Bocciato il Lodo Alfano. Silvio comincia a tremare
Son curioso di vedere se adesso i galletti del senatur marceranno su Roma....
http://www.giornalettismo.com/archives/38781/lodo-alfano-sentenza-2/
E’ arrivata la sentenza che tutti attendevano. E che i pronostici della vigilia davano come più gettonata. La Corte costituzionale ha bocciato il lodo Alfano. La discussione della Consulta sulla costituzionalità o meno della legge sull’immunità alle alte cariche dello Stato è finita nello scenario peggiore per Berlusconi: la legge viene bocciata, e i processi ricominciano.
Ma adesso bisognerà comprendere quali sono le motivazioni del rigetto della Corte. Ovvero, se il Lodo è stato respinto in base all’articolo 3 della costituzione, oppure il 138. Nel secondo caso, significherebbe che la legge dovrebbe affrontare l’iter costituzionale, con doppia lettura. E nel frattempo i processi ricomincerebbero.
Nel frattempo, Bossi è andato a palazzo Grazioli per un incontro con il premier Silvio Berlusconi. Oltre al Senatur sono arrivati anche Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.Sono da poco arrivati nella residenza studio romana del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, palazzo Grazioli, anche la vicepresidente del Senato Rosi Mauro, il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto e il capogruppo della Lega al Senato Federico Bricolo. Tra poco ne sentiremo delle belle.
La Corte costituzionale è composta da quindici giudici: il presidente Francesco Amirante (eletto dalla Corte di cassazione), il vice presidente Ugo De Siervo (eletto dal Parlamento), Paolo Maddalena (eletto dalla Corte dei conti), Alfio Finocchiaro (eletto dalla Corte di cassazione), Alfonso Quaranta (eletto dal Consiglio di Stato), Franco Gallo (nominato dal presidente della Repubblica, Luigi Mazzella (eletto dal Parlamento), Gaetano Silvestri (eletto dal Parlamento), Sabino Cassese, Maria Rita Saulle e Giuseppe Tesauro (nominati dal presidente della Repubblica), Paolo Maria Napolitano e Giuseppe Frigo (eletti dal Parlamento), Alessandro Criscuolo (eletto dalla Corte di cassazione) e Paolo Grossi (nominato dal presidente della Repubblica). Nulla di fatto nella seduta mattutina, la Corte si era aggiornata nel pomeriggio. La seduta è ripresa alle 16. Protagonista della seduta di ieri la singolare difesa dei legali del premier. “La legge è uguale per tutti, ma non la sua applicazione” aveva dichiarato l’avvocato e parlamentare del Pdl Niccolò Ghedini. In mattinata si era sparsa la voce di un’approvazione piena o quasi, presa con una maggioranza abbastanza larga dei presenti. Una nota di colore: il sito Dagospia ha prima scritto che il Lodo era salvo e poi, qualche ora dopo, che c’era stato un “ribaltone” e adesso era a rischio bocciatura. Insomma, pur di prenderne una basta dirle tutte.
La giornata era stata finora caratterizzata dalle dichiarazioni di Umberto Bossi. “Io sono per la saggezza. Perché sfidare l’ira dei popoli?“, aveva detto il Senatur. “Non sarà bocciato, speriamo bene. Non si può sfidare l’ira dei popoli…“. Dichiarazioni arrivate dopo l’incontro con il presidente della Camera, Gianfranco Fini: “Ci siamo chiariti le idee, mentre aspettiamo la decisione. Io e Fini non vogliamo le elezioni, perché dobbiamo fare le riforme, altrimenti cosa andiamo a dire alle persone?“. E Se il Lodo Alfano venisse bocciato? Allora, spiega il Senatùr, “noi potremmo entrare in funzione solo trascinando il popolo. E il popolo lo abbiamo, sono i vecchi Galli“. Più tardi il ministro chiarisce: in caso di bocciatura del provvedimento, le elezioni regionali diventerebbero “politiche“. Lì “il popolo si esprimerà su Berlusconi“, che «naturalmente vincerebbe». Le risposte non hanno tardato. «È inaccettabile la pressione di Bossi sulla Corte Costituzionale» afferma Pier Luigi Bersani, candidato alla segreteria nazionale del Pd. «Le decisioni che arriveranno dalla Consulta - continua Bersani – devono essere in ogni caso rispettate, per non mettere a rischio gli elementi fondamentali di convivenza civile e le fondamenta stesse delle istituzioni democratiche. In ogni caso – conclude – vorrei ricordare a Bossi che il monopolio del popolo non ce l’ha lui». «Bossi vuole trascinare il popolo e precisa che si riferisce ai vecchi Galli? – afferma in una nota il capogruppo IdV alla Camera, Massimo Donadi – Qualcuno spieghi al ’senatur’ che Asterix e Obelix non esistono. E gli ricordino anche che è un ministro della Repubblica e che certi toni sono pericolosi perché infuocano gli animi e incitano alla violenza. Poi saremmo noi gli eversori».
