Pages

sabato8 maggio

Bei tempi, quelli di Tangentopoli

di Metilparaben

Quando scoppiò il bubbone di Tangentopoli ero poco più di un marmocchio: però ricordo molto bene i processi trasmessi in televisione, le domande incalzanti dei giudici, le facce teree dei politici costretti ad ammettere le loro malefatte.
Dopo una ventina d'anni, come abbiamo avuto modo di verificare definitivamente negli ultimi mesi, la corruzione è rimasta il principale caposaldo di questo paese disgraziato, anche se rispetto ad allora sono cambiate molte cose: prima fra tutte (lo hanno sottolineato in tanti) la destinazione delle tangenti, che allora andavano a rimpinguare in buona parte le casse dei partiti, mentre di questi tempi finiscono nel patrimonio personale di chi le intasca senza passare per il via.
La differenza che mi colpisce di più, però, è un'altra.
Quando le indagini di Tangentopoli iniziarono a svelare lo schifo che era successo e a renderlo evidente agli occhi di tutti, la maggior parte dei politici coinvolti sembrò ritenere più dignitoso ammettere le proprie magagne piuttosto che continuare a negare arrampicandosi sugli specchi: il che, in qualche modo, dava la sensazione che nonostante il clima di sfascio generale fosse sopravvissuta, nella coscienza di chi pure aveva ingannato e derubato i cittadini, una soglia minima di rispetto nei loro confronti; si percepiva, insomma, la consapevolezza dei politici che la gente si potesse sì prendere per il culo, ma fino a un certo punto.
Ecco, a me pare che oggi anche quel briciolo di decenza sia venuto clamorosamente a mancare: e che la serena disponibilità di chi viene colto con le mani nel sacco a passare da scemo pur di negare l'evidenza equivalga, in realtà, a considerare scemi quelli che sono costretti ad assistervi.
Rispetto ad allora, insomma, loro sono molto più spudorati semplicemente perché noi siamo infinitamente più sudditi.
Sono cose che danno da pensare, o sbaglio?

dal sito http://metilparaben.blogspot.com/

btemplates

0 commenti:

Posta un commento