Qualcuno suggerisce un'alternativa all'astensione
Votare per il più sfigato.
di Debora Billi
Non ci sono molte opzioni, quando arrivano le elezioni. Personalmente, quest'anno cambierò e voterò per il più sfigato. Cosa significa? Ecco la spiegazione.- Astensione. Già dubitavo da un po' di questa scelta, che pure ho fatto parecchie volte. Poi sono usciti i dati francesi ( http://www.repubblica.it/esteri/2010/03/15/news/risultati_elezioni_francia-2666650/ ) . Un astensionismo del 53 per cento, e i titoli dei giornali sono stati: "Ha vinto la sinistra". Se avessero votato in 15 sarebbe stata la stessa cosa. Dell'astensione non frega nulla a nessuno, neppure se arrivasse al 99%, si illude chi crede che una forte astensione sarebbe un segnale con chissà quali utopistiche conseguenze. Chi conta sono i votanti e non gli aventi diritto, con buona pace appunto del diritto.
- Il meno peggio. Ho scoperto da un pezzo che non esiste. Esistono il vociante e il silenzioso, il rozzo e il signorile, ma stringi stringi la strada è la stessa. Corruzione, scheletri nell'armadio, parentele, mafie, riforme strangolatrici, crescita infinita, disinteresse per l'ambiente, servilismo verso potenze straniere, sottomissione alle peggiori lobbies finanziarie, cementiere, energetiche. Personalmente, che vinca ancora il nano o meno non me ne importa nulla. Non è peggiore: è solo più cafone.
- Democrazia addio. Serpeggia, almeno in Rete, una discussione sull'ultimo tabu: ma la democrazia, funziona davvero? Non sarà per caso l'ennesimo sistema fallimentare, non migliore della teocrazia, del comunismo, del fascismo o del feudalesimo? Ho qualche dubbio anch'io, lo confesso. Ma in attesa del ritorno di Carlo Magno o del Triumvirato, della rivoluzione o conseguente sol dell'avvenir, bisogna trovare una soluzione che sia meno cretina delle altre.
Così, ho scelto un'opzione davvero rivoluzionaria: voterò per il più sfigato. La verità è che in Italia si discute tanto, ma il succo è che l'approccio è calcistico: nessuno vuole ritrovarsi ad aver votato per i perdenti, pena gli sfottò del cognato, del vicino o del collega d'ufficio. Si fa un tifo sfegatato per l'una o l'altra parte quasi esclusivamente per amor di squadra, e per potersi sentire "vincitori" per un giorno. Siamo così ridotti, e la democrazia è veramente finita in discarica.
Ho scoperto che esistono mille liste e listine, e probabilmente voterò per qualcuno che prenderà lo 0,4 per cento. Quanti di voi ne hanno il coraggio? Ammettetelo. Eppure è sensato: se tutti votassero per listine micro, tali listine arriverebbero ad attribuirsi ciascuna il 5, il 10%, e i due partitoni da derby subirebbero una batosta senza precedenti nella storia. Allora sì che vedreste i titoloni, altro che astensionismo.
Non incoraggio un voto qualsiasi per Forza Roma, Caccia e Pesca o per le tante liste civetta appoggiate ai partiti maggiori. Cercate bene: in ogni Regione, in ogni collegio c'è qualche lista di volenterosi e onesti cittadini che riesce a passare le strettissime maglie dell'approvazione liste (sì, loro ne soffrono abitualmente, delle bocciature). Listine ambientaliste, di lavoratori, di attivisti di destra e di sinistra, federaliste, abitualmente e deliberatamente ignorate dalla stampa e dai media. C'è da scegliere. Facciamoli, 'sti titoloni. In caso contrario, orgogliosamente, mi appunterò sul bavero che ho votato come lo 0,4%: mi è sempre piaciuto, essere minoranza.
dal sito http://crisis.blogosfere.it
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