In più, ampio spazio era stato dato sulle prime pagine dei maggiori quotidiani internazionali sulla riunione della Corte Costituzionale. Mentre il Financial Times e il New York Times avevano evidenziato il significato politico della sentenza, il Wall Street Journal ha ricordato che, in caso di bocciatura del lodo, il premier sarà imputato in due processi. Il britannico FT dedica due ampi articoli alla vicenda. Il primo, intitolato «La chiamata alla conferma dell’immunità del premier» è per lo più di cronaca. Nel secondo, invece, il giornale scrive che la vicenda «sta mettendo a fuoco i contorni politici dell’era post-Berlusconi, in mezzo a chiari segni di disintegrazione del bipolarismo emerso dalle elezioni del 2008 con una riconfigurazione del centro». In questo contesto, si legge nell’articolo, Italia Futura, il ‘think-tank’ lanciato oggi da Luca Cordero di Montezemolo, «è un gruppo di pressione teso a riempire il vuoto politico lasciato dai principali partiti scatenando un’inevitabile speculazione sul fatto che Montezemolo sta per entrare in politica». Sempre in Gran Bretagna, The Times, in un articolo intitolato «I legali di Berlusconi usano la tesi della ‘Fattoria degli Animalì nella richiesta di mantenerlo al di sopra della legge», si sofferma invece sulla tesi sostenuta davanti ai giudici della corta dagli avvocati del premier: «la legge dovrebbe considerarlo il ‘primo tra gli egualì e continuare a proteggerlo da azioni giudiziarie». Una tesi, si legge nel giornale, che ricorda il messaggio lanciato da George Orwell nel suo messaggio: «Tutti gli animali sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri». In Spagna El Pais, in un articolo intitolato «L’avvocato di Berlusconi: ‘La legge è uguale per tutti, non la sua applicazione», ha evidenziato come i legali del premier abbiano usato «variopinti argomenti giuridici e politici per difendere l’immunità ». Comunque andrà a finire – conclude il giornale, sottolineando che il lodo «ha paralizzato quattro processi» contro il Cavaliere – «una sensazione sovrastava ieri la sede della Corte Costituzionale, Berlusconi e i suoi milionari avvocati sono pronti a contrastare tutto e uscirne indenni». Oltreoceano il New York Times titola «I legali di Berlusconi pressano per la necessaria immunità del leader». All’interno, l’articolo, ripercorrendo le principali tappe del lodo, sostiene che la sentenza della Corte «potrebbe determinare il futuro del governo». La bocciatura del lodo – incalza il quotidiano – «potrebbe guidare la pressione sul premier a dimettersi, con l’eventualità di nuove elezioni». Sempre negli Usa, THE WALL STREET JOURNAL fa un’ampia rassegna dei procedimenti giudiziari che hanno riguardato, indirettamente, il premier. Poi conclude: «Berlusconi, sommando tutte le indagini e i processi pendenti, sarebbe condannato a 21 anni di prigione», in caso di bocciatura del lodo Alfano.
Ma adesso bisognerà comprendere quali sono le motivazioni del rigetto della Corte. Ovvero, se il Lodo è stato respinto in base all’articolo 3 della costituzione, oppure il 138. Nel secondo caso, significherebbe che la legge dovrebbe affrontare l’iter costituzionale, con doppia lettura. E nel frattempo i processi ricomincerebbero.
Nel frattempo, Bossi è andato a palazzo Grazioli per un incontro con il premier Silvio Berlusconi. Oltre al Senatur sono arrivati anche Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.Sono da poco arrivati nella residenza studio romana del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, palazzo Grazioli, anche la vicepresidente del Senato Rosi Mauro, il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto e il capogruppo della Lega al Senato Federico Bricolo. Tra poco ne sentiremo delle belle.
La Corte costituzionale è composta da quindici giudici: il presidente Francesco Amirante (eletto dalla Corte di cassazione), il vice presidente Ugo De Siervo (eletto dal Parlamento), Paolo Maddalena (eletto dalla Corte dei conti), Alfio Finocchiaro (eletto dalla Corte di cassazione), Alfonso Quaranta (eletto dal Consiglio di Stato), Franco Gallo (nominato dal presidente della Repubblica, Luigi Mazzella (eletto dal Parlamento), Gaetano Silvestri (eletto dal Parlamento), Sabino Cassese, Maria Rita Saulle e Giuseppe Tesauro (nominati dal presidente della Repubblica), Paolo Maria Napolitano e Giuseppe Frigo (eletti dal Parlamento), Alessandro Criscuolo (eletto dalla Corte di cassazione) e Paolo Grossi (nominato dal presidente della Repubblica). Nulla di fatto nella seduta mattutina, la Corte si era aggiornata nel pomeriggio. La seduta è ripresa alle 16. Protagonista della seduta di ieri la singolare difesa dei legali del premier. “La legge è uguale per tutti, ma non la sua applicazione” aveva dichiarato l’avvocato e parlamentare del Pdl Niccolò Ghedini. In mattinata si era sparsa la voce di un’approvazione piena o quasi, presa con una maggioranza abbastanza larga dei presenti. Una nota di colore: il sito Dagospia ha prima scritto che il Lodo era salvo e poi, qualche ora dopo, che c’era stato un “ribaltone” e adesso era a rischio bocciatura. Insomma, pur di prenderne una basta dirle tutte.
