Il futuro prossimo di Berlusconi: campagna acquisti riuscita o spalle al muro
di Enrico Sabatino
Sarebbe dovuto succedere già da qualche anno, è successo solo ieri.
Amenità, piccole facezie e pillole di controinformazione dal nord-est
di Enrico Sabatino
Sarebbe dovuto succedere già da qualche anno, è successo solo ieri.
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di Lucio Caracciolo.
La posta rimasta in gioco è una sola: a chi attribuire la responsabilità della sconfitta?
I file di WikiLeaks dimostrano la frustrazione di chi sta al fronte senza coperture.
La guerra in Afghanistan è persa da tempo. Eppure continua. Non perché sia possibile vincerla, ma perché chi l'ha persa non trova il coraggio di ammetterlo.
E di assumersene la responsabilità. Sicché sul fronte afgano-pachistano si uccide e si muore come mai in questi nove anni di un conflitto apparentemente interminabile.
Ieri è toccato a due nostri soldati 1, impegnati in una missione che il nostro governo non trova il coraggio di chiamare con il proprio nome: guerra. Peggio, una guerra di cui non sappiamo chiarire l'obiettivo, se non slittando in una retorica che suona ormai peggio che falsa, offensiva per i nostri caduti e per la nostra democrazia.
Se vogliamo dare un senso al sacrificio dei nostri militari dobbiamo capire perché oggi stiamo molto peggio che all'inizio di questa campagna. E stabilire come uscire da un meccanismo infernale che non siamo in grado di controllare.
Noi italiani in Afghanistan ci stiamo per l'America. Ma l'America non è più sicura delle ragioni per cui pensava di doverci stare. Se prima potevamo fare l'economia di un nostro punto di vista, oggi non più. I nostri alleati l'hanno capito e stanno definendo una posizione propria, visto che quella americana è piuttosto nebulosa. Lo hanno fatto prima canadesi e olandesi, poi tedeschi e financo inglesi, tutti alla ricerca di una via e di una data di uscita dalla trappola afgana. Quanto a noi, restiamo a rimorchio di un convoglio impazzito, con diversi vagoni già deragliati.
Perché la novità degli ultimi mesi è che i militari americani cominciano a non poterne più, a non credere nella propaganda che d'ufficio sono costretti a disseminare. I leader politici lo sanno bene, ma si dividono su come affrontare l'emergenza di un conflitto invincibile. Oltre alla guerra calda, contro gli insorti, è in corso una guerra fredda fra capi militari e politici. Sul terreno questo si traduce nel caos operativo, fatto di ordini e contrordini, di scelte proclamate e subito rivedute, di rivalità personali e di corpo.
Prima il caso McChrystal, poi, in stretta sequenza, i 91.731 documenti più o meno segreti trapelati attraverso le larghe maglie dell'intelligence Usa, rivelano la frustrazione di chi sta al fronte senza sentirsi le spalle coperte. Anzi, teme di finire vittima delle faide di Washington. E dunque vorrebbe andarsene al più presto. Questo clima può contribuire a spiegare una tale fuga di notizie riservate: un modo scelto da alcuni militari per alimentare lo scetticismo dell'elettore americano, per sbattere in faccia ai decisori i fatti e non le pietose bugie che amano ripetere, ad esempio riguardo all'"alleato" pachistano.
Difficile bere la favola della talpa ventiduenne incistata in una base a nord di Bagdad, che avrebbe trasmesso quella miniera di informazioni classificate all'attivista australiano Julian Assange, sulfureo capo di WikiLeaks. Le dimissioni dell'ex comandante del fronte afgano scelto da Obama e le rivelazioni del sito pirata sono le punte emerse della furibonda battaglia intestina che sta scuotendo l'intera Amministrazione, nei suoi centri nervosi militari e politici.
I rapporti pubblicati da WikiLeaks non cambiano il quadro afgano-pachistano già noto al pubblico più accorto, ne accentuano solo le tinte fosche. Ma hanno un notevole impatto politico-mediatico. Perché illustrando con inediti dettagli il fallimento afgano, demoliscono il teatrino che Obama stava allestendo per fingere di vincere la guerra persa. Il "cambio di strategia" partorito a fine 2009 dopo mesi di scontri fra le diverse branche dell'amministrazione e fra i troppi Napoleoni che si affrontano negli alti comandi delle Forze armate Usa, aveva infatti un solo obiettivo: "oscurare" l'Afghanistan prima dell'inizio della campagna presidenziale del 2012.
Il cuore della famosa controinsurrezione - la bibbia strategica di Petraeus e McChrystal - consiste infatti nell'imporre la propria "narrativa", ossia la propria propaganda, come vera. Una paradossale controinformazione ufficiale. Obiettivo: trasformare qualche successo tattico in Vittoria, fingere di aver allestito uno Stato non indecente a Kabul, e ritirare il grosso delle truppe prima del voto. Non molto diversamente da quanto Bush aveva immaginato di fare appena presa Bagdad.
