Tremonti, la crisi e l’aula vuota
Ma cosa cazzolo li paghiamo a fare???
di Carlo Cipiciani
Una spiegazione ci dev’essere. La crisi greca, con le sue ripercussioni in tutta Europa, con il suo seguito di scontri di piazza e di morti, interessa il mondo intero, e ad essa sono riservate le prime pagine di quasi tutti i quotidiani nazionali. Ma un eccezione c’è: la Camera dei deputati. Nell’aula di Montecitorio il ministro dell’Economia Giulio Tremonti riferisce sulla crisi di Atene, in un giorno in cui viene presentata la Relazione unificata per l’economia e la finanza, ed in cui Moody’s mette l’Italia sotto accusa di scarsa solidità. Il ministro, da più parti sollecitato, finalmente si presenta in parlamento, alle 16 di ieri. E si trova davanti una ventina di deputati, sui 630 istituzionalmente previsti. Inizia a parlare, come è suo dovere istituzionale, e alla fine saranno appena 60 i deputati presenti. Affollati, si fa per dire, i banchi dell’opposizione, fra i quali si notano Franceschini, Veltroni, Casini, Fioroni, Baretta, Rao, Tabacci. L’Udc è al completo, va detto.Desolatamente vuoti invece i banchi della maggioranza, rappresentata da 3-4 deputati, tra cui Cicchitto e Cazzola. Sul banco del governo i ministri Vito e Brunetta, che ripassa i contenuti della sua intervista di oggi al Sole 24 ore.
Una spiegazione ci dev’essere. E infatti, come riporta La Stampa – unico giornale che dedica al caso la prima pagina – il giovedì dopo mezzogiorno il parlamento si svuota. Dopo una faticosa settimana iniziata il martedì, le attività finiscono e gli onorevoli partono, come dice Amedeo La Boccetta, ex finiano, autoproclamatosi il “custode del parlamento” perché è quello che è “il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene”. Continua La Boccetta, uno dei pochi presenti, “i miei colleghi evidentemente vanno a curare gli ex collegi” e ride. “E’ la solita storia del giovedì”, afferma sconsolato il vice capogruppo Pd Ventura. Caustico Arturo parisi: “se fossimo passati alle votazioni avremmo potuto varare il nuovo governo”.
La spiegazione quindi c’è. Giulio Tremonti, interpellato sul caso alla bouvette, glissa. Ha altri grattacapi a cui pensare. Nella Ruef ha scritto 160 pagine il cui succo è che ci vorranno almeno 25 miliardi di euro nel 2011 per cominciare la nostra manovra di rientro ed evitare che anche l’Italia finisca nel mirino. Certo, Atene è lontana, anche se Moody’s ci prova a lanciare segnali sconcertanti ai mercati, indicandoci tra i paesi a rischio, smentita vigorosamente da Bankitalia. Certo, Tremonti è bravo, il miglior ministro dell’economia del mondo, dice il Sole 24 ore. Ma qualche grattacapo ce lo deve avere, se in quelle 160 pagine non c’è scritto neppure un rigo su come diavolo intende reperire i 25 miliardi di euro che serviranno a turare le falle. Ma l’aula “sorda e grigia” non si preoccupa. Un’aula che, con le assenze di ieri, ha offerto un segnale molto chiaro sulle priorità reali della classe politica italiana. Chissà se anche di parte del paese reale, che invece che scandalizzarsi resta muto e silenzioso.
dal sito http://www.giornalettismo.com/
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