L'inno del corpo (elettorale) sciolto
di Lameduck
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Mi sembrava.
di Wil - nonleggerlo.blogspot
... Il capo di Stato francese si sarebbe presentato urlando, arrabbiato per la copertina del 31 marzo di Panorama, testata di Berlusconi ... Sarkozy si è lamentato della descrizione del suo Paese data su molti mezzi di informazione italiani, in particolare del Cavaliere. Attacchi inaccettabili, secondo il presidente della Francia, uomo di destra che dietro le porte chiuse dell'incontro ha elencato al capo del governo e del centro-destra italiano una lista di richieste con toni ultimativi.Il nostro Premier non solo ha chinato la testa ed accettato tutte le condizioni poste da Sarkò, ma ha preferito spostare l'attenzione su altre tematiche. Nordafrica? Bombardamenti? Nucleare? L'opa su Parmalat?
... Sta di fatto che il presidente del Consiglio italiano ha portato all'ordine del giorno del vertice il Bunga Bunga. Berlusconi si è messo a spiegare la sua versione sull'origine gheddafiana di questa espressione ... Il presidente francese Nicholas Sarkozy è parso in imbarazzo ... Il ministro francese dell'Economia Christine Lagarde, donna elegante con i capelli argentati, si è girata dall'altra parte.
dal sito http://nonleggerlo.blogspot.com/
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I SOLITI LIBERISTI CON IL CULO DEGLI ALTRI
di Mazzetta
Nicola Porro prova a scrivere un'ode al liberismo, per convincere i berlusconiani che la Caporetto di Parmalat è una grande vittoria del liberismo del governo liberista.
Peccato che non ci riesca, perché al netto del ridicolo di un dipendente di Berlusconi che cerca di convincere gli italiani che prenderlo in saccoccia è bello e desiderabile, c'è sempre quel sottile dettaglio per il quale il suo datore di lavoro e le sue aziende rappresentano un insulto al liberismo e al liberalismo senza paragone nei paesi sviluppati.
Dettaglio sul quale Porro sorvola necessariamente e dolosamente.
Liberisti sì, ma con il culo degli altri, come al solito.
dal sito http://mazzetta.splinder.com/
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Folle inferocite
di Debora Billi
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Fukushima forza 7
di Beppe Grillo
L'allarme a Fukushima è arrivato al livello 7. Lo stesso di Chernobyl. Lo ha detto la Tepco. Quando lo denunciavano Greenpeace e altre organizzazioni si poteva dubitare. Ora non più. Fukushima ha acceso la spia di sorpasso rispetto a Chernobyl. Ma dopo il livello 7 che altro c'è? Cosa ci aspetta? C'è un livello 8, un livello 9? Lo sapremo solo vivendo. Un disastro nucleare, ambientale di questa portata non è mai successo nella Storia. Ipotesi verosimili prevedono una contaminazione sempre più estesa verso la grande Tokyo. In questo caso si dovrebbero sfollare 35 milioni di persone. Il Giappone si trasformerebbe in una Nuova Atlantide alla luce del sole. Il nocciolo sta fondendo. Sta penetrando nel terreno e se incontrerà delle falde acquifere esploderà rilasciando nell'aria una nuvola da far impallidire "La Nuvola nera" del romanzo di Fred Hoyle. La nuvola andrà dove la porterà il vento, in Corea e in Cina oppure in California dove sono già state trovate tracce di radioattività nel latte. Fukushima non è un problema dei giapponesi, è un problema dell'umanità. L'ONU ha trovato il tempo per far bombardare la Libia, ma non per affrontare le conseguenze di Fukushima. Il mondo è dominato da lobby a scopo di lucro. Il nucleare rende bene, così bene che Fukushima è scomparso dall'informazione. Non sta bene parlare del morto in casa, fa scappare i clienti e gli inserzionisti, come l'ENI e l'Enel, per fare degli esempi, o il codazzo delle imprese che fa riferimento a Scajola e alla Marcegaglia. Una parte del Giappone è morta per sempre. Fa impressione sentire queste parole: "Per sempre", le sentiamo, ma istintivamente le respingiamo, non ci crediamo. Oggi pubblichiamo un video giapponese, un viaggio nell'Inferno intorno a Fukushima, dove tutto è silenzio, un immenso cimitero nucleare senza segni di vita, per decine e decine di chilometri.