L'ironia della storia vuole che oggi Bush possa apparire come colui che ha raddrizzato in extremis la disastrosa guerra mesopotamica - la "guerra sbagliata" secondo Obama - mentre l'attuale inquilino della Casa Bianca è additato come responsabile di un disastro maturato sotto il suo predecessore, come martellano le rivelazioni di WikiLeaks. Percezione accentuata dal fatto che Obama ha subito fatto sua la "giusta" guerra afgana, quando già appariva perduta, mentre criticava la campagna irachena, anche quando a Baghdad l'orizzonte pareva schiarirsi (o meglio, la controinformazione ufficiale ne offriva con successo, e con qualche fondamento, una fotografia rassicurante).
Obama sperava di potersene andare avendo salvato la faccia con qualche successo modesto ma ben rivenduto. Come ad esempio la troppe volte annunciata e poi rinunciata presa di Kandahar, eretta a Berlino talibana. Il guaio è che il trucco non funziona. Il teatrino non è credibile. La ribellione di McChrystal e le rivelazioni affidate a WikiLeaks dimostrano che la posta in gioco non è più la sconfitta o la vittoria, ma la responsabilità della sconfitta. Il cerino è acceso e sta girando di mano in mano, tra Casa Bianca, Pentagono, Dipartimento di Stato e dintorni.
Su questo sfondo, suona sempre più patetica la tesi per cui la nostra presenza in Afghanistan serva a impedire che vi si installino i terroristi. Come confermano in abbondanza i documenti dell'intelligence Usa, non solo la campagna ha rafforzato i Taliban, ma ha contribuito a destabilizzare il Pakistan. Più che nelle caverne o nelle gole afgane, è nel vespaio pachistano che bisognerà scavare, se davvero intendiamo limitare il rischio, mai sradicabile, di un nuovo 11 settembre. Rischio aumentato, non diminuito, dalla guerra in corso.
Un giorno, temiamo non vicino, ce ne andremo. Non perché avremo compiuto la missione (quale?). Per esaurimento. Con questa inerzia, dall'Afghanistan non ci ritireremo: lo evacueremo.
repubblica.it
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di Alessandro Iacuelli
C’è la provincia di Brescia al primo posto per il traffico illegale di rifuti in Lombardia. Il dato emerge dal sedicesimo Rapporto Ecomafie presentato da Legambiente, che nel 2009 ha censito nella sola Lombardia 855 infrazioni contro l'ambiente con 340 sequestri e 865 persone denunciate. Al primo posto per lo smaltimento illegale c'è il pericoloso asse Milano-Brescia, dove il capoluogo lombardo si pone come crocevia, anche finanziario dei traffici, mentre la provincia bresciana cresce come luogo di smaltimento.
Si tratta soprattutto di rottami metallici, protagonisti indiscussi dei traffici. Rottami di provenienza spesso dubbia, contaminati da cose che solo una serie accurata di analisi (ancora non effettuate) potrà censire seriamente. Rottami classificati come rifiuti in ferro pericolosi, che oltre a prendere la solita strada del Sud Italia, dell'Africa, della Cina, hanno trovato una nuova rotta: quella di Brescia, dove vengono smaltiti illegalmente nelle discariche o rivenduti alle acciaierie locali, che trasformano il tutto in tondini di ferro destinati all'edilizia. Lo rivelano soprattutto le indagini del biennio 2007/2009, ad indicare come l'ecocriminalità sia sempre in grado di inventare nuove rotte.
Il dato più preoccupante è però quello che riguarda Milano. Negli ultimi otto anni, il 35 per cento di tutte le inchieste sui crimini ambientali in Italia ha toccato a vario titolo la Lombardia, come punto di partenza, transito o arrivo dei rifiuti, per la corruzione di funzionari pubblici, per il riciclaggio di denaro o come sede delle società coinvolte. Lo spiega Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia: "L'ecomafia lombarda non conosce la crisi. Si stima che il fatturato nel 2009 ammonti a più di un miliardo di euro".
Con buona pace per chi, per anni, ha creduto ingenuamente che questo tipo di crimini fosse in qualche modo riservato alla Campania, in Lombardia sono dilaganti i reati che Legambiente definisce collegati al "ciclo del cemento": appalti pubblici truccati, scavi illegali nei fiumi e nelle campagne, bonifiche fasulle. E, come proprio il caso campano ha insegnato, il ciclo del cemento ed il ciclo dei rifiuti presentano un numero tale di punti di contatto da poter essere considerati sovrapposti.
Una recente operazione nel Parco del Ticino, condotta dalla Procura di Busto Arsizio, ha svelato che un giro di società gestiva scavi abusivi in territori intorno a Lonate Pozzolo per la realizzazione della Tav Torino-Milano. Anche qui sono comparse le cave abusive. Anche qui qualcuno è arrivato con le ruspe a scavare le buche. Secondo le indagini, dalla cava sequestrata sono stati portati via abusivamente almeno 450 mila metri cubi di sabbia e ghiaia in 2 anni, una quantità di materiale in grado di riempire 82 mila camion. Nelle buche vuote sono stati poi sepolti rifiuti pericolosi, intrecciando i due filoni più redditizi della criminalità ambientale. Guai a dirlo, per anni. Amministratori locali, politici di vari colori, si sono sempre affrettati a dire che queste "sono cose da Castelvolturno", o che sono "attività casertane".
