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Ufficiale: entro il 2015 ci saranno più social network che utenti

di personalitaconfusa

Buonasera e benvenuti al consueto appuntamento con la nostra rubrica dedicata alle tecnologie: oggi 12 febbraio 2015, storico sorpasso su Internet: con l’apertura di Gronz, l’ultimo “rivoluzionario servizio di social networking” lanciato questo pomeriggio in pompa magna da non
ci ricordiamo neanche noi quale multinazionale del web americana, siamo arrivati a quota 8 miliardi. Sono 8 miliardi i “rivoluzionari siti di social networking “attualmente esistenti nel mondo. Più dei cittadini del mondo che in teoria potrebbero usarli.

In realtà i terrestri dotati di computer sono assai meno, ma insomma, abbiamo più siti di social network che persone. Un record fino a pochi anni fa impensabile, anche perché adesso qualcuno di questi siti, per forza di cose, resterà vuoto. Il nostro inviato alla presentazione ufficiale ha tentato di capire in cosa Gronz si differenzi dai suoi numerosi concorrenti, ma non c’è riuscito. Il comunicato nella cartella stampa recita trionfante, testuali parole, “Gronz consente di chattare, mandare email, condividere documenti, telefonare, pubblicare sms, mostrare foto e video agli amici e ordinare la pizza da asporto col geolocalizzatore”. Tuttavia, a nostro modesto avviso tali attività erano già possibili su tutte le altre piattoforme web 6.0, e comunque quella cosa della pizza, al momento, su Gronz non funziona.

La corsa all’apertura di rivoluzionari social network era cominciata nel febbraio 2010, sulla scia dell’enorme successo di siti come Facebook (chiuso pochi mesi fa causa mancanza di adesioni, c’era rimasto solo un pornografo che pubblicava foto in primo piano del suo sedere) e Twitter (società acquisita dal governo iraniano nel luglio 2011 e quindi subito dopo rasa al suolo dai carrarmati degli ayatollah). Per osteggiare Facebook nacquero migliaia di altri servizi simili, tra cui Wave e poi Buzz, i super-siti social creati dal colosso informatico Google Corporation, a voi tristemente nota per il crac finanziario del marzo 2014, quando in mezz’ora l’azienda venne disintegrata sotto il peso di debiti incalcolabili e un incauto annuncio di milioni di licenziamenti “worldwide”.

Ai bei tempi, all’epoca del loro lancio, Wave e Buzz fecero grande scalpore. Ma già il mese dopo giacevano in rete abbandonati e dimenticati: nessuno riusciva a capire a cosa diavolo servissero, né come funzionassero. Speriamo che il neonato Gronz non faccia quella stessa malinconica fine. Glielo auguriamo. Senza troppa convinzione, però.

dal sito http://www.giornalettismo.com

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