Ernesto Burgio e Angelo Baracca mi hanno inviato una lettera contro le affermazioni di Veronesi, l'irresponsabile sponsor del Pdmenoelle del nucleare, nonché suo ex senatore. Veronesi deve dimettersi dall'Agenzia per la sicurezza nucleare italiana. Lo faccia per noi e per il suo passato.
La sicumera di Veronesi (espandi | comprimi)
L’intervista rilasciata da Umberto Veronesi a La Stampa lascia allibiti per la sicumera con cui il professore si lascia andare ad affermazioni prive di supporto scientifico, rischiando di banalizzare una tematica estremamente complessa e di condizionare con la propria “autorità” l’opinione pubblica, sempre più costretta a subire l’offensiva mediatica della potente lobby nuclearista.
Non ci è possibile ribattere in poche righe e in questa sede la lunga serie di affermazioni discutibili messe in campo dal professore: ci limiteremo a contestare alcuni passaggi di quella che appare come una superficiale apologia della fonte energetica in assoluto più dispendiosa e pericolosa per la salute umana. Una fonte che non alleggerirebbe in alcun modo la dipendenza dal petrolio, poiché oggi solo il 5% dell’energia elettrica è generata con questa fonte, che è usata per la maggior parte nei trasporti e nell’industria e non può essere sostituita dal nucleare, con cui si produce solo energia elettrica. Tanto più che negli ultimi 10 anni, in Italia, è stata installata nuova potenza elettrica equivalente a ben 12-15 reattori nucleari (ed ulteriore potenza è in attesa di autorizzazione), senza che questo abbia portato alcun beneficio agli utenti: perché produrre elettricità nel nostro paese è oggi soltanto business e l’eventuale “ritorno” al nucleare sarebbe un enorme business di pochi a danni di molti. è inoltre probabile che l’uranio si esaurirà prima dei combustibili fossili, ai ritmi di consumo attuali (per cui è assurdo parlare di centrali in grado di operare per 60 anni): figuriamoci poi se vi fosse un rilancio del nucleare. Ma per fortuna anche questa è una colossale favola. Basterebbe leggere i più autorevoli giornali internazionali per sapere che la strombazzata rinascita nucleare non esiste, a causa dei costi fuori controllo, dei problemi, delle incognite, dei ritardi nei tempi di costruzione; che gli Usa hanno in costruzione un solo reattore (un secondo è stato cancellato), mentre in Europa gli unici due in costruzione (in Finlandia e in Francia) procedono tra mille intoppi, che hanno già causato un raddoppio dei costi e dei tempi. Il fosco avvenire che Veronesi dipinge in assenza del nucleare non impensierisce Paesi come l’Austria, la Danimarca ed altri, che escludono il ricorso a questa fonte e puntano all’autosufficienza energetica con le fonti rinnovabili (quelle fonti che L’Europa si prodiga a sviluppare mentre il nostro Governo, con grande e più che sospetta puntualità, si prodiga a disincentivare). è invece noto a tutti gli esperti che tanto la Germania che la Francia, optano per prolungare la vita operativa dei reattori esistenti: una scelta estremamente rischiosa, perché l’invecchiamento aumenta le probabilità di incidenti (è stata segnalata un’anomalia all’impianto d’emergenza in ben 34 reattori francesi, in funzione da 30 anni, che potrebbe rendere insufficiente il raffreddamento in caso di incidente, e causare fino alla fusione del nocciolo!) anche perché il bombardamento neutronico mina le strutture.