Nell’ultimo anno sono stati ritirati i certificati antimafia a ben 17 aziende lombarde nel settore del "movimento terra", come in quello dello smaltimento dei materiali delle demolizioni. Per fare un esempio, la tesi dell'accusa nel processo "Cerberus" è che i rifiuti tossici sono stati smaltiti nei cantieri di costruzione o di demolizione di immobili. In quegli scavi sono stati scaricati eternit, idrocarburi, catrame, gasolio. Sotto i cantieri ferroviari, sotto le strade, le case e in alcuni casi i parchi giochi. Per la "sepoltura" dei rifiuti tossici, gli scavi arrivano fino a 15 o 20 metri sotto il piano campagna, per poi ricoprire con terra buona ed eludere i controlli. Proprio come sul litorale casertano 15 o 20 anni fa.
D'altronde c'era da aspettarselo: se 20 anni fa l'imprenditoria italiana, che già all'epoca si lamentava di questa o quella "crisi", sfruttò la pericolosa alleanza con le mafie per spedire in Campania una cifra che oggi è stimata attorno ai 30 milioni di tonnellate di rifiuti tossici, nel tempo, quella stessa imprenditoria ha imparato a muoversi con i suoi piedi, diventando a sua volta ecocriminale, e risparmiando anche il costo del trasporto verso sud. E si sa, in tempi di crisi...
Di sicuro anche in questo caso la mortifera alleanza con le mafie non è mancata. Lo si evince dalle intercettazioni telefoniche, quelle che si vorrebbe eliminare ad ogni costo, durante le inchieste Cerberus e Parco Sud, che hanno ricostruito gli affari della ’ndrangheta a partire dai territori di Corsico, Buccinasco e Trezzano sul Naviglio. Ancor più significativa una delle rare ammissioni di un imprenditore, raccolta dagli inquirenti durante le indagini: "In sostanza il movimento terra è monopolio dei padroncini calabresi ma, a parer mio, la responsabilità di tutto ciò è anche dei committenti che permettono a costoro di lavorare sottocosto. I calabresi spesso non hanno alcuna autorizzazione e soprattutto, dopo gli scavi, non conferiscono il materiale inerte nelle discariche autorizzate ma lo buttano in giro". E ancora: "I prezzi sono buoni perché queste imprese spesso e volentieri operano smaltimenti abusivi di materiali tossici, non sostenendo così i costi" di un corretto trattamento.
Ancora una volta, la Campania, rimasta inascoltata, avrebbe dovuto fare scuola: scavare, spostare terra, riempire cave, smaltire rifiuti tossici falsa il mercato, attrae industria ed imprenditoria verso il lavorare fuorilegge, come è stato dimostrato dalle inchieste e, soprattutto, ricorda Legambiente, provoca disastri ecologici. In tutta l'Italia.
Ma sono disastri che in qualche modo si accetta e si ammette, sacrificando non solo la legge ma anche la nostra salute: c'è la "crisi", e l'industria italiana per essere competitiva sul mercato globale deve tagliare i costi. Anche quelli dell'eliminazione delle proprie scorie, dei propri scarti di produzione. A noi invece, come disse non molto tempo fa qualcuno molto famoso, tocca essere ottimisti.
dal sito www.altrenotizie.org
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di Daniele Martinelli
Il Pdl incrinato ha preso il colpo di grazia durante la riunione all’ufficio di presidenza del partito. In meno di un’ora il presidente della Camera Gianfranco Fini è diventato nero su bianco “incompatibile con i principi ispiratori del Popolo della Libertà“. I prinicipi ispiratori del partito dell’amore sono il divieto al dissenso, il divieto all’opposizione e al confronto in particolare su tematiche riguardanti l’ uguaglianza dei cittadini e il rispetto dell’equilibrio dei poteri garantiti dalla Costituzione italiana. Nel Pdl è vietato chiedere legalità, e dovrebbe essere sottinteso elogiare condannati per mafia come i Dell’Utri, oltre che sostenere picciotti di cricche e logge varie nel nome di quell’unità che puzza di regime putinian-comunista.
Nel popolo della libertà l’unica libertà se la prende l’assolutista Silvio Berlusconi, imputato in tre processi per appropriazione indebita e frode fiscale, corruttore di testimoni e di giudici, pluriprescritto e autoassolto oltre che editore e controllore dei principali canali televisivi nazionali da almeno un ventennio.
Il popolo della libertà vorrebbe fregiarsi del potere di far dimettere Fini dalla carica di presidente della Camera. Ma non lo può fare. Infatti Fini ha già dichiarato che non si dimetterà.
Forse, da domani, avremo un parlamento meno assolutista e meno totalitarista. Per ottenere questa scissione nel principale partito di governo e di maggioranza relativa, ci sono volute leggi sempre più fasciste e improponibili, che vanno dal razzismo verso l’immigrazione fino al tentativo di imbavagliare le opinioni dei cittadini su web. Oltre che progetti per azzoppare la giustizia togliendo ai magistrati la facoltà di utilizzare lo strumento efficacissimo delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Davvero troppo! non solo per Fini e i finiani. Ma anche per tanti deputati dello stesso Pdl che non ne possono più dei capricci del nano corruttore. Deputati che non dormono sonni tranquilli perché sanno che al di fuori dei palazzi c’è un’Italia in crisi senza soldi, senza prospettive e senza lavoro.