La giornata era stata finora caratterizzata dalle dichiarazioni di Umberto Bossi. “Io sono per la saggezza. Perché sfidare l’ira dei popoli?“, aveva detto il Senatur. “Non sarà bocciato, speriamo bene. Non si può sfidare l’ira dei popoli…“. Dichiarazioni arrivate dopo l’incontro con il presidente della Camera, Gianfranco Fini: “Ci siamo chiariti le idee, mentre aspettiamo la decisione. Io e Fini non vogliamo le elezioni, perché dobbiamo fare le riforme, altrimenti cosa andiamo a dire alle persone?“. E Se il Lodo Alfano venisse bocciato? Allora, spiega il Senatùr, “noi potremmo entrare in funzione solo trascinando il popolo. E il popolo lo abbiamo, sono i vecchi Galli“. Più tardi il ministro chiarisce: in caso di bocciatura del provvedimento, le elezioni regionali diventerebbero “politiche“. Lì “il popolo si esprimerà su Berlusconi“, che «naturalmente vincerebbe». Le risposte non hanno tardato. «È inaccettabile la pressione di Bossi sulla Corte Costituzionale» afferma Pier Luigi Bersani, candidato alla segreteria nazionale del Pd. «Le decisioni che arriveranno dalla Consulta - continua Bersani – devono essere in ogni caso rispettate, per non mettere a rischio gli elementi fondamentali di convivenza civile e le fondamenta stesse delle istituzioni democratiche. In ogni caso – conclude – vorrei ricordare a Bossi che il monopolio del popolo non ce l’ha lui». «Bossi vuole trascinare il popolo e precisa che si riferisce ai vecchi Galli? – afferma in una nota il capogruppo IdV alla Camera, Massimo Donadi – Qualcuno spieghi al ’senatur’ che Asterix e Obelix non esistono. E gli ricordino anche che è un ministro della Repubblica e che certi toni sono pericolosi perché infuocano gli animi e incitano alla violenza. Poi saremmo noi gli eversori».
In più, ampio spazio era stato dato sulle prime pagine dei maggiori quotidiani internazionali sulla riunione della Corte Costituzionale. Mentre il Financial Times e il New York Times avevano evidenziato il significato politico della sentenza, il Wall Street Journal ha ricordato che, in caso di bocciatura del lodo, il premier sarà imputato in due processi. Il britannico FT dedica due ampi articoli alla vicenda. Il primo, intitolato «La chiamata alla conferma dell’immunità del premier» è per lo più di cronaca. Nel secondo, invece, il giornale scrive che la vicenda «sta mettendo a fuoco i contorni politici dell’era post-Berlusconi, in mezzo a chiari segni di disintegrazione del bipolarismo emerso dalle elezioni del 2008 con una riconfigurazione del centro». In questo contesto, si legge nell’articolo, Italia Futura, il ‘think-tank’ lanciato oggi da Luca Cordero di Montezemolo, «è un gruppo di pressione teso a riempire il vuoto politico lasciato dai principali partiti scatenando un’inevitabile speculazione sul fatto che Montezemolo sta per entrare in politica». Sempre in Gran Bretagna, The Times, in un articolo intitolato «I legali di Berlusconi usano la tesi della ‘Fattoria degli Animalì nella richiesta di mantenerlo al di sopra della legge», si sofferma invece sulla tesi sostenuta davanti ai giudici della corta dagli avvocati del premier: «la legge dovrebbe considerarlo il ‘primo tra gli egualì e continuare a proteggerlo da azioni giudiziarie». Una tesi, si legge nel giornale, che ricorda il messaggio lanciato da George Orwell nel suo messaggio: «Tutti gli animali sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri». In Spagna El Pais, in un articolo intitolato «L’avvocato di Berlusconi: ‘La legge è uguale per tutti, non la sua applicazione», ha evidenziato come i legali del premier abbiano usato «variopinti argomenti giuridici e politici per difendere l’immunità ». Comunque andrà a finire – conclude il giornale, sottolineando che il lodo «ha paralizzato quattro processi» contro il Cavaliere – «una sensazione sovrastava ieri la sede della Corte Costituzionale, Berlusconi e i suoi milionari avvocati sono pronti a contrastare tutto e uscirne indenni». Oltreoceano il New York Times titola «I legali di Berlusconi pressano per la necessaria immunità del leader». All’interno, l’articolo, ripercorrendo le principali tappe del lodo, sostiene che la sentenza della Corte «potrebbe determinare il futuro del governo». La bocciatura del lodo – incalza il quotidiano – «potrebbe guidare la pressione sul premier a dimettersi, con l’eventualità di nuove elezioni». Sempre negli Usa, THE WALL STREET JOURNAL fa un’ampia rassegna dei procedimenti giudiziari che hanno riguardato, indirettamente, il premier. Poi conclude: «Berlusconi, sommando tutte le indagini e i processi pendenti, sarebbe condannato a 21 anni di prigione», in caso di bocciatura del lodo Alfano.
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