Incidenti nucleari in aumento (anche in Francia) (espandi | comprimi)
E infatti gli incidenti alle centrali sono in aumento in tutti i paesi (altro dato che il Professore evidentemente non conosce o trascura): al punto che persino in Francia, che rappresenta nell’immaginario collettivo il paese del “grande consenso” al nucleare civile e militare, stanno crescendo i dubbi e le ansie, dopo che alcuni sevizi televisivi sono riusciti a divulgare i dati concernenti il quadro preoccupante della contaminazione radioattiva del territorio. Ma l’aspetto più disarmante è la leggerezza con cui colui che il redattore di La Stampa definisce il più famoso medico d’Italia considera gli effetti biologico-sanitari della radioattività. Un incidente nucleare grave è in grado di contaminare un intero emisfero: eppure Veronesi “liquida” con poche battute persino la catastrofe di Chernobyl, così affiancando quei “nuclearisti” che a fronte di una realtà drammatica, costituita da città fantasma e da migliaia di casi accertati di tumori infantili a carico di tiroide e midollo, sono tuttora capaci di sostenere che le vittime del disastro sarebbero poche decine. Dimenticando che scienziati e ricercatori di chiara fama, che hanno dedicato la loro vita a documentare gli effetti di una nube radioattiva che ha colpito non solo URSS, Ucraina e Bielorussia, ma l’Europa intera, parlano di un milione di vittime! Come può un oncologo accettare di dirigere un’Agenzia per la Sicurezza del Nucleare, ignorando o trascurando questi studi? Come può il professor Veronesi non sapere che già negli anni ’90 solo in Bielorussia e Ucraina i casi accertati di carcinoma infantile della tiroide furono quasi 1.000 (con un incremento di 30 volte e addirittura di 100 volte nelle zone più vicine a Chernobyl). Come può non sapere che da alcuni anni aumentano, in molti altri Paesi europei, le segnalazioni di incrementi di leucemie infantili direttamente correlate alla dispersione di isotopi radioattivi del cesio che permangono in ambiente e catene alimentari per decenni? Come può un oncologo di chiara fama non sapere che alcuni ricercatori russi hanno pubblicato, su riviste prestigiose come Science e Nature, i risultati di studi e ricerche che dimostrano come i figli dei cosiddetti “liquidatori” di Chernobyl, siano portatori di alti tassi di mutazioni: un dato che può chiarire non soltanto i dati, lungamente contestati, concernenti l’incremento di leucemie in bambini nati da genitori residenti nei dintorni di impianti nucleari inglesi, ma anche e soprattutto i risultati allarmanti di un recente studio tedesco, noto con l’acronimo KIKK (Kinderkrebs in der Umgebung von KernKraftwerken, Cancro infantile nei dintorni delle centrali nucleari), che ha descritto 1.592 casi di tumori solidi (molti dei quali di origine embrionale) e 593 leucemie infantili in bambini di età inferiore a 5 anni, residenti negli anni 1980-2003 nei dintorni delle 16 centrali tedesche. Tanto più che importanti studi scientifici documentano il rilascio di isotopi radioattivi (trizio, cripto, ecc) in ambiente e catene alimentari durante il normale funzionamento delle centrali e che l’introduzione di materiale radioattivo per via alimentare in piccole dosi quotidiane, rappresenta con ogni probabilità la modalità di esposizione più pericolosa, anche perché collettiva e difficilmente valutabile.
Residui nucleari italiani, una bolletta da 400 milioni all'anno (espandi | comprimi)
E infine il “banale” problema dei residui nucleari, che costa ancora agli italiani 400 milioni di euro l’anno (almeno 10 miliardi dal 1987, e chissà per quanti anni ancora). Come può il professore non sapere che nessun Paese al mondo ha ancora trovato una soluzione per il problema delle scorie nucleari e che depositi geologici sicuri esistono solo nell’immaginazione di alcuni “nuclearisti”; che Yucca Mountain dopo decenni di lavori e milioni di dollari spesi è stato definitivamente accantonato.
dal sito www.beppegrillo.it
e gli americani non sanno più dove mettere gli enormi quantitativi di combustibile esausto sparsi in una settantina di siti; che nel deposito di Asse in Germania si sono trovate (solo ora !) infiltrazioni d’acqua che minacciano un vero disastro e richiederanno spese colossali per il recupero e il trasferimento (dove?) dei fusti. A questo proposito, in verità, il professore una soluzione la propone: sostiene che si tenderebbe a individuare un unico sito per Continente e che, per fortuna, l’Italia non sarebbe stata individuata quale sito ideale di questo stoccaggio. Speriamo che chi ha dato queste informazioni al prof. Veronesi non intendesse far riferimento a quella che taluni soggetti prospettano come l’unica soluzione possibile per materiali che rischiano di inquinare l’intera ecosfera per millenni (non è certo consolante il fatto che il continente designato a discarica planetaria non sarebbe in tal caso né l’Europa, né il Nordamerica). è facile prevedere che nei prossimi giorni si scateneranno le critiche contro un “oncologo famoso” che non si perita di fare affermazioni pubbliche tacciabili quantomeno di leggerezza. Alcuni probabilmente arriveranno ad accusarlo di inconfessabili conflitti d’interesse (in questo caso particolarmente gravi, visto il ruolo di garante della salute pubblica che il professore ha accettato di ricoprire). Noi siamo convinti che molte delle cose che abbiamo elencate il professor Veronesi non le sappia davvero e che ciò sia comprensibile in una persona che non si è mai occupata di questa materia. Siamo però anche convinti che il permanere in una simile condizione di “ignoranza” sarebbe pericoloso e rischierebbe di nuocere gravemente alla figura di un medico famoso, che anche in quest’ultima intervista afferma come proprio valore assoluto la certezza che i rischi per la salute siano minimi e di voler dedicare i prossimi anni ad assicurare i cittadini che non correrebbero alcun rischio.