Per chiudere questa orrenda parentesi politica italiana dobbiamo sperare nei franchi tiratori. Il vero cruccio del nano. Infatti, la sceneggiata con Fini “cacciato” è soltanto la foglia di fico al problema vero che riguarda il consenso verso il kapo.
Noi attendiamo fiudiciosi la resa. Il logorio interno al centrodestra potrebbe minare la tenuta del governo ben prima del 2013. Magari tra qualche settimana parleremo di elezioni anticipate. Non so se sarà un sogno o un incubo.
dal sito http://www.danielemartinelli.it/
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di Ernest - idiaridelloscooter
di Daniele Sensi
Renzo Bossi: ''Vorrei essere il riferimento politico per i giovani d'oggi''
dal sito http://danielesensi.blogspot.com/
di Daniele Sensi
A poche ore dalla sua entrata in vigore, la Corte federale di Phoenix ha bloccato alcune delle norme della controversa legge sull'immigrazione varata lo scorso aprile in Arizona, in particolare quelle che a) assimilavano l'immigrazione clandestina a un reato e non più a un'infrazione; b) obbligavano la polizia a verificare lo status di un immigrato fermato per altri motivi; c) permettevano, sempre alle forze di polizia, di chiedere i documenti a un passante solo basandosi "sul ragionevole sospetto" che fosse un clandestino.
Fate il confronto con quanto avviene ogni giorno sulle nostre strade (presente, a dicembre, le conferenze stampa di carabinieri e polizia sul totale del numero degli stranieri controllati durante l'anno? Pare una gara, una corsa per il guinness) e avrete, ancora una volta, la misura del deficit di civiltà in cui versa in nostro paese. Ma mica per dolo o per "cattiveria" delle forze dell'ordine, eh: è che dai noi se ti metti a contestare avvisaglie di "racial profiling" -o di "délit de faciès", come lo chiamano in Francia, dove è addirittura vietato stilare qualsivoglia statistica su base etnica- la gente ti ride dietro, perché, da noi, è un comune sentire che sia normale, nel contrasto alla clandestinità, poter fermare e controllare innanzitutto coloro che paiono stranieri, per il solo fatto di apparire stranieri. Ma normale non lo è affatto. Perché, in un paese davvero liberale, chiunque, quale che sia la sua posizione, ha il diritto, se se ne gira tranquillo per strada, senza importunare -o minacciare di importunare- nulla e nessuno, di non averci proprio nulla a che fare, con la polizia.
dal sito http://danielesensi.blogspot.com/
di Pietro Ancona
Con una operazione truffaldina fatta alla luce del sole Marchionne si sottrae alle leggi ed ai contratti
vigenti in Italia. Va da un notaio e con l'aiuto di alcuni legulei del diritto costituisce una società Fiat che subentra alla Fiat. Lo stabilimento Giovanbattista Vico forse sarà chiamato diversamente e sarà giuridicamente appartenente ad una nuova entità ma tuttavia è una clonazione della Fiat, partorita dentro il corpo e con la stessa proprietà. Gli Agnelli succedono a se stessi. Si limitano a cambiare ragione sociale al solo scopo di truffare i lavoratori, sciogliersi da ogni obbligo, scegliersi la mano d'opera disponibile alle condizioni che Marchionne si degnerà di dettare e ridettare e che magari saranno ancora più dure ed opprimenti di quelle già firmate qualche giorno fa a Pomigliano e poi a Torino.
Al fine di disattendere agli obblighi di rispettare il contratto di lavoro a Marchionne è stato suggerito, magari dai "complici" di Sacconi, di non fare iscrivere la newco alla Unione degli Industriali di Napoli. Non so quali legulei abbiano suggerito i due escamotages (newco e non iscrizione) che fanno acqua da tutte le parti. In primo luogo è chiarissimo che si sta compiendo un falso. Tutti sappiamo che la newco non è affatto newco ma la Fiat travestita. L'operazione Alitalia non è evocabile dal momento che la cordata della Cai era costituita da persone fisiche e giuridiche diverse da quelle dell'Alitalia. In secondo luogo, secondo la generale interpretazione delle norme che regolano il passaggio delle società queste avvengono sempre rispettando i vincoli e le obbligazioni da parte della società subentrante. Non credo che il signor Marchionne che ha concepito o fatta propria questa spregevole e furbastra soluzione per evadere gli obblighi di un contratto di lavoro che non è tra i migliori d'Europa perchè concede ai metalmeccanici italiani il quaranta per cento in meno di quello tedesco e di quello francese possa azzerare tutto, ricominciare da capo, fare come se la storia cominciasse ora. Che farà delle anzianità maturate dai dipendenti? Che farà la nuova società delle obbligazioni contratte dalla Fiat Pomigliano?
Anche la cancellazione dalla Confindustria non gli servirà a molto. Il contratto è legittimato dalla sua
stessa applicazione. Non credo che ci sarà magistrato che potrà accettare per buono il nuovo contratto della Newco. Il principio erga omnes, nella sua logica lettura giuridica, esclude che una furbata possa danneggiare interessi vitali ed essenziali delle persone legate al diritto di avere un trattamento equo e rispondente ai principi della Costituzione.
