Destra e sinistra? Scordiamoci il meno peggio: non esiste
la prossima che andate a votare, ricordatevi di attaccare la spina al cervello, prima ...... meditate!
dal sito http://www.libreidee.org
Il pantano maleodorante della politica  italiana si va allargando ad alta velocità e, secondo ogni probabilità,  noi andremo a votare anticipatamente – non si sa su che cosa, non si sa  neanche per chi – ma questo è quello che si delinea. Andremo a votare  con la stessa legge elettorale che abbiamo adesso, il che significa un  Parlamento se possibile ancora peggiore, ancora più imbelle, più inetto,  più controllato, più mafioso. In ogni caso, quelli che verranno – se  verranno, dopo l’attuale disastro – saranno degli ostaggi: ostaggi  consenzienti dell’attuale sistema della finanza europea e mondiale; un altro tipo di balordi, perfino più pericolosi degli attuali.
L’altra sera, insieme ad altri disgraziati, mi è successo di sentire  Rutelli parlare in televisione con un deputato Pdl e fare a gara con lui  per decidere chi è più corrivo all’idea di aumentare l’età pensionabile, a tagliare i diritti  dei lavoratori. Naturalmente, diceva Rutelli alzando il ditino:  attenzione, perché se non risaniamo, se non paghiamo il debito, gli  investitori istituzionali non compreranno più i nostri Bot, i nostri  bond, e ci lasceranno col sedere per terra – non l’ha detto così perché è  troppo educato. Bene, questi sono quelli che verranno “dopo”. E questi  investitori così minacciosi, che non compreranno più i nostri Bot? Sono  gli stessi con cui, la sera prima, questa gente sicuramente è andata a  cena – pardon: sono gli stessi che hanno pagato la cena, e probabilmente  hanno pagato molto di più della cena. Dunque, questi che arrivano sono  peggiori degli attuali.
Che fare? Io vorrei subito mettere le mani avanti, nel caso questo  sia lo scenario. E comunque, quale sia il cambiamento di governo non  importa. Ci diranno che c’è un cambio? Non c’è nessun cambio. Dobbiamo  sapere subito che dobbiamo battere la tentazione di scegliere il minore  dei mali: qui non c’è nessun minore dei mali; sono tutti uguali, da  questo punto di vista: fanno parte, tutti, della stessa banda che vuole  strapparci i diritti che abbiamo conquistato nel corso del secolo Ventesimo – non ieri e l’altro ieri, perché già li avevamo perduti, questi diritti: adesso ce li vogliono portare via tutti.
Per chi dovremmo votare, per Vendola? Alle primarie, per portare Vendola dentro il Partito democratico, a condizionare il Pd?  Scappa persin da ridere: non c’è niente che possa essere fatto, né da  Vendola né da quelli come lui. Vendola è soltanto un ottimo amo, al  quale possono abboccare soltanto gli allocchi. La questione è che  Vendola andrà al governo – se ci va – insieme non solo a Bersani, ça va  sans dire, ma ci andrà insieme a Casini, a Fini, a qualcuno del partito  di Berlusconi che si riciclerà: questa sarà la nuova maggioranza. E possiamo figurarci che cosa può fare una maggioranza del genere.
Oppure: votare per Bersani? O per quelli come lui, che – per dirla  con Travaglio, brillantemente – hanno già celebrato il passaggio dalla  “falce e martello” alla “calce e trivello”. Fantastica definizione: il  riferimento all’alta velocità è pregnante, qui, perché il “trivello”  della val di Susa è quello che il partito di Fassino, di Chiamparino,  dei Pd-democratici  del Piemonte ha scelto come cavallo di battaglia, come ultima trincea  della loro marcia verso la depravazione del consumismo capitalista.  Bisogna dire, quindi, che sono tutti – proprio tutti, senza eccezione  alcuna – dei nemici: non si dovrà votare né gli uni né gli altri. Questa  è la situazione di fatto, e non possiamo ignorarla: non siamo all’attacco, siamo sulla difensiva. Ma allora, si dirà, che cosa possiamo fare?
Eppure, qualche cosa si può fare. Perché è giunto finalmente il  momento di costruire una opposizione, una vera opposizione, capace di  mettere in discussione questo stato delle cose. Un’alternativa. Qualcuno  dirà: ma dove? Non c’è, certo che non c’è, in questo Parlamento e in  questo panorama delle forze politiche, ma c’è – in potenza – nel paese. E  non mi stancherò mai di ricordare che, a giugno di quest’anno, noi  abbiamo avuto il 53% della popolazione italiana che, contro tutti i  partiti, è andata a votare contro questo programma di governo: quello  della maggioranza attuale e quello dell’attuale opposizione  parlamentare.
Questa maggioranza c’è, in potenza; l’unico problema è che non conta  perché non è strutturata, non è organizzata. Ed è esattamente quello che  dobbiamo fare: sapendo che oggi sembra difficile, impossibile, ma  domani non lo sarà, perché questa crisi  ci si sta rovesciando addosso. E ogni idea di rimettere in sesto questo  sistema significa condannarci ad arrenderci, di fronte all’offensiva di  coloro che questo sistema hanno creato: ci faranno comunque andare in  fallimento, guadagnandoci sopra un sacco di soldi e tenendo tutto intero il potere. Noi dobbiamo, quindi – adesso – lavorare per unificare e costruire una vera opposizione politica, a partire dal rifiuto del debito.
Noi questo debito non lo pagheremo. Quali che siano gli sviluppi della situazione politica,  questa dev’essere la bandiera di fondo, perché è l’unica che si pone  come alternativa e come rottura di questo sistema. Chiunque pretenda di  rattoppare una macchina che è andata in tilt, che si è rotta, significa  semplicemente che vuole proseguire fino alla fine del disastro. Noi non  vogliamo arrivarci. E quindi, questo è il punto: costruire  un’opposizione contro tutta la casta politica – di destra e di sinistra, di centrodestra e di centrosinistra – e costruire una alternativa politica di opposizione.
(Giulietto Chiesa, “Il pantano maleodorante della politica italiana”, da “Megachip” del 27 ottobre 2011).


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