INTA LU CULU AL PIL
di Giorgiofra
Di mese in mese sta aumentando il numero di persone che conosco che hanno iniziato la vera rivoluzione, l'unica che può davvero far crollare il sistema in modo non violento.
Nel momento in cui si sono resi conto che erano oramai diventati degli schiavi ( dello stato, dell'esattoria, dell'ufficio imposte, delle banche, delle finanziarie, dei bisogni futili) e che comunque avevano sostanzialmente perso quel pò che avevano, e che , nell'illusione di non perdere quel poco avrebbero fatto una vita di *** per decenni, hanno preso una decisione drastica.
Hanno deciso di non pagare più nulla. Si sono resi conto che potevano ancora guadagnare quanto gli bastava per vivere dignitosamente ma non abbastanza per far fronte alle richieste sempre più esose dei vari predatori.
Si lasciano pignorare tutto. Nel momento che non hanno più nulla cessano tutte le loro ansie, dormono sonni profondi, si sentono invulnerabili. Riducono al minimo le esigenze, scoprono la cucina povera ma buonissima e sana, affittano una casa piccola e la arredano con l'essenziale, acquistano una macchina usata e la intestano ad altrui. Iniziano a rigodere di nuovo delle loro giornate, hanno ritmi più lenti, rapporti più rilassati e, debbo dire, diventano più buoni e disponibili. Un pò di soldi sotto il materasso non gli mancano mai.
Penso che anch'io opterò per la loro intelligentissima scelta.
dal sito http://www.cobraf.com
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Orafi Vicentini e Borse da 70mila Euro per i Cinesi
- Il Financial Times ieri aveva un reportage sugli artigiani a Vicenza, gli orafi decimati da una parte e il successo di Bottega Veneta dall'altra. A Vicenza c'erano più di 1.300 artigiani orafi e la concorrenza cinese a basso prezzo nonostante il boom del mercato e del prezzo di oro ed argento che creano più lavoro nel settore nel mondo li ha letteralmente decimati. La metà degli artigiani orafi di Vicenza sono ora disoccupati ed è stato un crollo catastrofico avvenuto un pochi anni da quando nel 2001 si è aperto completamente alla Cina. Poi a parziale compensazione per fortuna c'è il piccolo miracolo delle borse di extra-lusso in pelle da 75mila euro che per ora vengono prodotte solo in Italia appunto a Vicenza e che godono di una forte domanda dai ricchi cinesi. Nonostante costino quasi come una casa queste borse vanno a ruba tra i nuovi ricchi cinesi ed asiatici per cui ci sono assunzioni di artigiani per fare questo lavoro
In generale però l'Italia sta soffocando lentamente perchè la sua base di artigiani e piccole imprese che le ha dato la ricchezza è strangolata da:
i) Burocrazia sempre più asfissiante con nuove minuziose regolamentazioni ogni mese spesso imposte e ispirate dalla UE ma anche dal fatto che ci sono 4 milioni di funzionati statali (vedi le Opere Complete di Lanci qui sul forum. Consiglio ad esempio "Dal 31 Dicembre su con le Recchie"
ii) Tasse sempre più esose che non si evadono più (contrariamente a quello che si racconta) per pagare l'enorme debito pubblico (e con Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna che vengono spremute il nostro turno per un altra stretta sta arrivando velocemente)
ii) Globalizzazione cioè "arbitraggio" verso il basso del costo del lavoro mondiale nel mercato unico globale avendo aperto il nostro mercato a un miliardo e mezzo di cinesi, indiani, vietnamiti, egiziani.... Un crimine per cui occorrebbe processare i responsabili come a Norimberga. Gli economisti che lo hanno denunciato come il genio Maurice Allais non vengono semplicemente pubblicati, non trovano nemmeno la casa editrice anche quando sono Premi Nobel. Maurice Allais è probabilmente la maggiore mente economica del dopoguerra e non lo hanno tradotto in italiano. Nessuna biblioteca in inglese ne porta i libri e nelle università che contano non ne sanno nemmeno il nome. Perchè ha scritto opere intitolate "Globalization: the destruction of employment and growth. The empirical obviousness che sono tabù. Questo però non è un caso, le tre riviste economiche di lingua inglese che dettano legge non lo nominano e non nominano chi critica la globalizzazione