Marchionne ritiene di potere trasferire le condizioni che detta in Polonia in Italia. Ritiene che con
due mosse da azzeccagarbugli possa fare i suoi comodi. Fare il manager in questo modo annullando le leggi ed i regolamenti che si ritengono di impedimente è davvero da volgare scippatore. L'industria automobilistica tedesca o francese che paga salari migliori di quelli italiani non ricorre ai trucchi che questo signore sfoggia in Italia. Purtroppo abbiamo un governo indecente moralmente e politicamente incapace di esercitare la sua autorità per impedire questo squallido traccheggio.
La Fiat si conferma per quella che è sempre stata nella storia d'Italia fin da quando un Agnelli riuscì a fare fuori i veri soci fondatori dello stabilimento ed impossessarsene. E' sempre vissuta appoggiandosi al potere politico ed anche militare quando è stato il caso per pagare bassissimi salari ed imporre condizioni da caserma. Allo Stato italiano ha succhiato risorse immense. I lavoratori sono talmente poveri da non potere resistere un mese senza salario ma gli Agnelli hanno una cassaforte munita e presidiata che li fa ricchissimi. Ora si vuole imporre una sovversione dell'ordine sociale cancellando i contratti e per fare questo con l'aiuto di qualcuno costruisce carte false.
Mi chiedo quale dignità abbiamo le istituzioni italiane a subire tutto questo, a farsi trattare da colonia
dal signor Marchionne. Anche un Governo di destra dovrebbe avere la dignità di reagire e di tutelare l'ordinamento dal sovversivismo di una industria che oltretutto non gioca a carte scoperte e chissà quali altre amare sorprese ci riserva. Il Parlamento che tace e gira la testa da un'altra parte ne esce assai male. I mille oligarchi che lo compongono sono soltanto dei privilegiati a cui non importa il decoro che l'operazione Marchionne spazza via. Si torna all'era delle caverne.
dal sito http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
di Pietro Cambi
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di Simone - voglioresistere
posto una mail che ho ricevuto, che evidentemente sta girando in rete.
Non so se è vera, ma ciò che viene descritto è molto verosimile, purtroppo!
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di Luca Telese
Nell’estate in cui il suo movimento Cinque Stelle vola nei sondaggi e i grillini preparano religiosamente la “Woodstock” del 26 settembre, lui, Beppe Grillo, è un fiume in piena. Parla di politica, di privatizzazioni, di leader politici (a destra e a sinistra) senza filtri e annuncia: “Siamo l’unico movimento politico diverso che non utilizza una sola lira di contributi. Sarà per questo che il Giornale inventa scoop per infangarci? Se Feltri non rettificherà le balle del suo giornale voglio incontrarlo. Incontrarlo fisicamente, intendo. Sempre che non abbia paura…”.
Grillo, sei contento delle stime che vi danno al 3%?
Per nulla: è un dato taroccato.
Ma come, taroccato? Sareste a un passo dal quorum…
Ma noi siamo dieci passi oltre. Noi siamo già, in potenza, oltre il 10%. Quando si è votato, parlo di voti veri, abbiamo preso il 7,3%, solo in Emilia Romagna!
Però vi siete presentati in sole cinque regioni, perché?
Non siamo un movimento di cartapesta. Siamo presenti dove c’è Rete, dove c’è banda larga… E presto saremo ovunque.
Non pensi che parlare di “incontrarsi fisicamente” sia un linguaggio violento?
Se c’è uno che sa usare le parole sono io. E mi sono veramente rotto i co-gli-oni di chi le usa per infangare ragazze e ragazzi che fanno politica in modo pulito, senza mendicare prebende…
Per lei è un attacco politico?
Ho affidato Il Giornale a un avvocato. Il titolo di prima dà una notizia falsa: “Grillo vuole soldi dallo Stato”. Poi, quando vai a pagina 7, il pezzo è pieno di condizionali e ipotetiche: se… se… se… Ecco come il signor Feltri fa scuola di disinformazione.
La metti anche sul piano personale.
Certo, Feltri è una Onlus. Lui si che è pieno di soldi pubblici: a Libero prendeva direttamente 5 milioni di euro all’anno. Ora con Il Giornale, fa incetta di contributi indiretti…
Passiamo all’acqua. Il referendum è la vostra crociata?
Siamo stati i primi a denunciare le porcate che hanno portato alla legge sulla privatizzazione.
Il centrodestra dice che la proprietà resta pubblica.
Hi, hi hi… che ridere… Sono comici, e nemmeno lo sanno. Con le concessioni sull’acqua si stanno facendo ricchi… In tutti i comuni in cui sono stati dati appalti di gestione l’acqua è aumentata del 100%. Mentre Tremonti spara balle sul rigore…
Perché?
È con i servizi che si fanno i soldi. La depurazione dovrebbe essere un servizio sociale e invece è diventata un business. I servizi che vengono venduti assieme all’acqua sono più importanti dell’acqua, capisci?
Esempio?
Parigi: il sindaco Delanoe ha dovuto clamorosamente de-privatizzare, recuperando 40 milioni di euro l’anno.
Cinque stelle rischia di essere solo un movimento di protesta?
Quelli che protestano sono gli altri… Noi da anni stiamo dando le uniche ricette per sfuggire allo strozzinaggio della finanza e del finto capitalismo….
