Eroi del silenzio
di Lameduck
E' tutto concatenato. La legge bavaglio, ovvero l'imposizione per legge del silenzio sulla conoscenza e l'informazione e l'elogio dell'omertà; il delirio sull'immortalità (con Don Verzé che urla "si... può... fareee!") e la pretesa dell'intoccabilità assoluta. Tutto al più presto possibile, tanto non ci sono altri che degli incapaci da circonvenire con qualche doppia porzione abbondante di lenticchie federaliste e qualche poltrona d'oro per la progenie somara. La peste manzoniana v.2 sarebbe ancora troppo poco per questi venduti.
E se non abbiamo ancora capito chi sono Loro veramente ci seminano le prove e gli indizi sotto al naso, tanto siamo bambini di sette anni, disse iddu. Per provare. Per provare, per provare la loro insospettabilità.
Ormai dalle facce di settentrionali ghepensimì e meridionali intellettuali la buccia sta cadendo a brandelli per mostrare, come i Visitors dei telefilm di quando eravamo ragazzini, la sottostante pelle della piovra. Ci ridono in faccia: "Guarda, guarda cosa siamo veramente, guarda la pelle viscida" ma noi siamo ancora distratti dalla figura di merda rimediata dai miliardari pallonari.
Vogliono vedere se qualcuno avrà il coraggio di toccarli. E' una sfida, una gara estrema di onnipotenza, uno schiaffo andato a dare, con il saltino, direttamente in faccia a Dio, un Dio che si sta pericolosamente invecchiando, visto che non li fulmina all'istante. Un Dio rammollito, una specie di Mickey Rourke rintronato ed imbolsito lontano millenni da quello di Ezechiele che scatenava sui malvagi il suo furiosissimo sdegno. Un Dio che si sbaglia e ci toglie i giovani, lasciando vivere e ciulare i vecchi maiali.
Il bavaglio urge perchè si comincia a percepire una certa insofferenza tra gli italiani che hanno sciaguratamente votato il nano truccato. La si può sentire, per esempio, ascoltando i discorsi dei bottegai al mercato, una delle zoccole dure dell'elettorato berlusconiano. Stamattina si lamentavano ad alta voce che uno pur condannato per mafia non avrebbe fatto un giorno di galera. Mi pare perfino di aver udito un "è una vergogna". Tutta gente che ha l'abbonamento di Sky, immagino, perchè dal TG1 non l'ha di certo saputo.
Chissà se in qualche angolino recondito del portaneuroni di costoro c'è spazio per un ravvedimento oneroso, per un "Cazzo, ma io non avrò mica votato dei mafiosi?"
Prima che il papiminkia si svegli dal coma e il bottegaio giuri di non votarli mai più è necessario imbavagliare la stampa, quella rimasta a fare il suo lavoro e dovere di informare, dopo aver asservito le televisioni ed averle fatte diventare dei luoghi di fantasia dove le condanne diventano assoluzioni. Perchè gli elettori non vengano a sapere troppo e continuino a credere che ci sia un governo capace di governare.
Ci sono ancora molti nodi da sciogliere e tanti processi che potrebbero riaprirsi. Ecco la fretta di dichiarare l'intoccabilità retroattiva del ghepensimì.
Pisanu, che ama giocare ultimamente nel ruolo del fluidificante, nel senso che dice e non dice, ondivaga, mastica e sputa e ogni tanto butta là con nonchalance la stoccatina, dice che "Ci fu una trattativa", intendendo tra Mafia e Istituzioni. Non dice però tanticchia di più. Dice che non fu lo Stato a trattare ma poi si sa chi risultò vincente dopo la trattativa, e allora? Quale nuora , tra le tante, dovrebbe intendere?
Nel corso della lunga e complessa operazione di demolizione controllata dello Stato italiano, la cosca governativa siculo-brianzola capitanata dal padrino tascabile con la faccia da varano incazzato impiastricciato di fondotinta, piazza, per bocca del cumpari palermitano, un'altra bella carica, una bomba affettuosa, diciamo, sotto al concetto di eroismo.
Aggiornatevi, voi che siete rimasti al carabinierino Salvo D'Acquisto che porge il petto al fuoco del nemico in vece dei civili rastrellati per rappresaglia, oppure ai giudici martiri Falcone e Borsellino che hanno offerto la vita saltando su seicento chili di esplosivo in difesa dell'onore di una nazione minacciata dall'avanzare del cancro del malaffare criminale e mafioso.
Il nuovo eroe, non importa se mafioso conclamato, assassino e trafficante di droga, è, come nella tradizione dell'epica della mala, chi non parla, chi non ha fatto i nomi. Iu ninti sacciu e ninti taliai.
E quali nomi non fece? Quelli eccellenti, quelli dei politici, degli innominabili. Di coloro che alla fine saranno pure innocenti ma sembrano così tanto colpevoli. Di quelli che hanno stampato in fronte il "prova a prendermi".
Lo stalliere muto diventa un eroe, l'eroe personale, l'eroe ad personam del senatore condannato in tribunale ed assolto dai servi mediatici. Quello che sta cominciando a far incazzare il papiminkia modello base.
E' il suo eroe ma non il nostro, credo di poter parlare per tutti coloro che hanno avuto il conato di vomito a sentire l'elogio dell'omertoso. C'è una differenza incolmabile tra noi e questi governanti e lo rivendichiamo e rivendicheremo sempre con orgoglio.
Non riusciranno mai a farci considerare eroi dei delinquenti.
dal sito http://ilblogdilameduck.blogspot.com/
0 commenti:
Posta un commento