iv) la moneta unica, l'Euro, sempre parte della Globalizzazione, che ha fatto salire il cambio della nostra valuta del 20% contro quella cinese dal 2001 e del 28% contro il dollaro. Non c'è una sola valuta asiatica, dollaro taiwanese, won coreano, yuan cinese, dollaro di hong kong, rupia indiana contro cui la nostra valuta non sia salita. Il che è alluncinante se pensi che loro esportano già a costi più bassi per cui se ci aggiungi un altro 10 o 20% di vantaggio sul cambio ti massacrano
Il filo conduttore di questo lento strangolamnento è la Globalizzazione, un tabù imposto dall'elite globale che domina il discorso intellettuale ed economico totalmente e che non viene nemmeno discusso. Nonostante il peso del debito pubblico, della burocrazia e del sud (in senso lato come mentalita) l'Italia potrebbe caversela. Ma non se viene incastrata nell'euro senza la sua moneta e se è costretta ad aprire ai prodotti della Cina
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RINUNCIARE PER RICOMINCIARE – LA SCHIAVITU’ DAL BISOGNO
Oltre la Coltre
“E se mai tuo figlio, miracolosamente, dovesse sopravvivere alla “bestia”, allora sarà accusato di complottismo, messo all’indice e alla gogna, come eretico, sovversivo e rivoluzionario, e per lui sarà la fine”.
Questo individuo, ha svenduto, anno dopo anno e pezzo dopo pezzo, la sua autonomia fino all’azzeramento, delegando al Sistema tale incombenza e illudendosi che questi (il Sistema), avrebbe tutelato il suo diritto ad esistere, il suo stato sociale, e ogni suo legittimo bisogno.
Le cose, in verità, stanno diversamente e, il Sistema, consapevole di questo, impone le sue logiche liberticide, relegando l’uomo meccanico dentro una nuova e rivoluzionaria forma di schiavitù, senza catene: la schiavitù dal bisogno.
Gli individui moderni, figli della rivoluzione industriale, abbagliati dai presunti miracoli economici, dall’illusione di un’esistenza più degna e stregati dalle chimere di una propaganda becera, che esaltava le opportunità del nuovo mondo tecnologico e mortificava il lavoro della terra e di tutte le sue ragioni, hanno ceduto al Sistema ogni loro capacità di autosufficienza, in cambio di una vita svuotata da ogni vera gioia, motivo, e futuro.
Il MERCATO ci ha “suggerito” di acquistare azioni, obbligazioni, titoli americani ed altro, ma noi dobbiamo investire in terra, in campi di patate, in uliveti, pecore e maiali.
Lo scollamento radicale dell’uomo dalla terra, è la sola e vera causa della tragedia umana, morale e di civiltà che, presto, esploderà in tutta la sua potenza con tutte le conseguenze del caso.
Quello che chiamano, “IL MERCATO”, in natura non esiste. E’ solo una costruzione giuridica: una mera invenzione!! Alla politica, è dato il compito di essere garante e controllore delle sue regole, e intervenire in maniera pragmatica qualora, queste regole, venissero eluse o violate.
Oggi, in Italia, il Mercato occupa gran parte del nostro parlamento, che controlla, legifera e detta regole in funzione del barbaro interesse dei soliti noti a scapito degli individui, ignoti e ignorati.
Ci vuole, come priorità assoluta, una legge che vieti tassativamente agli imprenditori, di qualsiasi razza e specie, di entrare in politica, e ci toglieremmo così per sempre dalle palle, tutta quella corte di servi e ruffiani scodinzolanti che delegittimano il nostro parlamento e screditano la sacralità della nostra costituzione.
La pubblicità televisiva, che ad ogni ora del giorno e della notte, si scaraventa, senza bussare, dentro le nostre case, è l’orrendo, scomposto e dissonante vociare di questa gente che, in veste di apprendisti benefattori, cercano in tutti modi di svuotare le nostre tasche in cambio della loro effimera mercanzia. Hanno poi trasformato lo spazio pubblico in un’industria privata, impestando di insegne e manifesti, ogni angolo delle nostre città; e questo è un dato di fatto, incontrovertibile e assolutamente non politico.
Ma l’intento vero di questa moderna e oscura borghesia del profitto (sempre e ad ogni costo), é di fare piazza pulita della cultura, che sia arte, tradizione o letteratura, avvertita come il solo, unico e vero ostacolo al loro piano di omologazione degli individui.