Ti senti anticapitalista?
Macchè, questa è la minima dose consentita di socialdemocrazia, altro che anticapitalismo!
Addirittura…
Qui si stanno svendendo i beni pubblici nel quale è cresciuta la democrazia: parchi, le scuole, i trasporti… Tutto in nome della presunta sacralità del mercato. Stanno facendo a pezzi le conquiste di mio padre e di mio nonno.. Bisogna incazzarsi!
Come funzionerà la vostra Woodstock di Cesena?
Il bello è questo. Non lo so.
Come, non lo sai?
So che verranno le migliori intelligenze d’Italia: gruppi musicali della Madonna, ragazzi in tenda, famiglie in roulotte, spazi per i bambini…. So che io sarò lì ad accogliere tutti, che parleranno poche personalità scomode e poco sentite in tv… Ma se mi chiedi i dettagli, non so dirteli. Arriveranno!
Quanto costa il meeting?
Più o meno 240mila euro, che stiamo cercando di autofinanziare integralmente. Se manca qualcosa, metto di tasca mia…
Alla faccia di tutte le leggende sulla taccagneria dei genovesi?
Alla faccia di chi pensa che si fa politica solo se paga lo Stato.
Parliamo degli altri politici. L’ultima volta che ti ho intervistato trafiggevi i leader del Pd.
Cambiano i leader, ma non la sostanza. Anzi: è ancora più arduo. Se ci fai caso Bersani è difficile persino immaginarselo. Sai, è il leader di una cosa che non c’è, non è mica facile….
Fra i tuoi elettori ce ne sono molti che votavano Pd…
E infatti non hanno colpe! Ma io ho le palle piene di questi.
Li prendi in giro?
Ma figurati: solo che sono mor-ti, mo-rti! Lo ripetiamo da anni, e solo adesso la gente si è resa conta che il Pdl-meno-elle esiste davvero….
Cosa gli rimproveri?
Tutto. Il fatto più grave è che dicono le robe a metà… Secondo Bersani esiste un nucleare cattivo, quello del governo, e poi ce nè uno buono e sicuro, il suo.
Quasi sicuro….
Già, peccato che sia quel quasi che li fotte: seguendo il Bersani-pensiero anche Chernobyl, anche il Titanic erano quasi sicuri…. L’idea che nella mente di Bersani esista un nucleare sicuro mi sconvolge…
Che pensi allora di Veronesi?
Mi dispiace che abbia messo la sua faccia a disposizione di un piano che serve ad arricchire Ligresti e Trochetti Provera…. Mi spiace anche per Renzo Piano che è un mio vero amico, e lo resta. Però non li capisco.
E Di Pietro, ora, ti senti concorrente?
Non c’è mai stata concorrenza, fra me e lui. Resta, anzi, la voglia di collaborare, è una persona straordinaria. Solo che lui è un politico: guida un partito, fa alleanze tattiche che noi non possiamo fare.
E di Vendola, che hai invitato a votare in Puglia?
Lo stimo. Però lo aspetto al varco, per sapere se trivellerà il mare in cerca di pozzi di petrolio, o se costruirà quattro inceneritori dicendo che se li è trovati. Penso che se entra in coalizione avrà le mani legate.
Lui si candida alla guida del centrosinistra, e tu?
Ma per carità! Ci ho provato con il Pd, era una provocazione per parlare ai suoi elettori. Non hanno capito che conveniva pure a loro, pazienza.
Ma voi potreste coalizzarvi?
Credo che esprimeremo un nostro candidato premier.
Tu?
Macché, sarà un ragazzo di trent’anni.
Allora chi? Favia, che ha preso l’8% in Emilia Romagna?
È stato eletto per fare un altro lavoro, e noi non facciamo i cacciatori di poltrone.
Lo spettacolo quando parte?
A ottobre. Si chiamerà Grillo’s back, e sarà pieno di sorprese, compresa un po’ di magia. Probabilmente mi farò tagliare in due. Te la immagini la scena?
dal sito http://www.ilfattoquotidiano.it
by Wil-nonleggerlo
Che diamine, la battaglia della Sindaca Letizia Moratti è stata sacrosanta: ha mobilitato tutti i suoi cittadini, per l'onore, per la gloria, perchè Milano entrasse a far parte del nuovo gioco del Monopoli. E ce l'ha fatta, almeno così sembra.
Io a questo punto mi appello a tutti voi, affascinato da cotanta determinazione, perché anch'io voglio entrare a far parte del Monopoli, sì, avete capito bene, ci voglio entrare anch'io, assieme a tutti voi, da cittadino italiano. Un Monopoli italiano. Una versione fatta apposta per noi. Scriverò alla Hasbro, con la mia idea. Ci sto ancora lavorando, ma magari potremmo farlo assieme. Sentite un po' che ho in mente.
Le pedine intanto. Forme umane, questa volta: non più funghetti e fiaschetti, ma Silvio Berlusconi, Michela Vittoria Brambilla, Marcello Dell'Utri, Daniele Capezzone, Massimo D'Alema, Giulio Andreotti, Augusto Minzolini, un set espandibile con la crem de la crem della società italiana. Già vi piace, vero?
