orari, vacanze adeguate. Ma gli italiani sono gli unici tra i cittadini di questi otto paesi a esprimere crescenti esigenze su tutti e nove gli aspetti del lavoro considerati dai dati. Dunque l’Italia è un caso. Gli italiani – unici in Occidente – chiedono al lavoro sempre di più di ogni cosa. Perché? La spiegazione più plausibile è che questo accade perché ce ne trovano sempre meno. In altre parole, ognuno dei nove aspetti considerati è divenuto più importante perché è sempre meno presente nell’esperienza lavorativa delle persone.

Questi dati suggeriscono che i cambiamenti intervenuti in Italia dagli anni novanta abbiano creato un enorme e crescente problema degli italiani con il mondo del lavoro, un problema che ha una dimensione unica in Occidente. Questa interpretazione è suffragata dal fatto che il paese più somigliante all’Italia in questi dati è la Gran Bretagna, cioè il paese il cui mercato del lavoro è stato reso più flessibile, oltre a quello italiano.

In Italia dunque la gente trova nella propria esperienza lavorativa sempre meno di ciò che conta e questo contribuisce sensibilmente al declino della soddisfazione di vita. Queste considerazioni suggeriscono di invertire la tendenza alla precarizzazione del lavoro. Ma al di là della influenza della legislazione sul mercato del lavoro sul benessere, i contro-argomenti alla ulteriore flessibilizzazione del mercato del lavoro italiano sono molti e forti e sono stati efficacemente riassunti qui da Massimo D’Antoni. Il principale è che le persone non investono nel loro lavoro senza che la relazione di lavoro abbia un orizzonte ragionevolmente duraturo. E questo vale anche per le imprese. Alla lunga i mercati del lavoro flessibili conducono a una forza lavoro de-specializzata e priva di qualunque abilità. È la ricetta della de-industrializzazione, ampiamente sperimentata in quei paesi dove è stata applicata per prima, come Stati Uniti e Gran Bretagna. I paesi di maggior successo nella competizione industriale globale, come Germania e Giappone, si guardano bene dall’applicarla. L’Italia è stata a lungo in compagnia di questi paesi nel primeggiare in tale competizione, come testimoniato dall’andamento delle esportazioni industriali pro-capite italiane. Fino a tutti gli anni ottanta, la capacità italiana di competere sui mercati industriali mondiali era sostenuta da una forza-lavoro industriale dotata a volte di abilità quasi artigianali, come nel caso dei distretti industriali. Queste abilità erano maturate nel contesto delle “rigidità” del mercato del lavoro italiano. Siamo proprio sicuri che la flessibilizzazione del mercato del lavoro nostrano non abbia contribuito sostanzialmente, in seguito, al lento declino industriale italiano?

Adesso, in un contesto di competizione globale sempre più feroce, nel quale le chance di sopravvivenza della nostra industria sono affidate alla capacità di puntare sulla qualità, i liberisti de noantri propugnano un mercato del lavoro che ci condurrà a una forza lavoro sempre meno abile ed esperta. Le posizioni a favore della flessibilizzazione del nostro mercato del lavoro testimoniano una colonizzazione culturale di parte delle classi dirigenti italiane che non si arresta nemmeno di fronte al fallimento dei paesi che prende come punti di riferimento.

Fonte: articolo di Stefano Bartoli apparso su LeftWing il 14 Aprile 2011.