Abbiamo perso la ragione, e quindi la capacità di discernimento e di valutazione delle circostanze. Immaginare, oggi, il programma di sterminio di massa, ideato a tavolino dal nazismo, sembrerebbe folle e impensabile ma, la televisione, rammentandocelo sistematicamente in virtù di una sovra- esposizione mediatica, ne innesca l’emulazione e il fanatismo, agendo sui lati peggiori degli individui, in maniera diametralmente opposta dallo scopo presunto. Questo succede per la droga, la pedofilia, la prostituzione e ogni tipo di nefandezza raccontata in forma epica e spettacolare. La cruda, amara e vergognosa verità, è relativa, a una perdita di valori e principi etici, senza precedenti, che abbiamo anteposto all’indice d’ascolto.
Il battage televisivo, a questo punto, sortisce l’effetto contrario, dando al nazismo un eccesso di visibilità e sdoganandolo come possibile ipotesi futura. La pubblicità televisiva, del resto, riesce a commercializzare prodotti di infimo ordine con la strategia della menzogna ripetuta ad oltranza, sostenuta da un martellante battage pubblicitario, da lavaggio del cervello. Violenza, arroganza, degenerazione, pornografia, morte, follia e ignoranza, sono gli ingredienti fondamentali dei programmi televisivi più visti. Quale stupido, si può meravigliare dell’incremento costante, relativo ai dati sull’antisemitismo, sulla droga, sulla prostituzione giovanile, sull’alcolismo, sugli stupri, e sul bullismo? Tutto ciò, è possibile in quelle società dove, il relativismo, ha fatto della licenza la libertà. Una ben confezionata “pubblicità progresso”, laverà le coscienze di tutti, come una salutare confessione domenicale.
Oggi, stiamo vivendo un momento drammatico sia dal punto di vista, morale, umano, sociale e ambientale. In una tale circostanza è più opportuno e salutare per tutti, non mettere altra benzina sul fuoco, e aspettare tempi migliori, dove società consapevoli (e per questo civili), siano in grado di distinguere il bene dal male e, della storia, fare maestra di vita.
Il Sistema Liberista Relativista, del resto, non è meno terrificante (se pur in forma diversa) del nazismo, anche se per certi versi, ancora più pericoloso e inquietante, sia per dimensioni che per crudeltà. Non esistono anticorpi per contrastare la sua avanzata, ne punti nevralgici da colpire per ferirlo a morte. Questo perché, noi stessi (tutti noi), siamo il Sistema, e la sua disfatta sarebbe la nostra.
Si, tutto sembra oramai fuori controllo e privo di senso, a tal punto, che anche la più ingenua speranza ha per sempre disertato il cuore degli uomini.
In una situazione globale come quella attuale, non c’è più tempo per il retorico e sterile chiacchiericcio o ipotetiche contromisure, ma di un’azione forte, pragmatica e di radicale e totale riconversione del Sistema. L’uomo moderno deve riappropriarsi delle vere ragioni e in un moto di orgoglio, abbandonare per sempre le subdole e seducenti chimere di un liberismo selvaggio e schiavista, e scrollarsi di dosso ogni subdola dipendenza e insulsa comodità. Rinunciare per ricominciare. Questo dovrà essere il solo ed ultimo slogan dell’uomo di questo secolo nefasto.
Per questo, parlare di crescita e di sviluppo, è indicativo della stupidità degli uomini, e del loro livello di consapevolezza. Perché le cose cambino per il meglio, l’umanità deve risalire velocemente la china di questo baratro e, finalmente “con i piedi per terra”, recuperare i valori etici, i principi e i parametri imperituri che, da sempre, hanno contraddistinto l’essere umano.
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Possedere un'auto
NO ALL’EUROPA DELLE BANCHE E DELLE GUERRE COLONIALI!
di Liliana Gorini
Poltrone e sofà
Feltri: “Il PdL? Una banda di arrivisti”
di Tommaso Caldarelli
Il Pdl non è un partito tradizionale. Non è neppure un partito. È un gruppo di persone impegnate a interpretare (male) le intuizioni del Principe nella speranza di non deluderlo e di ricevere un premio sotto forma di cariche e onori. Insomma il berlusconismo è uno stato d’animo, non una macchina politica. E reggerà finché il Principe sarà attivo, poi o si squaglierà o si trasformerà in qualcos’altro.
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