Poi. Il tabellone partirebbe dalle stradine di Corleone e finirebbe nei viali di Milano 2, passando per Arcore, e l'immancabile Villa Certosa. Io ci infilerei pure via del Fagutale, a Roma. Se nel gioco avete scelto di essere Claudio Scajola, e ci passate sopra, sarà vostro il diritto di edificare sborsando solo una piccola parte del dovuto, quanto vi va: ci penserà qualcun altro a saldare per voi. Se i giocatori si lamenteranno, potrete giustificare i vostri 180 metri quadri vista Colosseo dicendo che è "solo un mezzanino", e che non potreste "mai abitare in una casa pagata da altri". Funzionerà.
La banca. Qui la questione si fa un po' spinosa, l'unica certezza è che per i furbi le maglie si faranno molto larghe. Solo a Denis Verdini è preclusa la possibilità di svolgere tale funzione, ma potrà comunque organizzare incontri con gli altri giocatori e far parte di società segrete, in modo da pesare sulle decisioni del banchiere, che dovrebbe essere super partes ma in questa versione di Monopoli non lo sarà manco per niente. Inoltre il player che avrà scelto di essere il Premier partirà con un malloppo ben superiore rispetto a tutti gli altri. Questo creerà immediate discordie e brucianti invidie, e tutti vorranno essere Papi, perché tu sì e io no e via dicendo. Comunque, se vi chiederanno da dove viene quel maxibonus iniziale, avvaletevi "della facoltà di non rispondere", dite che nella realtà è andata così, e se sta bene in democrazia, starà bene anche in un gioco.
I soldi. Non solo banconote, ma favori di ogni tipo. Soprattutto donne, escort, trans, e tanta, tanta "mona". Da qui il nome provvisorio del gioco, "Monapoli". Non c'è dubbio, per certe pedine sarà la merce di scambio preferita, che le mazzette oramai sono belle che superate. Se qualcuno ha scelto di essere Guido Bertolaso, per dirne uno, riuscirete di certo a farvelo amico compiacendolo con l'offerta di massaggi per la cervicale in centri benessere di vostra proprietà (dovrete fare il segno delle virgolette con le dita). Questo agevolerà molto ogni vostra edile aspirazione. Occhio agli assegni, in linea di massima meglio i contanti. Se riuscirete a creare una piccola rete di offshore, che ne so, tipo una "Fininvest Group B - very discreet", potrete ottenere facilmente fondi neri con cui corrompere la banca e gli altri giocatori.
Le case, gli alberghi. Se passate per l'Aquila, lasciate perdere, ristrutturare non conviene. Fate delle newtown, con la scusa che sono meglio dei container strapperete affari d'oro, sparate prezzi al metro quadro da urlo, tanto c'è l'emergenza e potete fare un po' come cazzo vi pare. In certe zone d'Italia dovreste riuscire a costruire con cemento di scarsa qualità, questo vi farà risparmiare, provateci. Se siete Marcello Dell'Utri e volete riscuotere dei soldi da un altro giocatore, mandate un boss della mafia a cercare di convincerlo. Se ancora non paga, dite che voi avete avuto rapporti sia con la Cosa Nostra di Bontade, sia con quella di Riina e Provenzano, e che ci sono una sentenza di 1° grado ed una sentenza di 2° grado a dimostrarlo. Vedrete, quello pagherà.
Imprevisti e Probabilità. Qui ci si può sbizzarrire. Tipo. "Andate in Prigione direttamente e senza passare dal Via. Se siete Nicola Cosentino e siete accusati di Concorso Esterno in Associazione Camorristica, come non detto, il Parlamento non lo permetterà". Oppure. "David Mills sta per parlare: zittitelo con 600.000 euro". Oppure. "Anemone ha un regalo per voi: attico in via della Conciliazione". Oppure. "I vostri amici della P3 si sono appena incontrati: per voi un appalto eolico in Sardegna". Oppure. "Ora disponi di Vittorio Mangano: fagli mettere una bomba dove meglio credi".
Prigione. In questa versione del Monopoli finirci sarà quasi impossibile. Negli imprevisti e nelle probabilità troverete ogni via di fuga, naturalmente ispirati alla vita istituzionale del Paese. Deputati e senatori si immoleranno per voi, per tenervi lontani dalle sbarre, immunità multiple ed incrociate, che potrete pescare o trovare infilate tra una banconota e l'altra. Per i più abili ci sarà la possibilità di scalare i vertici del gioco, impossessarsi del banco istituzionale e crearsi apposite leggi ad personam, alzandosi in piedi e stracciando le regole davanti a tutti, che un po' si seccheranno ma poi vabbè, in fondo è solo un gioco.Che diamine, la battaglia della Sindaca Letizia Moratti è stata sacrosanta: ha mobilitato tutti i suoi cittadini, per l'onore, per la gloria, perchè Milano entrasse a far parte del nuovo gioco del Monopoli. E ce l'ha fatta, almeno così sembra.
Io a questo punto mi appello a tutti voi, affascinato da cotanta determinazione, perché anch'io voglio entrare a far parte del Monopoli, sì, avete capito bene, ci voglio entrare anch'io, assieme a tutti voi, da cittadino italiano. Un Monopoli italiano. Una versione fatta apposta per noi. Scriverò alla Hasbro, con la mia idea. Ci sto ancora lavorando, ma magari potremmo farlo assieme. Sentite un po' che ho in mente.
Le pedine intanto. Forme umane, questa volta: non più funghetti e fiaschetti, ma Silvio Berlusconi, Michela Vittoria Brambilla, Marcello Dell'Utri, Daniele Capezzone, Massimo D'Alema, Giulio Andreotti, Augusto Minzolini, un set espandibile con la crem de la crem della società italiana. Già vi piace, vero?
Poi. Il tabellone partirebbe dalle stradine di Corleone e finirebbe nei viali di Milano 2, passando per Arcore, e l'immancabile Villa Certosa. Io ci infilerei pure via del Fagutale, a Roma. Se nel gioco avete scelto di essere Claudio Scajola, e ci passate sopra, sarà vostro il diritto di edificare sborsando solo una piccola parte del dovuto, quanto vi va: ci penserà qualcun altro a saldare per voi. Se i giocatori si lamenteranno, potrete giustificare i vostri 180 metri quadri vista Colosseo dicendo che è "solo un mezzanino", e che non potreste "mai abitare in una casa pagata da altri". Funzionerà.
La banca. Qui la questione si fa un po' spinosa, l'unica certezza è che per i furbi le maglie si faranno molto larghe. Solo a Denis Verdini è preclusa la possibilità di svolgere tale funzione, ma potrà comunque organizzare incontri con gli altri giocatori e far parte di società segrete, in modo da pesare sulle decisioni del banchiere, che dovrebbe essere super partes ma in questa versione di Monopoli non lo sarà manco per niente. Inoltre il player che avrà scelto di essere il Premier partirà con un malloppo ben superiore rispetto a tutti gli altri. Questo creerà immediate discordie e brucianti invidie, e tutti vorranno essere Papi, perché tu sì e io no e via dicendo. Comunque, se vi chiederanno da dove viene quel maxibonus iniziale, avvaletevi "della facoltà di non rispondere", dite che nella realtà è andata così, e se sta bene in democrazia, starà bene anche in un gioco.
I soldi. Non solo banconote, ma favori di ogni tipo. Soprattutto donne, escort, trans, e tanta, tanta "mona". Da qui il nome provvisorio del gioco, "Monapoli". Non c'è dubbio, per certe pedine sarà la merce di scambio preferita, che le mazzette oramai sono belle che superate. Se qualcuno ha scelto di essere Guido Bertolaso, per dirne uno, riuscirete di certo a farvelo amico compiacendolo con l'offerta di massaggi per la cervicale in centri benessere di vostra proprietà (dovrete fare il segno delle virgolette con le dita). Questo agevolerà molto ogni vostra edile aspirazione. Occhio agli assegni, in linea di massima meglio i contanti. Se riuscirete a creare una piccola rete di offshore, che ne so, tipo una "Fininvest Group B - very discreet", potrete ottenere facilmente fondi neri con cui corrompere la banca e gli altri giocatori.
Le case, gli alberghi. Se passate per l'Aquila, lasciate perdere, ristrutturare non conviene. Fate delle newtown, con la scusa che sono meglio dei container strapperete affari d'oro, sparate prezzi al metro quadro da urlo, tanto c'è l'emergenza e potete fare un po' come cazzo vi pare. In certe zone d'Italia dovreste riuscire a costruire con cemento di scarsa qualità, questo vi farà risparmiare, provateci. Se siete Marcello Dell'Utri e volete riscuotere dei soldi da un altro giocatore, mandate un boss della mafia a cercare di convincerlo. Se ancora non paga, dite che voi avete avuto rapporti sia con la Cosa Nostra di Bontade, sia con quella di Riina e Provenzano, e che ci sono una sentenza di 1° grado ed una sentenza di 2° grado a dimostrarlo. Vedrete, quello pagherà.
Imprevisti e Probabilità. Qui ci si può sbizzarrire. Tipo. "Andate in Prigione direttamente e senza passare dal Via. Se siete Nicola Cosentino e siete accusati di Concorso Esterno in Associazione Camorristica, come non detto, il Parlamento non lo permetterà". Oppure. "David Mills sta per parlare: zittitelo con 600.000 euro". Oppure. "Anemone ha un regalo per voi: attico in via della Conciliazione". Oppure. "I vostri amici della P3 si sono appena incontrati: per voi un appalto eolico in Sardegna". Oppure. "Ora disponi di Vittorio Mangano: fagli mettere una bomba dove meglio credi".
Prigione. In questa versione del Monopoli finirci sarà quasi impossibile. Negli imprevisti e nelle probabilità troverete ogni via di fuga, naturalmente ispirati alla vita istituzionale del Paese. Deputati e senatori si immoleranno per voi, per tenervi lontani dalle sbarre, immunità multiple ed incrociate, che potrete pescare o trovare infilate tra una banconota e l'altra. Per i più abili ci sarà la possibilità di scalare i vertici del gioco, impossessarsi del banco istituzionale e crearsi apposite leggi ad personam, alzandosi in piedi e stracciando le regole davanti a tutti, che un po' si seccheranno ma poi vabbè, in fondo è solo un gioco.
dal sito http://nonleggerlo.blogspot.com/
Nel paese della bugia, la verità è una malattia
Gianni Rodari